ADEGUAMENTI CONTRATTUALI, SCIOPERI IN VISTA?
Data: Mercoledì, 09 gennaio 2008 ore 02:30:32 CET
Argomento: Rassegna stampa


Con lo stipendio di gennaio i lavoratori della scuola riceveranno l’intero ammontare degli incrementi e degli arretrati di due anni, 2006/07, con buona pace di chi aveva contratto debiti o di chi contava di mitigarli. Gli arretrati sono quelli relativi al contratto scaduto a dicembre 2007 ma chi si aspetta che in automatico scattino i conteggi salariali e l’adeguamento all’inflazione per la nuova quadriennalità 2008/11 rimarrà deluso perché, se è certo che tra sindacato e governo è stata sottoscritta la parte normativa, per quella economica non è stato previsto il becco di un quattrino.

Dopo i temporali natalizi dunque altre bufere di sciopero si profilano sull’arcipelago scuola e questa situazione non è buona perché sui proclami al rigore e al maggiore impegno chiesto ai docenti non corrisponde l’altrettanta coscienziosità di chi trombeggia. Infatti da un lato si pretende ma dall’altro non si dona e dal momento che i patti si stringono in due, il dare pretende l’avere benché il ministro Fioroni col nuovo anno, pensiamo, pretenderà di più e soprattutto dopo il tonfo che pure i docenti di materie scientifiche avrebbero subito non sapendo rispondere alle stesse domande usate dall’Ocse- Pisa per sondare la preparazione dei loro studenti.

Sembra infatti che solo il 36% del campione di professori abbia saputo spiegare perché lievita la pasta e su questa ignoranza fermentante i primi a stracciarsi le vesti sono stati un pugno di presidi per i quali in ogni caso occorrerebbe pure un sondaggio al fine di capire se almeno una maggioranza capisca qualcosa sul delicatissimo ruolo che hanno. Più garbato il ministro Fioroni che promette misure adeguate per risollevare le sorti dell’insegnamento, ma sempre commisurate alle capacità del suo inadeguato cacciavite.

E la stranezza sta sempre nel fatto che tutti parlano di globalizzazione, di efficienza e cultura ma poi non si interviene alla radice come se la cultura fosse di parte e come se la preparazione di giovani appartenesse alla parte di una parte. E così da un lato si prende atto che la nostra classe insegnante è la più vecchia d’Europa, la peggio pagata, la più bistrattata, la più mobbizzata, quella lasciata più sola dalle istituzioni, quella più precaria e dall’altro non si prendono misure adeguate, mentre l’unica cosa che Fioroni riesce a dire è: «stiamo lavorando su un piano di aggiornamento degli insegnanti».

Che vuol dire? Spera forse che un corso di aggiornamento sia la panacea di tutti mali? Ma ha visto il ministro che molto del lavoro dei professori è legato a soli atti burocratici? Si è fatto raccontare che ancora l’insegnamento è frontale, ripetitivo, ruffiano per evitare rappresaglie e che l’unico spauracchio per i neghittosi è solo il registro su cui spesso i voti non fanno testo sol perché c’è sempre il rischio di perdere l’utenza e quindi il lavoro? Ma non ha capito che l’insegnamento è il rifugio di chi non riesce a trovare altro per tirare la carretta? Non si è fatto spiegare come si sia formato questo turbinio increscioso di precari? Non ha chiamato esperti per capire il significato e il ruolo della scuola di massa dove oggi, e con la nuova ma opportuna legge dell’obbligo, tutti devono entrare? E se si pretende l’obbligo non si deve pure prevedere un altrettanto obbligo dello Stato ad avere programmi, strutture, personale, mezzi, soldi in grado di affrontare «la valanga che sale»?

Entro gennaio si concludono le iscrizioni ma molte scuole sono carenti d’aule e non si sa bene come e su quali tempi ottemperare ai recuperi e alle conseguenti riparazioni di settembre. E’ chiaro dunque che non c’è nulla di chiaro?

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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