Sono oltre mille i lavoratori della
scuola, tra personale docente e ata, che dal prossimo primo settembre
andranno in pensione.
A seguito della recente normativa
potranno presentare domanda
di cessazione dal servizio tutti
coloro che compiranno il cinquantottesimo
anno di età nel
2008, unitamente al requisito dei
35 anni di contribuzione. Tenuto
conto della suddetta disposizione,
al fine di consentire la revoca o
l’eventuale domanda di cessazione,
limitatamente al personale interessato
dai cambiamenti introdotti
dalla nuova normativa, è stato
disposto lo slittamento dei termini
di scadenza, dal 10 al 21 gennaio.
Gli effetti di tale disposizione
si tradurranno certamente in
un incremento dell’esodo con aumento
dei posti vacanti che dovranno
essere coperti. E’ auspicabile
che ciò determini un aumento
delle assunzioni a tempo indeterminato,
considerato che è già
elevata la percentuale di dipendenti
scolastici precari assunti anche quest’anno( circa 6000). La
stabilità del personale, infatti, costituisce
elemento fondamentale
per incrementare la qualità del
servizio delle istituzioni scolastiche
che possono contare sulla
continuità degli interventi assicurati
dal personale in servizio.
In ogni scuola della nostra provincia
vi sono anche dei docenti
che andranno in pensione per dimissioni
volontarie naturalmente
rientrando nelle ’finestre’ stabilite
dal nuovo provvedimento che
ha eliminato lo scalone istituito
dal precedenti governo.
Anche lo Snals si augura nuove
immissioni nei ruoli, magari un
contingente più corposo rispetto
al decorso anno scolastico. A tal
proposito il segretario del sindacato
autonomo prof. Tempera rileva
che «bisognerà dare stabilità
alla scuola e i posti che lasceranno
i futuri pensionati dovranno essere
assegnati a personale di ruolo.
Purtroppo, dice Tempera, lo scorso
anno le cattedre che hanno lasciato
i pensionati solo in parte
sono state assegnate ai docenti
precari, per cui il precariato anziché diminuire è aumentato. Il medesimo
avvenimento avverrà il
prossimo anno qualora non venisse
programmata una massiccia
immissione nei ruoli».
Oltre tutto, sistemando i precari
non vi sarebbe un aggravio
per lo Stato dal momento che si
tratta di personale che annualmente
svolge attività lavorativa,
sia pure con contratto a tempo
determinato. Personale che viene
licenziato a fine giungo, per essere
riassunto al primo settembre,
mentre nelle scuole, ovviamente,
continueranno i cosiddetti ’balletti’
di docenti a tutto danno della
continuità didattica per gli studenti.
MARIO CASTRO (da
www.lasicilia.it)