Associazioni contro Agenzia Entrate
Le scuole private non devono essere considerate un "lusso". E' quanto sostengono nove associazioni di insegnanti, cattoliche e laiche, riferendosi alla circolare dell'Agenzia delle Entrate dello scorso 6 aprile che, affrontando il tema del contrasto all'evasione fiscale, inserisce tra i servizi di lusso anche le scuole private. "E' necessario che venga chiarito a quali scuole si riferisce la circolare", affermano in un comunicato.
Le associazioni che hanno sollevato la questione sono Agesc, Fidae, Agidae, Cnos-Fap, Ciofs-scuola, Fism, Foe-Cdo, Aninsei e Msc. Nella "condivisibile e opportuna" lotta contro l'evasione fiscale, spiegano le associazioni, l'Agenzia delle Entrate "sembra mettere sullo stesso piano servizi per il tempo libero e servizi educativi, puntando il dito contro le famiglie che mandano i figli nelle scuole cosiddette private".
"E' necessario che venga chiarito a quali scuole si riferisce la circolare dell'Agenzia quando parla di 'scuole private', termine che non ha riferimenti legislativi. Ci si augura che queste indicazioni - affermano le nove associazioni nel comunicato unitario - non intendano segnalare le scuole paritarie che, secondo la legge 62/2000, fanno parte del sistema nazionale pubblico di istruzione. In questo caso quelli che sono dei diritti garantiti dalla Costituzione, la libertà di educazione e di scelta scolastica delle famiglie, verrebbero considerati come le spese per beni superflui quali 'porti turistici, circoli esclusivi, wellness center, tour operator, e così via".
"In un momento così grave di crisi morale ed economica in cui le famiglie stanno cercando di sopperire a uno Stato inadempiente circa il riconoscimento della libertà di educazione, garantita invece in tutti i Paesi europei, cosa vuol dire evidenziare quale indicatore di situazioni 'di lusso' la frequenza a 'scuole private'?".
"Il messaggio - concludono le associazioni - pu essere interpretato in senso minaccioso: se scegli una scuola diversa dalla statale, hai dei redditi nascosti e perciò devi essere controllato. Al contrario, occorrono segnali positivi ed equi che rimettano in moto non solo l'economia ma ancora di più la speranza: per questo bisogna favorire le famiglie, la loro libertà di educazione, una pluralità di offerta formativa e scolastica".