Studenti somari, prof a lezione. Il Ministro: corsi di sostegno alla media e piano per la formazione dei docenti
Data: Venerdì, 21 dicembre 2007 ore 00:25:25 CET
Argomento: Rassegna stampa


IL GIORNO, LA NOTTE E L’IGNORANZA BIBLICA

Giosuè disse: fermati o Sole. Commise un errore colossale e campò lo stesso. Ci vollero Copernico e Galileo per dimostrare che aveva torto marcio e che è la Terra a ruotare intorno al Sole. Secondo i dati del rapporto Ocse- Pisa 2007, oltre il sessanta per cento dei quindicenni della scuola italiana è affetto da un’ignoranza biblica, essendo fermo alla concezione sbagliata di Giosuè o non avendo neanche quella. Gli studenti non sanno da cosa dipende la differenza tra il giorno e la notte, e ovviamente non hanno la minima cognizione della rivoluzione copernicana né del martirio scientifico di Galileo Galilei.

Con questa ignoranza ovviamente si campa lo stesso, anche se viene da chiedersi a che serve la scuola più antiscientifica dell’Occidente e quale funzione svolgano gli insegnanti. Il malinteso senso della cultura umanistica fa rimpiangere i vecchi alchimisti esperti di arti liberali e scienze. Siamo, per usare il linguaggio ministerial burocratico, all’emergenza formativa a cui il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni risponde con la fanfara di un piano straordinario di rieducazione dei docenti.

I dati sono sconcertanti ma bisogna ammettere che le statistiche dipendono molto da come si pongono le domande. Se chiedi a un quindicenne da cosa dipende la differenza tra il giorno e la notte lo insospettisci e diventa reticente. Certo non sa risolvere un teorema ma distingue i ritmi matematici di tanti stili musicali, non è capace di capire un’equazione ma è esperto inconsapevole di bit e sistemi analogici... E poi fa della notte giorno e giorno della notte.

SALVATORE SCALIA (da www.lasicilia.it)

 

 

Piano per la formazione dei prof e corsi di sostegno per la media

ROMA. È «emergenza formazione» e il governo corre ai ripari a tutti i livelli, dalle scuole medie all’università. In una sola giornata, il ministro Fioroni ha presentato corsi di sostegno per la scuola media e annunciato un piano straordinario per la formazione dei docenti, mentre il premier Romano Prodi con Giovanna Melandri e il presidente Abi, Corrado Faissola, hanno firmato una convezione per il credito ai giovani universitari.

DATI OCSE ED EMERGENZA FORMAZIONE. Fioroni ha presentato nuove elaborazioni dei dati del rapporto Pisa 2007 che continua a far emergere sacche di drammatica mancanza di conoscenza: il 65% degli studenti di 15 anni interpellati non ha saputo spiegare il perché della differenza tra giorno e notte. Il 50,9% è risultato insufficiente nella prova di lettura e comprensione di un testo, con punte del 65% nel Sud e nelle Isole. Il 35% è insufficiente in matematica, un terzo non riesce a leggere un grafico o ad interpretare una formula.

PIANO STRAORDINARIO. A gennaio sarà predisposto un piano straordinario per la formazione dei docenti. Il ministro della Pubblica istruzione ha detto che porrà «la questione al prossimo Consiglio dei ministri e dopo Natale in un incontro con il premier Romano Prodi e il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa- Schioppa, per mettere rapidamente in atto un piano straordinario che coinvolga anche riqualificazione e aggiornamento professionale dei docenti».

SOLO DUE DOCENTI DI MATEMATICA UNDER 31 NELLE MEDIE. Tra i dati forniti dal ministro, uno spicca: in tutta la scuola media italiana sotto i 31 anni ci sono soltanto due professori di matematica. Il piano straordinario di aggiornamento dei docenti dovrà iniziare dalla scuola media.

CORSI DI SOSTEGNO PER LE MEDIE. È proprio nella scuola media che si registra la maggiore emergenza formativa: nella terza media viene respinto solo il 2,2%, dato che sale al 18% nella prima superiore. Per questo il ministero della Pubblica istruzione realizzerà per la prima volta un piano di azione mirato che prevede corsi di sostegno in italiano e matematica. Uno sforzo aggiuntivo che si concretizza in uno stanziamento iniziale di cinque milioni di euro per l’avvio delle attività che saranno finalizzate specialmente per il primo anno, ma che saranno decise in autonomia dalle singole scuole.

«DIAMOGLI CREDITO». Il Protocollo tra il ministro delle Politiche giovanili e l’Abi per il credito ai giovani studenti universitari potrà generare circa 660 milioni di euro di finanziamenti effettivamente erogabili nel triennio 2007-2009 e prestiti fino a 6.000 euro a studente. «Questo accordo – ha detto il premier Romano Prodi – è un fatto di grande civiltà ». «L’accordo – ha detto il ministro delle Politiche giovanili – rappresenta una piccola ma decisiva rivoluzione copernicana. Finalmente gli studenti meritevoli potranno entrare in una banca senza mamma e papà, senza bisogno né di una busta paga né della firma di un garante, e ottenere un prestito per pagarsi un Erasmus, un master, l’acquisto di un computer, le tasse universitarie o le spese connesse alla locazione».

GIANLUCA VANNUCCHI (da www.lasicilia.it)

 

LE REAZIONI IN CATTEDRA: I prof: «Ma il vero anello debole sono le elementari»

Gli studenti italiani sono in gran parte somari: il rapporto Pisa-Ocse non lascia dubbi. Un mistero per molti ragazzi non restano soltanto le nozioni più avanzate di matematica o di scienze, ma cognizioni elementari, come il sapere fare di conto, la lettura, la comprensione di un testo o la motivazione della differenza tra il giorno e la notte.

Sotto accusa, in particolare, la scuola media. «Scuola nella quale – spiega la professoressa Concetta Mangiameli, docente di lettere alla media "Dante Alighieri" di Catania – arrivano dalle elementari ragazzi senza le basi, con gravissime lacune ortografiche, grammaticali, grafiche e con una scarsa capacità di scolarizzazione. Per cercare di recuperare, siamo quindi costretti a procedere con lentezza e a tenerci su un livello medio-basso. Oralmente i ragazzi di oggi sono più spigliati, ma nello scritto le lacune vengono tutte fuori. Inoltre, mancano di capacità logica e metodo di studio e sono impegnatissimi in attività pomeridiane che impediscono loro di applicarsi».

Sotto accusa, per la professoressa Mangiameli, una riforma delle elementari pasticciata, testi poco adeguati, un eccesso di circolari burocratiche e l’impossibilità di attuare una selezione: «Soltanto ora si ricomincia a parlare di bocciature, dopo che per anni sono state tabù». E i docenti? «Non so se il piano del ministro potrà sistemare le cose, ma è giusto che i docenti vengano informati di cosa non va: certo, i prof più giovani sembrano più interessati ai progetti innovativi che alla prassi scolastica normale».

La necessità di recuperare le abilità di base è condivisa dal preside della «Petrarca», Santo Gagliano: «Spesso – accusa – non è stata curata la formazione personale: i ragazzi, privi delle abilità di base, vivono persi nell’immaginario televisivo e del telefonino. Le nuove tecnologie, dal computer ai messaggi multimediali, devono al contrario essere strumenti e sussidi per l’acquisizione delle abilità di base. Le quali, quindi, vanno acquisite gioiosamente inserendole nella società di oggi. I ragazzi, invece, non hanno rapporto con il reale». Quanto ai libri di testo, il prof. Gagliano è lapidario: «Secondo me – spiega – non dovrebbero esistere, ma ogni insegnante se li dovrebbe creare ad hoc». Spezza invece una lancia in favore dei programmi «belli, purché siano intesi non come programmi – in quel caso dispersivi – ma come elementi dai quali scegliere il percorso più adatto e più funzionale».

E che la scuola elementare sia l’anello debole della catena, trova d’accordo anche il preside Gagliano: «Debole perché bombardato da vari modelli, perché i compiti a casa vengono fatti spesso dai genitori e si bada più ai quaderni belli che agli obiettivi. Debole, infine, perché le famiglie (ma questo è un problema che riguarda anche gli altri gradi dell’istruzione) si intromettono nei programmi senza averne le competenze».

Dubbiosa, infine, sulla strada intrapresa dal ministro per ridare smalto alla scuola media, la professoressa Michela D’Oro, preside dell’istituto comprensivo «S. Orsola»: «I recuperi dei debiti – spiega – mi sembrano dei palliativi.

Il cuore del problema, per me, è un altro: la creazione di un patto educativo senza ideologie tra scuola pubblica e privata, la passione di insegnare da parte dei docenti (non legata solo alla remunerazione economica), una maggiore libertà di educazione. Il vero problema è come si lavora la mattina, non come recuperare le nozioni durante il pomeriggio. Laddove all’estero questi interventi sono stati fatti, i risultati positivi si vedono. Altrimenti, restano interventi anche giusti, ma isolati, non risolutivi».

MARIA AUSILIA BOEMI (da www.lasicilia.it)

 







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