Ci siamo? Forse. Ormai però sembra sicuro che a febbraio ci
dovrebbero essere nelle busta paga del personale della scuola
i sospirati aumenti contrattuali, mentre gli arretrati pare
siano anch’essi in cammino e probabilmente in busta separata,
parola degli uffici del tesoro. Disguidi tecnici dell’amministrazione,
dicono contriti, che eroga gli stipendi e che però
sta provvedendo con sicurezza a mettere come stabili, e
quindi pensionabili, le indennità di direzione al personale docente.
In altre parole i compensi dati per le funzioni strumentali
e le vicepresidenze saranno incluse nella base di calcolo
del Tfr così come prevede il contratto ultimo concordato tra
Aran e sindacati. Il fatto poi che il Governo sia caduto non
pregiudica l’erogazione del diritto, a prescindere pure dagli
sputi che se un alunno lancia contro un suo compagno, per
qualsiasi motivo, sono motivo di sospensione almeno per
cinque giorni. Se invece dice parolacce o volgarità può beccarsi
un rapporto disciplinare valevole per il voto di condotta
che da qualche tempo, fortunatamente, rientra nella media
del giudizio complessivo, contribuendo alla perdita dell’anno.
La scuola, checché se ne dica, è sempre più seria del Parlamento
da dove vengono esempi non del tutto edificanti, come
è successo con la famosa Madamweb, l’insegnante di lettere
in giro per Berlino con le tette al vento durante la fiera
dell’eros, che è stata sospesa dall’insegnamento per le sue
performance pornografiche, cosa che non avviene con i parlamentari
condannati per motivazioni assai più gravi, mentre
la mitica onorevole Cicciolina votò leggi che riguardavano
il futuro del paese.
Goliardia parlamentare, si direbbe,
adusa pure alle leggine per cercare di salvare scelte indecorose,
come quella di consentire alle lauree triennali di potere
accedere alla dirigenza ma mortificando chi si è sudato il
proprio titolo, del tutto simile a quell’altra che insediò nelle
presidenze tutti coloro che avevano partecipato al concorso
a qualsiasi titolo, a beffa sempre del diritto. Ha quindi poco
da bacchettare Fioroni i capi scolastici dai quali, dopo avere
conferito loro la stelletta di sceriffo, pretende di più e non solo
in termini di decisioni ma anche di controllo e impiego dei
fondi di cui dispongono. Avrebbe dovuto capire, ma anche i
suoi predecessori e chi lo sostituirà, che se una scuola funziona
bene dipende da come la dirigenza si pone col personale
e con gli studenti.
Ma un Ministro che ha a cuore l’istruzione, e quindi il futuro
del paese, oltre a bacchettare, dovrebbe mandare severe
ispezioni per verificare, oltre i delicati bilanci di spesa con
i ricchi progetti europei, anche l’impatto con le attività didattiche
che dai dirigenti dipendono, a prescindere dal non
gradimento espresso dalla Cgil-scuola che ha mandato a
dire che i presidi sono l’asse portante della istruzione. Ed è
tanto vera questa nota che se certi istituti brillano in cedibilità,
iscrizioni, attività il primo merito va al preside che riesce
con sapienza e capacità a dirigere il traffico.
Di questi
giorni la delicata questione dell’obbligo scolastico che coinvolge
sia il biennio della secondaria superiore e sia la primaria:
quanti sono i presidi che si stanno attivando per l’attuazione
di questo importante legge dello Stato? Se è vero tuttavia
che indicazioni precise e i fondi scarseggiano, è anche
vero che l’autonomia delle scuole potrebbe consentire un
buon affondo nel territorio e dirigenti preparati potrebbero
essere i veri protagonisti di questa legge che, si badi, vuole
consentire a tutti l’istruzione e quindi la formazione di cittadini
più responsabili e maturi. Gestire il quotidiano è molto
semplice, progettare è più difficile mentre non è più pensabile
una scuola avulsa dal territorio che in vista della scadenza
del 30 gennaio per le iscrizioni e la conclusione del quadrimestre
non abbia creato ancora premesse credibili alla cosiddetta
utenza.
PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)