IL PRESIDE DEL CANNIZZARO. Docenti a tempo determinato «Problema ferie solo per loro»
Data: Mercoledì, 16 gennaio 2008 ore 01:33:06 CET
Argomento: Rassegna stampa


Il preside del tecnico industriale Cannizzaro, prof. Salvatore Indelicato, in una lettera inviata alle Rsu del suo istituto fa marcia indietro sulle ferie natalizie date di ufficio al personale docente che svolge attività didattica nella scuola. Nel suo decreto del 27 scorso rilevava che «il personale in servizio al Cannizzaro, a tempo indeterminato e determinato, è collocato in ferie nel periodo dal 24 dicembre 2007 al 5 gennaio 2008 per un totale di 9 giorni». Adesso, in una lettera inviata alle Rsu, specifica che il problema ferie natalizie non esiste per i docenti a tempo indeterminato.

Se il preside avesse incluso nel suo decreto solo i precari e non anche i docenti a tempo indeterminato - commentano i sindacati - forse la polemica avrebbe assunto toni minori e avrebbe determinato commenti diversi.

Il preside Indelicato, in una propria nota, sottolinea che ha affrontato la questione in base al recente decreto Fioroni sul recupero dei debiti che reintroduce le prove suppletive estive, prevede la possibilità dei corsi estivi e della convocazione degli scrutini di seconda istanza, anche nei mesi estivi. Anche se il collegio del Cannizzaro ha deciso di chiudere le attività entro luglio, «questa novità implica sul piano organizzativo una più attenta e mirata gestione della problematica della concessione delle ferie ai docenti. Se infatti per il personale ATA non si pone e non si è mai posto alcun problema, visto che il meccanismo è omologato ai restanti comparti del pubblico impiego, per il personale docente c’è una specificità che ha portato in passato a sorvolare sul problema». Ne è riprova il fatto che i dirigenti non presentavano istanza di concessione delle ferie che venivano assegnate d’ufficio. «Questa prassi consolidata necessita ora una rivisitazione. Per i docenti a tempo indeterminato il problema praticamente non esiste. Per i docenti precari, invece, assume un rilievo formale più attento.

L’art.13 del Contratto nazionale di lavoro prevede che le ferie sono un diritto-dovere irrinunciabile e non monetizzabile, volte al riposo e al recupero psicofisico e devono esser fruite dal personale docente durante i periodi di sospensione delle attività didattiche e, per ogni anno scolastico, consistono in 32 giorni lavorativi. Per inciso ricordiamo che durante la rimanente parte dell’anno, la fruizione delle ferie è consentita al personale docente per un periodo non superiore a sei giornate lavorative solo se c’è la possibilità di sostituire il personale alla condizione che non vengano a determinarsi oneri aggiuntivi anche per l’eventuale corresponsione di compensi per ore eccedenti. Cosa che limita drasticamente tale possibilità rendendola praticamente impossibile. Lo stesso contratto prevede che, in caso di particolari esigenze di servizio, le ferie stesse saranno fruite dal personale docente a tempo indeterminato entro l’anno scolastico successivo nei periodi di sospensione dell’attività didattica. Per cui se la scuola dovesse sforare a luglio, le ferie residue slitterebbero al Natale successivo.

Ma se le ferie sono un diritto-dovere irrinunciabile e non monetizzabile come si può giustificare, per esempio per i docenti precari che concludono entro giugno il servizio, la richiesta di monetizzazione delle ferie per intero, allorquando invece avranno sicuramente usufruito di giorni di riposo a Natale e a Pasqua? Il diritto-dovere irrinunciabile non determina l’obbligo per il dirigente, in caso di omissione voluta del docente precario di produrre l’istanza, di includere nel conteggio tutti i periodi di sospensione ufficiale delle attività decretate dal consiglio di istituto e incluse nel POF quali le vacanze di Natale e Pasqua? Sono solo questi per loro i due periodi che determinano il diritto-dovere di chiedere le ferie. E quindi, se omissivi, determinano il dovere dell’amministrazione di intervenire per evitare aggravi all’erario.

Non solo ma per i docenti precari che verranno chiamati a luglio per partecipare agli scrutini di seconda istanza si determinerebbe addirittura un doppio pagamento tra ferie mancate e straordinario, se non venissero conteggiati i periodi natalizi e pasquali. La ragioneria dello Stato come affronterà ora il problema? Forse la giurisprudenza in materia è stata disattenta, perché sin’ora il problema non si è posto e nessuno l’ha posto, a differenza di quanto succede nell’universo lavorativo normale. L’obiezione sollevata del perché si affronta ora il problema visto che negli anni passati si è sempre pagato a piè di lista, merita l’ovvia risposta che ora il decreto Fioroni porta allo scoperto il problema. Anche se ci sarebbe l’altra risposta etica che un andazzo poco chiaro può sempre essere cambiato e in qualsiasi momento».

(da www.lasicilia.it)







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