LA RESPONSABILITA' DELLA FILOSOFIA PER IL FUTURO
Data: Giovedì, 13 dicembre 2007 ore 23:34:48 CET
Argomento: Rassegna stampa


 

 INSEGNARE FILOSOFIA

La responsabilità della filosofia per il nostro futuro

Domenico Massaro*

 

 

Negli ultimi decenni la cultura dei sistemi formativi ha subito profonde trasformazioni. Le conquiste tecnologiche, le innovazioni economiche e gli sconvolgimenti verificatisi nella mappa geo-politica stanno ridisegnando lo scenario in cui si collocano la formazione e struzione. In questo contesto, nei documenti ufficiali degli organismi internazionali come nelle buone pratiche di tanti insegnanti, avanza una 'cultura delle competenze' che, senza negare l'importanza delle 'conoscenze', mette l'accento sugli obiettivi strategici dell'istruzione. Tra le sperimentazioni più significative a livello istituzionale ricordiamo che proprio sulla verifica delle competenze si incentra la ricerca OCSE Pisa (Programme for International Students Assesment), che valuta le competenze degli allievi di 32 paesi in relazione alle scienze, alla matematica e alla comprensione dei testi (un obiettivo che accomuna l'insegnamento delle lingue alla filosofia). Siamo di fronte a un mutamento del tradizionale paradigma didattico che, al contrario, privilegiava in modo pressoché esclusivo i contenuti disciplinari. Questo rinnovamento dipende in larga misura dal fatto che oggi diventa sempre più difficile rincorrere le innovazioni, che hanno subito un'accelerazione mai prima registrata e, pertanto, si fa sempre più pressante il bisogno di investire in una formazione che si proponga l'obiettivo di stimolare la cosiddetta 'intelligenza duttile', che si esprime soprattutto nella capacità di imparare ad apprendere. E non c'è dubbio che, in questo scenario, la filosofia assuma un ruolo di primo piano, per il suo contributo specifico all'analisi e chiarificazione di alcuni dei più gravi problemi contemporanei, da quelli ecologici a quelli che riguardano la giustizia, la libertà, la democrazia o che, nell'ambito della bioetica, si riferiscono alle drammatiche scelte circa la vita e la morte.

Per una filosofia intesa come 'scuola di libertà'

La responsabilità della filosofia per il nostro futuro è ribadita autorevolmente nel documento The Unesco Strategy on Philosophy (2004), in cui questa importante organizzazione dell'Onu invita i governi a dare impulso alla ricerca e all'insegnamento della filosofia. L'analisi e la riflessione filosofica, infatti, sono considerate innegabilmente legate all'edificazione e al mantenimento della pace tra i popoli, il cuore stesso della missione dell'Unesco, e la filosofia viene definita 'scuola di libertà', in quanto sviluppa nelle persone gli strumenti intellettuali per analizzare e capire concetti chiave come la giustizia, la dignità e la libertà. Essa contribuisce alla maturazione del pensiero libero e del giudizio autonomo, grazie alla formazione di critical skills per capire e interrogarsi sul mondo e sui suoi cambiamenti, mettendo per quanto è possibile tra parentesi i pregiudizi di carattere sociale e religioso. Insomma, l'insegnamento e la ricerca in campo filosofico costituiscono una risposta di ampio respiro alle questioni di cui si occupa l'Unesco, che in quanto organizzazione intellettuale ed etica, ha un ruolo di primo piano nel creare quello spazio pubblico in cui il dialogo possa acquistare un'autentica dimensione internazionale. Un dialogo che, nutrito dagli argomenti dei pensatori, possa vivificare le società civili ed essere ascoltato da chi deve prendere le decisioni (policy-makers). È in questo contesto, denso di suggestioni e di speranze, che possiamo immaginare la missione della filosofia come contributo decisivo alla formazione nei giovani di quel 'pensare critico' (il critical thinking degli anglosassoni), che comprende un'ampia gamma di abilità quali la capacità di riconoscere ed evitare i ragionamenti scorretti, i concetti confusi, le evidenze inadeguate, le fallacie logiche, per consolidare invece gli atteggiamenti ragionevoli in modo tale che le persone siano in grado di far discendere una conclusione dalle sue premesse, sappiano valutare gli argomenti portati a difesa di una tesi, sappiano porre correttamente le domande. Al 'pensare critico' appartiene anche la capacità di riportare al contesto di origine un'idea o una posizione teorica e di saperla attualizzare, naturalmente in modo problematico.

Le sfide della civiltà tecnologica

L'uso di queste abilità è oggi reso più urgente dalla presenza di problemi particolarmente drammatici, quali per esempio quelli che si esprimono attraverso i grandi dilemmi etici, che richiedono una convinta assunzione di responsabilità personale. Come è noto, negli ultimi decenni si è parlato di 'svolta etica', giungendo anche a sostenere che la filosofia non è morta, ma anzi è tornata di attualità proprio in virtù del rinnovato interesse per le questioni pratiche (in quest'ottica è da collocare la nascita di una forma particolare di cura che si richiama non alle psicoterapie, ma proprio alla filosofia, nota come counseling filosofico). E, difatti, l'etica, luogo privilegiato della riflessione sulle ragioni dell'agire responsabile, oggi risulta un bisogno profondo della nostra società. In estrema sintesi, il fatto nuovo che è all'origine di questo risveglio è dato dall'enorme potere della tecnologia che, nelle sue molteplici versioni e applicazioni, ha reso l'uomo per la prima volta capace di modificare la genesi e la natura stessa della vita sulla terra, ossia, come è stato detto, di "fare la parte di Dio" (su questi temi si rinvia il lettore al libro Il filo di Sofia, Massaro e Grotti, 2000). Le domande radicali a cui la filosofia deve aiutare a trovare una risposta sono, dunque, del seguente tenore: è lecito fare tutto ciò che la tecnica è in grado di fare? Quali i rischi? E dove porre i limiti, una volta dettati dalla natura stessa? E' in questo contesto di incontrollabilità o di rischio tecnologico (anche se, per altro verso, la tecnologia è una grande risorsa, se adoperata bene), che scaturisce l'urgenza di una formazione all'altezza delle sfide della società globale, nella consapevolezza che l'azione locale può avere effetti di lunga durata che si riverberano su tutto il pianeta e incidono sulla nostra vita e su quella dei posteri, che hanno diritto, come noi, a condizioni umane accettabili e soddisfacenti.

 

*Insegna Logica presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Siena, sede di Arezzo; tra le pubblicazioni: il manuale per i licei La Comunicazione filosofica (Paravia, 2003) e Il filo di Sofia. Etica, comunicazione e strategie conoscitive nell'epoca di Internet (Bollati Boringhieri, 2000).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 







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