Nonostante le immissioni in ruolo le graduatorie si
gonfiano: le nuove regole prevedono che dall’anno
prossimo chi si trasferisce perde il punteggio acquisito.
I dati del ministero della Pubblica istruzione dicono che
in Sicilia, per il 2007, il numero dei supplenti iscritti nelle
graduatorie ad esaurimento è cresciuto nonostante
l’immissione in ruolo di molti di loro. Un paradosso, almeno
in apparenza. Dati che riacquistano una logica e
un senso se si considerano alcune variabili
la più indicativa delle quali, dal punto di
vista sociale, è il rientro a casa di tanti docenti
che erano emigrati al Nord in cerca di
punteggio e di sistemazione.
Una scelta che quest’anno ha subito
un’accelerazione, assumendo un andamento
di massa, a causa delle nuove regole
che prevedono, a partire dall’anno prossimo,
che chi si trasferisce da una provincia
all’altra venga inserito in fondo alla
graduatoria, a prescindere dal punteggio.
Tornare a casa, per chi era emigrato al Nord, significherà
azzerare le posizioni scalate con tanta fatica in graduatoria.
Se a questo si aggiunge l’elevato costo della vita
nelle città del Nord, i prezzi da capogiro degli affitti, e gli
stipendi da fame, il cerchio si chiude. Chi affrontava sacrifici
enormi pur di potere fare supplenze, più facili al
Nord, acquisendo così il punteggio necessario per entrare
di ruolo, di fatto, si è visto costretto a scegliere se restare
al Nord, con redditi insufficienti a garantire una vita
dignitosa, o ritornare subito a casa, al Sud, per non
perdere i diritti acquisiti con tanta fatica.
Così la scorsa primavera, nelle graduatorie siciliane,
si sono iscritti oltre 2.000 supplenti in più rispetto all’anno
precedente raggiungendo il totale di oltre 36.500
persone. A Catania e provincia le graduatorie utilizzate
per le nomine in ruolo e per le supplenze annuali per le
scuole secondarie includono 18.585 nominativi così
suddivisi: per le medie 4.228 per le materie curriculari
e 3.410 per le varie tipologie di sostegno; e per le superiori
9.005 per le materie curriculari
e 1.949 per il sostegno.
Va detto che le persone
fisiche in realtà sono 3.183 dal
momento che si può presentare
domanda per più classi di
insegnamento e, dunque, per
più graduatorie. Dai dati della Petrarca, l’istituto polo per le
scuole secondarie di primo e
secondo grado, le supplenze
annuali effettuate nell’anno
in corso sulle graduatorie permanenti
sono 930 per le medie
e 1.030 per le superiori.
Dall’esperienza nella gestione
delle supplenze temporanee,
quelle che vengono
conferite dai presidi, Santo
Gagliano, il capo d’istituto della scuola polo Petrarca,
dice che l’aumento del numero di supplenti
non è dovuto soltanto al rientro di tanti docenti
dal Nord, ma anche all’iscrizione in massa
nelle graduatorie catanesi di aspiranti docenti
della provincia di Messina dove il numero dei comuni
e delle scuole è di gran lunga inferiore rispetto
alla nostra provincia. In tanti
hanno pensato, e meglio sarebbe dire
si sono illusi, di potere trovare facilmente
supplenze nell’area di Giarre,
quella territorialmente più vicina,
ma i posti vacanti sono nel Calatino
e nell’area di Palagonia, cioè in zone
difficilmente raggiungibili dal Messinese.
Un errore di valutazione che,
secondo il preside Gagliano, porterà
pensati conseguenze per loro, che
perderebbero il punteggio se ritornassero
alle graduatorie della loro provincia, e per le scuole dove
andranno, dati i numerosi problemi imprevisti che
dovranno affrontare.
E c’è da aggiungere che le nuove regole di pagamento
sono tese a responsabilizzare i dirigenti d’istituto nel
ricorso alle supplenze temporanee e questo, di fatto, si
traduce in un modo per scoraggiarle. Fino a dieci anni fa
ogni scuola riceveva una somma uguale a quella spesa
l’anno precedente e, quando i soldi finivano, ne faceva
richiesta al provveditorato che li integrava. Dall’anno
scorso, invece, ogni scuola è dotata di un budget fissato
a questo scopo e deve farselo bastare.
Il problema dell’aumento del numero di supplenti in
graduatoria si pone anche per la scuola di primo grado,
anche se con minore peso, dal momento che alle elementari
e alla scuola dell’infanzia ci sono forme di
compresenza e, dunque, se manca un docente i bambini
hanno comunque con chi stare. Il dirigente della
«scuola polo» Parini, Giuseppe Adernò, conferma l’arrivo
di supplenti dal Nord e segnala un’altra difficoltà,
quella della moltiplicazione delle supplenze per lo
stesso docente assente. Il titolare si ammala, la supplente
accetta ma si mette in maternità e bisogna convocarne
un’altra che magari accetta, ma poi, se nel frattempo
gliene hanno proposta un’altra per un periodo più
lungo, non si presenta. «Per questo ho proposto che per
le supplenze temporanee ogni scuola possa contare su
alcuni supplenti stabili che ne conoscano le caratteristiche,
che sappiano come muoversi e che conoscano i ragazzi».
E il sindacalista della Cgil scuola, prof. Tomasello, segnala,
in aggiunta agli altri problemi elencati, che la
nuova finanziaria prevede 33.000 tagli in organico in tre
anni in tutta Italia, cifra che, per la nostra provincia,
equivale ad un taglio di 800 posti di lavoro che si tradurrebbero
in altrettante supplenze in meno se non fossero
compensate, almeno in parte, da chi va in pensione
cosicché i posti di supplenza tagliati scenderebbero a
500. Ancora. Il Governo ha deciso che la graduatoria in
corso si deve esaurire entro
tre anni, «un accordo che la
caduta del governo mette
adesso in discussione. Una
difficoltà che va ad aggiungersi
al taglio di un 20% del
reddito provocato, per le supplenze
annuali, dalla scelta
del Governo Berlusconi di dare
l’incarico un massimo di 12
mesi e non per 12 più la tredicesima.
Di fatto il contratto di
supplenza si conclude a giugno,
cosicché luglio e agosto
rimangono non pagati. Non ci
si può stupire se i supplenti
tornano dal Nord nella propria
terra dove almeno hanno
una famiglia e un tetto».
PINELLA LEOCATA (da www.lasicilia.it)