IL TRENTINO BOCCIA GLI ESAMI DI RIPARAZIONE
Data: Marted́, 18 dicembre 2007 ore 00:05:00 CET
Argomento: Comunicati


Il Trentino boccia gli esami di riparazione

La Provincia di Trento è intenzionata a non recepire la normativa nazionale che prevede la sospensione del giudizio e il rinvio a settembre della decisione sul passaggio alla classe successiva. Il ritorno agli esami di riparazione promesso dal ministro Fioroni, infatti, non piace a Dellai
16/12/2007 18:40

Promossi o bocciati. Tertium non datur. La Provincia di Trento è intenzionata a non recepire la normativa nazionale che prevede la sospensione del giudizio e il rinvio a settembre della decisione sul passaggio alla classe successiva. La linea di condotta sarà messa nero su bianco dalla giunta provinciale nella seduta di venerdì prossimo. Il ritorno agli esami di riparazione promesso dal ministro Fioroni, infatti, non piace a Dellai. Tale modalità è stata reintrodotta con una recente ordinanza volta nelle intenzioni a restituire serietà alla scuola: gli studenti che presentano lacune in una o più materie non saranno promossi o bocciati a giugno, ma dovranno attendere un' ulteriore verifica da sostenere al termine di corsi di recupero estivi. In sede di scrutinio finale il consiglio di classe rinvierà il giudizio a settembre, prima dell'inizio delle lezioni. Per essere ammessi all'esame finale gli studenti dovranno in ogni caso aver saldato i debiti. «Ci siamo resi conto - spiega il presidente Lorenzo Dellai - che questa scelta crea una serie di problemi di difficile soluzione. Stiamo dunque ragionando su una risposta "trentina" alla nuova normativa nazionale che si presenta di difficile realizzazione in tempi piuttosto stretti». Le difficoltà sono di tipo organizzativo: in pochi giorni, a settembre, si dovrebbero infatti aggiornare le iscrizioni, formare le classi, assegnare l'organico con conseguenti ritardi nel regolare avvio dell'anno scolastico. Il dipartimento istruzione ha dunque elaborato una proposta alternativa che è stata presentata giovedì scorso ai dirigenti scolastici degli istituti superiori. «L'ipotesi - afferma Dellai - è parzialmente diversa da quella decisa dal ministro, ma si propone i medesimi obiettivi da conseguire tuttavia con una semplificazione delle procedure. Un vantaggio per studenti, per docenti e per famiglie». A giugno i consigli di classe dovranno pertanto decidere se promuovere o se bocciare uno studente, un'alternativa secca che non comprende il rinvio del giudizio a settembre. Questo dovrebbe comparire sui tabelloni da esporre. Gli alunni con parziali lacune sarebbero obbligati a frequentare corsi di recupero da tenersi entro il 30 settembre. Al termine è prevista una verifica che potrà portare - in caso di superamento delle difficoltà - alla attribuzione del credito. «Più formazione e meno esami» è la spiegazione fornita da Dellai. Un modo per evitare che in estate famiglie, studenti e insegnanti del Trentino siano costretti a rinunciare alle vacanze per consentire agli alunni di partecipare ai corsi voluti dal ministro Fioroni. Alla base della decisione in salsa trentina vi sarebbe una situazione meno critica rispetto al quadro nazionale: le promozioni con riserva sembrano infatti meno numerose che nel resto d'Italia, a conferma che il livello medio di preparazione dei giovani trentini appare migliore di quello dei coetanei delle altre regioni, come evidenziato dalle indagini internazionali più recenti. La decisione della Provincia ha trovato una parte dei dirigenti scolastici contrari. La discussione pertanto resta ancora aperta e necessita di alcune importanti verifiche tecniche che riguardano la competenza della Provincia a regolamentare la materia in maniera parzialmente difforme da quanto stabilito dal ministro. La norma di Fioroni si collega strettamente alla legge sui nuovi esami di Stato. Il dubbio, sollevato da numerosi dirigenti scolastici, concerne proprio il valore di un titolo finale di studio conseguito con modalità di promozione diverse fra il Trentino e il resto d'Italia. «A me - commenta Dellai - sembra una soluzione ottima». La scelta finale avverrà entro pochi giorni. La delibera dovrebbe infatti essere approvata nella riunione di giunta del 21 o al massimo del 28 dicembre.

Paolo Bari
Trentino, bocciati gli esami di riparazione

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TRENTO. L'ipotesi di eliminare gli esami di riparazione in Trentino, sconfessando di fatto la riforma voluta dal ministro Fioroni, non piace ai sindacati. Dure Cgil e Uil: «La Provincia vuole sfruttare l'autonomia per risparmiare sforzi e soldi». Più possibilista la Cisl: «Il provvedimento ministeriale creerebbe in effetti dei problemi e di conseguenza se si potesse sfruttare l'autonomia per lasciare le bocce ferme ed organizzarsi meglio potrebbe anche essere positivo».

La situazione è di quelle delicate. La riforma del ministro Fioroni rispolvera gli esami di riparazione per ridare credibilità alla scuola e porre fine al problema, reale, dei debiti non saldati (in Trentino non lo è uno su tre). In pratica, gli studenti che non hanno saldato i debiti entro giugno o che hanno materie insufficienti, devono sistemare tutto entro il 31 agosto. Per questo devono essere attivati dei corsi durante l'estate per gli alunni che devono recuperare le materie e successivamente devono essere svolti gli esami. Solo a questo punto, se un alunno passerà gli esami, sarà promosso alla classe successiva. Altrimenti verrà bocciato. È questo passaggio a preoccupare la giunta provinciale.

Secondo il governatore Lorenzo Dellai «si corre il rischio di compromettere il regolare inizio dell'anno scolastico». Il timore è che i corsi di recupero e gli esami di riparazione scombussolino la stesura del calendario scolastico e l'organizzazione delle classi, minando il sistema. Per questo il Trentino sceglierebbe la via autonoma, lasciando tutto com'è ora. Con alunni promossi direttamente a giugno, con i debiti da saldare durante l'anno sucessivo. Una scelta che non piace a molti professori «arrabbiati ed indignati» e che lascia perplessi anche i sindacati. Vincenzo Bonmassar della Uil è convinto che la Provincia abbia la sindrome dell'Alpenvorland. «Dellai proclama l'autonomia speciale anche quando non ce n'è alcun bisogno. È una sciocchezza non applicare la riforma Fioroni perché abbiamo tutti gli strumenti per fare le cose per bene. Non si corre il rischio di bloccare l'inizio delle lezioni perché coi soldi che abbiamo si può risolvere tutto. La Provincia ha appena speso un milione per finanziare le scuole private, non vedo perché non possa sborsare 300.000 euro per organizzare a dovere questa riforma».
Un altro rischio è quello di creare un conflitto col resto d'Italia, dove gli studenti vengono promossi o bocciati a settembre, mentre in Trentino lo sono a giugno. Ma secondo Gloria Bertoldi (Cgil) la questione è politica e formativa. «Mi auguro sinceramente che la Provincia non segua la "via autonomia" solo per lavarsi le mani di fronte a un problema concreto, che va affrontato, e per risparmiare qualche euro che andrebbe speso per organizzare i corsi di riparazione estivi con professori esterni. L'obiettivo della riforma è quello di ridare credibilità al sistema scolastico pubblico, ponendo fine alla barzelletta dei debiti non saldati, e questo è un principio che tutti dovrebbero condividere».

Bruno Paganini della Cisl si dice «timidamente d'accordo» con la proposta della Provincia. «Il problema sollevato da Dellai è reale: i tempi per fare corsi ed esami e per dare forma alle classi sono stretti. Credo sia giusto rivedere il sistema dei debiti, ma però bisogna strutturare meglio gli esami di riparazione. Comunque, non mi piace il metodo usato dalla Provincia, perché il dialogo coi sindacati è importante ed in questo caso non c'è stato».

Cgil, Cisl e Uil si incontreranno lunedì per valutare la situazione. Intanto Antonio Di Seclì preside del «Prati» è convinto che «gli esami di riparazione creeranno problemi organizzativi» e per questo si dice d'accordo se la Provincia decidesse di "congelare" la riforma in Trentino.

(16 dicembre 2007)








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