Nell’antisala dell’aula consiliare a
Palazzo di Città, su iniziativa del
Comune e del Rotary Club di Acireale,
su donazione dei familiari, sono stati
scoperti un busto dell’on.Giambartolo
Romeo e una lapide che lo ricorda. La
serata, con un pubblico eccezionale per
numero e qualità - si notavano
l’on.Basilio Catanoso, l’Arcivescovo Pio
Vittorio Vigo, il dott.Michelangelo Patanè
Procuratore della Repubblica aggiunto, il
dott.Massimo Pulvirenti magistrato, il
prof.Vincenzo Di Cataldo Preside della
facoltà di Giurisprudenza, il
prof.Salvatore Barbagallo già Preside della facoltà di Agraria, il sen.Nicola Grassi Bertazzi, l’assessore
comunale alla Cultura Nives Leonardi, il consigliere provinciale Gianluca Cannavò - è
stata aperta dagli interventi del Sindaco avv.Antonino Garozzo, dal presidente del Rotary
dott.Antonino Niceforo, dalla preside prof.Antonia Puzzo, accompagnata dalle alunne liceali
Alessia Barbagallo e Roberta Leotta. Subito dopo sono stati scoperti il busto, di ottima fattura artistica
e la lapide che commemora gli otto anni del Romeo trascorsi in Parlamento. La storia del
busto è stata raccontata dal presidente del Rotary, Niceforo: " E’ interessante ripercorrere il percorso
di questo busto che, in possesso dello scultore acese Francesco Contarino, fu da questi
consegnato agli allora giovani Cristoforo Cosentini e Alberto Romeo. Quest’ultimo lo diede al fratello
Gregorio affinché venisse collocato nella casa di famiglia al Suffragio. Chiusa tale casa, il
dott.Alberto Romeo, prima di morire, raccomandò caldamente alla famiglia di adoperarsi affinché
il busto fosse collocato nel Palazzo di Città. Per tenere fede al desiderio del nonno, il nipote
avv.Lorenzo Massimino si è battuto strenuamente per realizzarlo". La rievocazione di Giambartolo
Romeo è stata presentata dall’avv.Felice Saporita. Come in un film che scorreva davanti agli
occhi degli attenti ascoltatori, la vita, le battaglie, i discorsi e la prematura scomparsa dell’illustre
concittadino sono stati accennati con brio e grande competenza. "Dal 1879 al 1887 – ha esordito
l’oratore - il fiume del suo eloquio, la preparazione di giurista, il coraggio di misurarsi con i grandi
nomi della politica di quel tempo, ma soprattutto il suo amore ed attaccamento per Acireale,
hanno portato Romeo a battersi come un leone a favore del Sud e della sua città…" Giambartolo
nasce del 1844 da Ignazio Romeo e Serafina Calanna. Si laurea in Giurisprudenza nell’Università
di Catania e nel 1876 sposa l’acese Concettina Finocchiaro. Nell’aprile del 1879 viene eletto al
Parlamento. Egli segue così le orme dei suoi illustri parenti: dello zio, il "patriota" Gregorio Romeo,
una lapide lo ricorda in via Galatea; del genitore Ignazio Romeo costretto all’esilio dal Regno
Borbonico e poi governatore del distretto; molto vicino a noi è Gregorio Romeo, Sindaco di
Acireale dal 1953 al 1959, avvocato civilista, uomo di cultura, esponente di spicco della
Democrazia Cristiana e dell’ambiente cattolico; contemporaneo a noi, inserito nella politica con la
P maiuscola (come amante della polis) il prof. Cristoforo Cosentini, di cui tutti conosciamo le cariche
pubbliche, i meriti e l’intensa passione per Acireale. I discorsi alla Camera dell’on.Romeo
dimostrano lo spirito, l’efficacia, l’irruenza e talvolta l’arguzia, caratteristiche proprie. Si occupa
autorevolmente del matrimonio civile e religioso, dell’invasione della filossera, del suffragio universale,
della formazione del catasto, della sofisticazione dei vini. Viene rieletto nel 1880 e poi nel
1882. E già ha una idea fissa:
sfruttare le rendite dei sacerdoti
Erasmo Gulli e Giuseppe
Pennisi, ora incamerati dallo
Stato, per istituire un Liceo classico
statale ad Acireale. Riesce
a spuntarla nell’ottobre 1884 e
l’inaugurazione dei corsi avviene
il 14 marzo 1885. Altra
importante iniziativa è la costruzione
di un penitenziario nell’area
del Convento S.Biagio. Si
inziano le prime demolizioni; ma
poco dopo si fermeranno per
sempre per l’improvvisa morte,
a Roma, di Giambartolo Romeo.
" Il destino era in agguato – conclude
l’avv. Saporita - : l’epilogo
dei fatti diviene a questo punto
doloroso. Le spoglie vengono inumate nel Cimitero acese, ma col tempo purtroppo se ne perdono
le tracce. Malgrado le ricerche d’archivio e sul posto degli storici non si è potuto localizzare il
loculo. Si teme che sia avvenuto un immeritato trasferimento nell’ossario comune!"
C.C. da AKIS