LEGGERE:COSA E COME?
Data: Venerd́, 01 febbraio 2008 ore 22:38:51 CET
Argomento: Rassegna stampa


La didattica della lettura nella scuola secondaria superiore

di Roberto Carnero*

 

Come avvicinare gli studenti al mondo e all'esperienza della lettura? Gli insegnanti di Lettere si librano in precario equilibrio tra questi due poli: obbligo scolastico(cioè la necessità di 'far leggere' i loro studenti) e tentativo di trasmettere agli alunni la piacevolezza, intellettuale ed estetica, dell'attività del leggere.

In un suo celebre saggio (Come un romanzo, Milano, Feltrinelli, 1993), lo scrittore francese Daniel Pennac elenca i dieci diritti dei lettori. Giusto e scrosanto, ma i lettori, oltre ai diritti, hanno anche dei doveri. Soprattutto a scuola, dove la lettura è strettamente connessa alla pratica dell'apprendimento, per esempio della storia letteraria.

Nei contributi che abbiamo qui raccolto, abbiamo chiesto ad alcuni docenti ed esperti di tre delle principali letterature europee, di ipotizzare dei percorsi di lettura. Con l'idea che gli studenti che studiano una lingua straniera abbiano il diritto/dovere, al termine dei cinque anni di scuola secondaria superiore, di aver letto e di conoscere anche qualcosa del patrimonio letterario di quella lingua. E, ovviamente, viceversa. Tale apertura di sguardo sulle letterature straniere è demandata – in assenza dello studio specifico di quelle particolari lingue e letterature nel piano degli studi di un particolare indirizzo di scuola – al docente di Lettere italiane.

Abbiamo puntato sulla narrativa, piuttosto che sulla poesia, per la maggiore fruibilità individuale di questo genere letterario da parte degli studenti.

Quando si parla di 'lettura domestica', infatti, in genere ci si riferisce alla narrativa: mentre la poesia richiede quasi sempre il supporto della spiegazione in viva voce da parte dell'insegnante, molti romanzi vengono fatti leggere individualmente a casa, sia per ragioni di tempo, sia per le minori difficoltà di comprensione dei testi, soprattutto di quelli della letteratura otto-novecentesca. L'unica eccezione, per quanto riguarda le opere narrative, è, nella seconda classe del biennio, la lettura 'intensiva' de I promessi sposi di Alessandro Manzoni, a cui viene per consuetudine dedicato uno spazio fisso settimanale e che per prassi si legge e commenta in gran parte in aula (come accade, nel triennio, con la Commedia dantesca).

 

Quale spazio per le letterature straniere?

I libri di Italiano (le antologie) del biennio in genere integrano molto bene letterature italiane e straniere, presentando una scelta di testi che dà ampio spazio alla produzione estera.

Per quanto riguarda le antologie del triennio, invece, spesso le sezioni dedicate alle letterature straniere sono capitoli giustapposti a quelli riguardanti la letteratura italiana. Sembra, cioè, che un approccio genuinamente comparatistico stenti ancora ad affermarsi. Tuttavia, nella manualistica ci sono anche lodevoli eccezioni. E d'altra parte la maggiore rigidità contenutistica dei programmi del triennio impone che si privilegino lo studio e la trattazione della letteratura italiana.

Pertanto, per quanto riguarda la 'lettura domestica', potrebbe essere una buona idea quella di far leggere il più possibile al biennio almeno alcune opere esemplari delle letterature straniere. Attraverso una programmazione interdisciplinare, è bene che il docente di Inglese o di Francese faccia leggere, già dal primo anno del biennio, qualche romanzo della 'sua' letteratura, ovviamente anche in traduzione. Mentre l'insegnante di Lettere si può far carico di coprire le altre letterature.

 

Un'ipotesi per il biennio...

Al primo anno del biennio si studia, nel programma di Italiano, proprio la narrativa come genere letterario. Scegliere alcuni testi stranieri per illustrare le modalità di funzionamento dei meccanismi narrativi (da un punto di vista narratologico, ma non solo) può essere più che sensato. Nell'ambito del secondo anno, invece, affrontando il romanzo manzoniano, si può estendere il discorso allo scenario europeo, cercando di illustrare quali sono i tratti salienti del romanzo realista (dal Romanticismo al Naturalismo-Verismo), per poi magari aprire una finestra sulle differenze che caratterizzano, invece, il romanzo novecentesco o romanzo 'decadente' o romanzo 'della crisi'.

Accanto a quella dei Promessi sposi si può quindi proporre la lettura di un altro grande 'romanzone' ottocentesco che, al di là del suo livello estetico o artistico, offra al massimo grado le costanti tipiche della narrativa realista: presenza dell'eroe positivo, netta distinzione di bene e male e chiarezza inequivocabile dei parametri valoriali, struttura gerarchica dei rapporti tra personaggi, coerenza interna dell'universo romanzesco, obbedienza dello svolgersi della vicenda alle regole dello spazio, del tempo e della causalità, onnipotenza e onniscienza del narratore, passaggio da una mancanza iniziale al superamento di quella situazione nel finale (ad esempio, con il lieto fine).

Quali titoli? Ogni insegnante saprà agevolmente individuare l'opera 'giusta' in virtù della classe e dei suoi livelli di partenza. Potrebbero 'funzionare' bene, in tal senso, un capitolo della Comédie humaine di Honoré de Balzac, Guerra e pace di Lev Tosltoj, I miserabili di Victor Hugo, ma anche un testo più 'feuilletonistico' come Il conte di Montecristo di Alexandre Dumas. Quest'opera potrebbe diventare, almeno nel primo quadrimestre, una sorta di 'contraltare' ai Promessi sposi, con la lettura in classe almeno di qualche parte saliente, al fine di mostrare analogie e differenze rispetto al capolavoro manzoniano, all'interno della comune cornice del Realismo ottocentesco.

Se la classe si mostra reattiva e di livello complessivo adeguato a una simile proposta, si può passare, nel secondo quadrimestre, a un romanzo invece ormai pienamente novecentesco, così da mostrare come le caratteristiche della narrativa realista che abbiamo prima elencato si siano rovesciate, nella produzione dell'ultimo secolo, nel loro esatto opposto. Anche qui con i titoli ci si potrebbe sbizzarrire: dal Fu Mattia Pascal o da Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello alla Coscienza di Zeno di Italo Svevo. Ma anche qui – perché no? – spazio alle letterature straniere, con qualche titolo di James Joyce, Thomas Mann, Marcel Proust o Franz Kafka.

 

... e per il triennio

Più sistematico potrebbe essere invece l'approccio alla lettura da sviluppare al triennio. In questo caso, senza dimenticare la produzione straniera, ci si può concentrare su quella italiana. Attraverso il meccanismo della programmazione comune, gli insegnanti di Lettere di uno stesso istituto possono giungere a ipotizzare i nomi di alcuni scrittori italiani di cui, al termine del quinquennio, ogni studente debba aver letto almeno un'opera. Oppure, in alternativa, un elenco di testi imprescindibili. In altre parole, si tratta di stilare uno sorta di micro-canone, che abbia non tanto pretese di esaustività o di verità assoluta in termini storiografici, quanto una sua effettiva fruibilità didattica per la particolare tipologia di scuola.

Si tratterà di titoli dell'Otto e del Novecento, ma, affinché in tre anni gli studenti riescano a svolgere e ad assimilare questi contenuti, sarà opportuno che il lavoro inizi già nel primo anno del triennio. Non necessariamente in ordine cronologico: si può partire con un romanzo di Vasco Pratolini (più 'facile') per arrivare in un secondo momento a un romanzo di Gabriele D'Annunzio (più 'difficile'): sempre che Pratolini e D'Annunzio figurino nel novero degli autori 'da leggere'.

L'insegnante potrà dedicare qualche lezione di inquadramento storico-letterario e di presentazione degli autori, ma il grosso del lavoro sarà deputato, appunto, alla 'lettura domestica'. Con due vantaggi principali: l'alleggerimento del vasto programma dell'ultimo anno (di molti dei cui testi capitali si sarà così anticipata negli anni precedenti la lettura diretta) e la possibilità concreta di giungere a conoscere anche la produzione del secondo Novecento.

 

 

*Docente di Letteratura italiana contemporanea presso l'Università degli Studi di Milano

 

 

 

 

 

 







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