Gran rientro dal Nord: Più docenti supplenti
Data: Martedì, 12 febbraio 2008 ore 15:15:12 CET
Argomento: Rassegna stampa


Nonostante le immissioni in ruolo le graduatorie si gonfiano: le nuove regole prevedono che dall’anno prossimo chi si trasferisce perde il punteggio acquisito.

I dati del ministero della Pubblica istruzione dicono che in Sicilia, per il 2007, il numero dei supplenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento è cresciuto nonostante l’immissione in ruolo di molti di loro. Un paradosso, almeno in apparenza. Dati che riacquistano una logica e un senso se si considerano alcune variabili la più indicativa delle quali, dal punto di vista sociale, è il rientro a casa di tanti docenti che erano emigrati al Nord in cerca di punteggio e di sistemazione.

Una scelta che quest’anno ha subito un’accelerazione, assumendo un andamento di massa, a causa delle nuove regole che prevedono, a partire dall’anno prossimo, che chi si trasferisce da una provincia all’altra venga inserito in fondo alla graduatoria, a prescindere dal punteggio.

Tornare a casa, per chi era emigrato al Nord, significherà azzerare le posizioni scalate con tanta fatica in graduatoria. Se a questo si aggiunge l’elevato costo della vita nelle città del Nord, i prezzi da capogiro degli affitti, e gli stipendi da fame, il cerchio si chiude. Chi affrontava sacrifici enormi pur di potere fare supplenze, più facili al Nord, acquisendo così il punteggio necessario per entrare di ruolo, di fatto, si è visto costretto a scegliere se restare al Nord, con redditi insufficienti a garantire una vita dignitosa, o ritornare subito a casa, al Sud, per non perdere i diritti acquisiti con tanta fatica.

Così la scorsa primavera, nelle graduatorie siciliane, si sono iscritti oltre 2.000 supplenti in più rispetto all’anno precedente raggiungendo il totale di oltre 36.500 persone. A Catania e provincia le graduatorie utilizzate per le nomine in ruolo e per le supplenze annuali per le scuole secondarie includono 18.585 nominativi così suddivisi: per le medie 4.228 per le materie curriculari e 3.410 per le varie tipologie di sostegno; e per le superiori 9.005 per le materie curriculari e 1.949 per il sostegno.

Va detto che le persone fisiche in realtà sono 3.183 dal momento che si può presentare domanda per più classi di insegnamento e, dunque, per più graduatorie. Dai dati della Petrarca, l’istituto polo per le scuole secondarie di primo e secondo grado, le supplenze annuali effettuate nell’anno in corso sulle graduatorie permanenti sono 930 per le medie e 1.030 per le superiori.

Dall’esperienza nella gestione delle supplenze temporanee, quelle che vengono conferite dai presidi, Santo Gagliano, il capo d’istituto della scuola polo Petrarca, dice che l’aumento del numero di supplenti non è dovuto soltanto al rientro di tanti docenti dal Nord, ma anche all’iscrizione in massa nelle graduatorie catanesi di aspiranti docenti della provincia di Messina dove il numero dei comuni e delle scuole è di gran lunga inferiore rispetto alla nostra provincia. In tanti hanno pensato, e meglio sarebbe dire si sono illusi, di potere trovare facilmente supplenze nell’area di Giarre, quella territorialmente più vicina, ma i posti vacanti sono nel Calatino e nell’area di Palagonia, cioè in zone difficilmente raggiungibili dal Messinese.

Un errore di valutazione che, secondo il preside Gagliano, porterà pensati conseguenze per loro, che perderebbero il punteggio se ritornassero alle graduatorie della loro provincia, e per le scuole dove andranno, dati i numerosi problemi imprevisti che dovranno affrontare. E c’è da aggiungere che le nuove regole di pagamento sono tese a responsabilizzare i dirigenti d’istituto nel ricorso alle supplenze temporanee e questo, di fatto, si traduce in un modo per scoraggiarle. Fino a dieci anni fa ogni scuola riceveva una somma uguale a quella spesa l’anno precedente e, quando i soldi finivano, ne faceva richiesta al provveditorato che li integrava. Dall’anno scorso, invece, ogni scuola è dotata di un budget fissato a questo scopo e deve farselo bastare.

Il problema dell’aumento del numero di supplenti in graduatoria si pone anche per la scuola di primo grado, anche se con minore peso, dal momento che alle elementari e alla scuola dell’infanzia ci sono forme di compresenza e, dunque, se manca un docente i bambini hanno comunque con chi stare. Il dirigente della «scuola polo» Parini, Giuseppe Adernò, conferma l’arrivo di supplenti dal Nord e segnala un’altra difficoltà, quella della moltiplicazione delle supplenze per lo stesso docente assente. Il titolare si ammala, la supplente accetta ma si mette in maternità e bisogna convocarne un’altra che magari accetta, ma poi, se nel frattempo gliene hanno proposta un’altra per un periodo più lungo, non si presenta. «Per questo ho proposto che per le supplenze temporanee ogni scuola possa contare su alcuni supplenti stabili che ne conoscano le caratteristiche, che sappiano come muoversi e che conoscano i ragazzi».

E il sindacalista della Cgil scuola, prof. Tomasello, segnala, in aggiunta agli altri problemi elencati, che la nuova finanziaria prevede 33.000 tagli in organico in tre anni in tutta Italia, cifra che, per la nostra provincia, equivale ad un taglio di 800 posti di lavoro che si tradurrebbero in altrettante supplenze in meno se non fossero compensate, almeno in parte, da chi va in pensione cosicché i posti di supplenza tagliati scenderebbero a 500. Ancora. Il Governo ha deciso che la graduatoria in corso si deve esaurire entro tre anni, «un accordo che la caduta del governo mette adesso in discussione. Una difficoltà che va ad aggiungersi al taglio di un 20% del reddito provocato, per le supplenze annuali, dalla scelta del Governo Berlusconi di dare l’incarico un massimo di 12 mesi e non per 12 più la tredicesima. Di fatto il contratto di supplenza si conclude a giugno, cosicché luglio e agosto rimangono non pagati. Non ci si può stupire se i supplenti tornano dal Nord nella propria terra dove almeno hanno una famiglia e un tetto».

PINELLA LEOCATA (da www.lasicilia.it)







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