Sospesa dal servizio una insegnante di Firenze che aveva detto di non disegnare Gesų
Data: Lunedė, 17 dicembre 2007 ore 11:18:31 CET
Argomento: Comunicati


Sospesa dal servizio una insegnante di Firenze
 che aveva detto di non disegnare Gesù.

  dal prof. Bartolo Danzi - Segretario Provinciale e Regionale Unams-scuola (Federazione nazionale Gilda UNAMS ) per la  Puglia del 17/12/2006

 

Una insegnante di Firenze è stata sospesa temporaneamente dal servizio dal Direttore Generale dell’ UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA TOSCANA per aver detto ad un alunno di quarta elementare di non disegnare Gesù , nell’ambito di una attività didattica in classe per la realizzazione di piccoli disegni tipo “stelline o abeti”.

 La richiesta della docente ha “preoccupato” i genitori dell’alunno che, dopo essersi recati a scuola e non aver ritenuto le giustificazioni dell’insegnante soddisfacenti, hanno scritto ai giornali, definendo il comportamento della maestra “limitativo della libertà di espressione e religiosa”.

 Da ciò il provvedimento fulmineo di sospensione cautelare della docente emesso dal Direttore generale dopo l’invio di ben due ispettori scolastici a scuola. Un provvedimento, ha spiegato appunto Angotti (Direttore generale USR Toscana), adottato non perché ci sia stata una discriminazione o per connotazioni religiose, ma per il contrasto del comportamento della maestra con la funzione docente e con la finalità educativa della scuola, avendo limitato la creatività espressiva dell'alunno.

 Insomma, viva l’esagerazione di un banale equivoco tramutatosi in una situazione molto spiacevole per l’insegnante, messa sotto accusa ed addirittura sospesa dal sevizio ingiustamente per aver osato di ricordare all’alunno che il soggetto per il lavoretto di Natale assegnato erano stelline o abeti e non Gesù bambino, per vero molto più facili da realizzare da un alunno di IV elementare.

 Quale sarebbe, dunque, il comportamento limitativo della creatività dell’alunno in contrasto con la funzione docente e la finalità educativa? Ciò sarebbe vero ove solo gli alunni fossero legittimati a fare a scuola tutto ciò che vogliono, anche di diverso rispetto ai  compiti assegnati dai propri insegnanti.

 Niente regole, decidono alunni e genitori per non incorrere nel comportamento “limitativo” della creatività espressiva dell’alunno e soprattutto per non rischiare di perdere oltre alla testa, il posto.

 Come dovrebbe essere noto, non può essere “imposta” da chicchesia una data azione, modalità o strategia didattica educativa nell’insegnamento del docente, poiché la c.d. libertà di insegnamento costituisce un valore fondamentale del nostro ordinamento, tutelato a livello costituzionale (art. 33, comma 1 , Cost.), nonché a livello di legge ordinaria (art. 1 T.U. D.lgs 297/94) e di norme pattizie (art. 26 comma II , CCNL scuola 2003). Al riconoscimento di tale libertà corrisponde l’attribuzione di un diritto soggettivo al singolo docente, il quale, in piena autonomia e senza condizionamenti, proprio perché libero, deve poter decidere - entro i limiti fissati dalla legge – sia le modalità tecnico-didattiche del proprio insegnamento,  sia i valori formativi che intende trasmettere ai propri allievi.

 Ed è proprio di tale libertà che l’insegnante si è avvalsa richiedendo all’alunno di disegnare secondo il soggetto assegnato limitandosi agli abeti o alle stelline.

 Tutto il resto è pura fantasia. Non resta ora che sperare nel recupero psicologico e morale da parte della povera insegnante per avere il coraggio di continuare ad insegnare in un mondo scolastico divenuto più pericoloso della Giungla.







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