LA COLPA E' TUTTA DEI GIUDICI
Data: Mercoledì, 09 gennaio 2008 ore 11:12:40 CET
Argomento: Rassegna stampa


LA COLPA E' TUTTA DEI GIUDICI
 
 
 
 
Così destra e sinistra si sono mangiati la seconda Repubblica. Già. Se la sono proprio, con espressione volutamente popolare, mangiata. E’ questo il sottotitolo dell’interessante saggio di Gianni Barbacetto, Peter Gomez, Marco Travaglio (Mani sporche, Chiare lettere, pp.914, €19,60), che ci narra, col solito stile del giornalismo di razza degli autori,  che cosa è successo negli ultimi anni, dal 2001 al 2007. E’ una storia di cui conosciamo gli ormai celeberrimi protagonisti. Dal governo del cavalier Berlusconi e dell'ingegner Castelli a quello del professor Prodi e del ras di Ceppaloni, Clemente Mastella. Perchè in Italia stavolta ad essere sotto accusa non sono i vecchi politici, buona parte peraltro ancora presenti in veste riciclata: stavolta la colpa è tutta dei magistrati. Da accusatori ad accusati. E impietosamente. Quei pochi che resistono, combattono da soli, spesso abbandonati dallo stesso Csm, vessati dalla stampa, criticati dalle altre istituzioni. Altro che mani pulite. Qui le mani sono diventate sporche, sporchissime. E nessun governo fa meglio dei precedenti: le leggi vergogna varate da Berlusconi dovevano essere subito smantellate dal centro sinistra. Invece sono ancora in vigore. A quelle se ne sono aggiunte altre come l'indulto per svuotare le carceri (di nuovo piene), le intercettazioni e il bavaglio alla stampa, l'ordinamento giudiziario Mastella: tutto in barba alle promesse elettorali dell'Unione. Se prima era necessario corrompere, ora i soldi i partiti se li danno da soli, il controllato e il controllore sono sempre la stessa persona.
Siamo di fronte a un libro in cui giornalisti come Gomez e Travaglio, che hanno dato, a volte, l’impressione di essere ostinatamente votati alla persecuzione di Silvio Berlusconi, stavolta la cantano chiaro in faccia a tutti. Così, mentre Gherardo Colombo lascia la magistratura e Gian Carlo Caselli viene estromesso dalla Procura antimafia, il giudice Carnevale, grazie a una legge apposita, ritorna in Cassazione a 76 anni (ci rimarrà fino a 83), Craxi viene pienamente riabilitato, anche a sinistra, e molti di coloro che sono stati riconosciuti colpevoli ora sono in Parlamento (alcuni in Commissione Antimafia).
Il quadro che ne viene fuori è sconfortante. E se è vero che, finchè c’è parola e forza di denuncia, c’è speranza, sorge infine spontaneo un altro pensiero: chi l'avrebbe mai detto che avremmo difeso la nosta giustizia e la nostra democrazia a colpi di libri?

Silvana La Porta








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