LABORINTUS e le nuove avanguardie
Data: Sabato, 15 dicembre 2007 ore 21:19:37 CET
Argomento: Rassegna stampa


Laborintus (Varese,Magenta, 1956,pp.49) raccolta di poesie.

Scritto tra gennaio 1951 e luglio 1954, il libro fu pubblicato nella collana "Oggetto e simbolo ", diretta da Luciano Anceschi e ristampato in varie occasioni. La  plaquette, pensata e organizzata come un poemetto dalla struttura aperta e circolare e costruita su un complesso impianto narrativo,  risulta articolato in ventisette componimenti senza titolo .

I singoli brani, accomunati da medesime caratteristiche tecniche e tematiche, sono "sezioni" di un complesso poema labirintico, cui allude il titolo stesso dell'opera , ricavato dall'omonimo trattato latino di arte poetica di Everardus Alemanno (sec.XIII). Documento del conflitto lacerante tra coscienza e realtà , è tutto giocato sull'antinomia tra "complicazione" , e" ricomposizione". La  rappresentazione di questo dissidio interiore simboleggia il labirintico e contraddittorio "disordine" della società neocapitalistica che viene attraversato fin nei recessi più oscuri, come in una discesa agli Inferi. La palude , allegoria della" meravigliosa melma" primigenia diventa  l'archetipo della "lividissima mater",  Ellie,  simbolo dell'"unità mistica" e del desiderio di abolire gli opposti e rappresenta il termine di riferimento iniziale di questa discesa agli Inferi. Ma il proposito di dare un'unità agli opposti è destinato a fallire e di fronte  a Ellie  si colloca, in una situazione di ininterrotto e ossessivo monologo , l'io lirico, moltiplicato e differenziato ("io sono io sono una moltitudine."). La morte alchimistica di Ellie "dentro un cerchio di nulla" simboleggia la fine del " sogno " utopistico  di risolvere le contraddizioni storiche . Di fronte a questo disperato nichilismo, l'unica soluzione sembra essre la rivolta anarchica.  Il tema "labirintico" è quindi una riflessione sul lavoro del poeta  "Laborintus / quasi laborem/ habens intus":  è un documento di riflessione metaletteraria., un "dialogo" tecnico" sulla poesia considerata come "linguaggio che partorisce".
Dice Alfredo Giuliani :" nel  discorso sanguinetiano, , rifluiscono una congerie di materiali eterogenei  e una mescolanza di registri stilistici, con effetti spesso grotteshi e dissacranti.

M.Allo







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