Solidali per non ridurre il Natale ad una fiaba
Data: Mercoledì, 26 dicembre 2007 ore 13:58:14 CET
Argomento: Opinioni


Benedetto XVI, nella sua seconda enciclica Spe salvi, scrive che «un mondo senza Dio è un mondo senza speranza», perché è «solo Dio che può creare giustizia». Qui il cristianesimo si gioca la faccia: sulla sua ragione pubblica - come Joseph Ratzinger va dicendo dall'inizio del pontificato -, che significa occuparsi della giustizia nel mondo. E che cos'è la giustizia se non il declinare con parole e azioni il valore della vita?Interroghiamoci sulla situazione di oggi. La ricchezza è malamente distribuita, favorisce un largo benessere per pochi e una larga inquietudine per molti. Solidarietà è una parola che mette angoscia, perché implica non solo il gesto meccanico dell'elemosina, ma costringe alla revisione dei modelli di vita, inchioda responsabilità politiche, mette di fronte a quello che si tende a nascondere, a scacciare dall'orizzonte.

Quanti sono i popoli della terra che abbiamo intrappolato nella fame perenne, solo perché l'unico modello di sviluppo autorizzato è il nostro, dove conta di più l'economia degli armamenti che quella della produzione di cereali? Quanti sono i popoli del mondo spariti dalla nostra coscienza e dalla nostra informazione solo perché non contano nulla nel grande gioco della globalizzazione finanziaria, che sposta denaro sui mercati virtuali?

Gli ultimi che abbiamo chiuso fuori dalla porta sono quelli del Bangladesh, "poveracci" che vanno sott'acqua da anni e anni, muoiono a migliaia per via di tifoni improvvisi e di case di canne spazzate dal vento. È un esempio tremendo il Bangladesh. È un Paese sull'acqua, vita e morte, campi irrigati e alluvioni devastanti. L'ultimo ciclone ha fatto migliaia di morti e nessuna notizia.

Eppure, il mondo ha dato un Nobel a uno di qui, il professor Muhammad Yunus, l'inventore della Grameen Bank e del microcredito come scommessa vincente per lo sviluppo. Era un'idea che ha dato gambe e cuore alla speranza. Ma i ricchi l'hanno fatta diventare icona e poi sbattuta in soffitta. Adesso nel Bangladesh in ginocchio per l'ultimo ciclone restano solo la Caritas e la Chiesa cattolica a occuparsi di "poveracci". Proprio come dice il Papa nella sua ultima enciclica: «Dio sa creare giustizia in un modo che noi non siamo capaci di concepire». Famiglia Cristiana è andata, a Natale, a raccontare l'impegno della Chiesa, perché nessuno può permettersi di "revocare" la sofferenza, obbligando all'oblio. E assieme alla Caritas italiana lanciamo l'appello a tutti i nostri lettori per costruire case, scuole e rifugi anticiclone in Bangladesh .

Il Vangelo non è consolazione. È resistenza. C'è una frase fulminante nell'enciclica Spe salvi. Vale la pena di meditarla a Natale: «Io sono convinto che la questione della giustizia costituisce l'argomento essenziale, in ogni caso l'argomento più forte, in favore della fede nella vita eterna». Altrimenti perché Gesù si sarebbe dovuto fare uomo e soffrire come tanti uomini oggi inchiodati alla croce delle nostre sciagurate scelte economiche e delle nostre memorie corte?

Noi abbiamo un vantaggio rispetto a quelli del tempo di Gesù: abbiamo una moltitudine di testimoni vivi e morti, spesso martiri, che ci indicano la strada. Sono loro la stella, quella stessa stella che i Magi hanno visto duemila anni fa nel cielo di Betlemme, che non è mai stata parte di una bella fiaba.

 Da  Famiglia cristiana







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