LA STORIA DI BABBO NATALE
Data: Mercoledì, 12 dicembre 2007 ore 00:05:00 CET
Argomento: Rassegna stampa


Chi non  conosce Babbo Natale? Quel vecchio signore grosso grosso, vestito di rosso con grande barba bianca, che a Natale porta i regali ai bimbi  buoni?

Eppure, chi  conosce l'origine della sua leggenda? E del suo aspetto? E delle caratteristiche che lo contraddistinguono?  Cerchiamo di scoprire i  misteri.

Babbo Natale,  a quanto pare. è esistito davvero: era San Nicola, nato a Patara (Turchia - 300 d.C.), vescovo della città di Myra (attuale Dembre), in  Lycia (Turchia).

Fu il primo  "portatore di regali". Nacque in una famiglia ricca ma i suoi  genitori morirono di peste. Rimasto orfano fu allevato in un monastero e  a soli 17 anni divenne il più giovane prete dell'epoca.

Era un uomo  molto generoso: regalò la sua ricchezza ai bambini poveri della sua città natale.

Sono molte le  storie che raccontano della sua grande generosità: si dice che era solito regalare grandi sacchi d'oro oppure che usava gettarli dalla  finestra dove venivano raccolti dai poveri.

Ecco qui una  di quelle leggende, tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio  (XX, 31-33): è quella delle tre giovani poverissime.
 Nicola, addolorato dal pianto e commosso dalle preghiere di un nobiluomo impossibilitato a sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra sempre aperta dal vecchio castello, i tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. Tuttavia la terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità del nobiluomo e delle sue tre  figlie

La stessa  leggenda è raccontata in un'altra versione, come possiamo leggere qui  di seguito, narrata dal greco Michele Archimandrita (sec. IX): un padre che, ridotto alla disperazione dalla grave situazione nella quale viveva, decide di far prostituire le tre giovani figlie. San Nicola interviene per tre volte, lanciando all’interno della casa, un sacchetto d’oro. Grazie a questo, il padre riuscirà a dare in moglie ognuna delle tre figlie, allontanandole dal peccato.

Quando divenne  arcivescovo non usò i paramenti ufficiali: era infatti conosciuto per  la sua lunga barba bianca e per il cappello rosso.

Alla sua morte  fu fatto Santo e fu inserito nel calendario proprio in occasione delle feste per la nascità di Gesù, il 6 dicembre.

 San Nicola è protettore di bambini, ragazze e studenti , tutti facenti parte dei suoi miracoli.

Così divenne  il grande dispensatore di doni del periodo natalizio e in groppa a un asinello bianco oppure a cavallo, andava  di casa in casa portando doni ai bimbi buoni.

San Nicola è protettore degli studenti nel racconto, rappresentato in vari drammi latini, conosciuto come i Tre chierici, in cui tre giovani, derubati e uccisi da un oste, vengono resuscitati dal santo.

Nel X secolo,  un’historia composta da Reginoldo di Eichstätt, corredata da una melodia gregoriana,  riscosse notevole successo e valse all’autore la nomina a vescovo, nel 966,  contribuendo a decretare la supremazia del santo.

Da allora Nicola e la sua liturgia cominciarono a entrare prepotentemente nelle scuole, nei cori, nei monasteri. Chi si opponeva poteva essere punito dal santo stesso, come accadde al priore  Iterio, del monastero di Sens.

 Questi, narra un manoscritto  dell’XI secolo, attribuito a un monaco dell’abbazia di Bec in Normandia, si oppose con fermezza alla richiesta dei suoi cantori di introdurre la nuova liturgia, da lui considerata “opera da menestrello”. Ma una notte venne visitato da San Nicola che cominciò a percuoterlo “nel modo al quale al solito ricorrono i maestri per insegnare l’alfabeto a un ragazzo svogliato”.

Le spoglie di  San Nicola, o le presunte tali, vennero deposte a Myra fino al 1087, quando vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari dove sono tutt'ora conservate e di cui divenne il santo protettore.

Secondo alcune  leggende, il Vescovo Nicola era venuto in possesso di un oggetto magico  e sacro, il Santo Graal, grazie al quale poteva produrre abbondanza da regalare, che però fu anche causa del trafugamento delle sue spoglie per volere di papa  GregorioVII.

Così Nicola  divenne dispensatore di doni, soprattutto per i bambini poveri e buoni.

Quando ci fu  lo scisma tra la Chiesa Cattolica e quella Protestante, gli appartenenti  a quest'ultima non vollero più festeggiare San Nicola e la sua grande generosità e carità cristiana, perchè troppo legato alla Chiesa  Cattolica.

 La fama di San Nicola cominciò  perciò ad essere intaccata con la Riforma. Il compito di donare regali venne allora attribuito al Christkindel o Kris  Kringle, Gesù Bambino, un’altra figura sacra molto più accettabile di quella dell’antico vescovo, un po’ troppo folcloristica e in odore di paganesimo per l’etica protestante.  Fu così allontanato dalle chiese e dalle rappresentazioni sacre.

Ma troppo  grande era la sua popolarità e così ogni paese inventò il suo Babbo Natale, per supplire all'abolizione della festa.

In Francia ci  fu perciò "Pere Noel", in Inghilterra "Father Christmas"  (raffigurato sempre con ramoscelli di agrifoglio, edera e vischio), e in  Germania "Weihnachtsmann" (l'uomo del natale).

Quando i comunisti presero il potere in Russia,  terra di cui San Nicola è protettore, e rifiutarono la Chiesa Cattolica vollero avere anch'essi il loro "Babbo Natale" e lo chiamarono "Il Grande Padre del Gelo", ma invece del consueto abito rosso lo vestirono di blu.

Tutte queste figure natalizie si differenziavano fondamentalmente per il colore  del vestito, o blu o nero o rosso; ma avevano in comune la lunga barba bianca e il fatto di regalare doni.

Il nome San  Nicola per gli Olandesi era "Sinter Klaas" e i loro emigranti  lo esportarono, insieme alle loro tradizioni, negli Stati Uniti dove  fondarono Nuova Amsterdam (divenuta in seguito New York). Piacque subito  anche ai coloni inglesi questa figura di bontà e allegria e la  adottarono storpiando però il nome in "Santa Claus", forse  abbreviazione di Sanctus Nicolaus.

Nel corso  dell'Ottocento cambiò mezzo di trasporto, passando dall'asinello o  cavallo alla slitta trainata da renne.

Infatti, nel  1823, il professor Clement Clark Moore scrisse il poemetto "A visit  from St. Nicholas" (Una visita da San Nicola) dove descrive il  Santo come un "vecchio elfo paffuto e grassottello" e dove  racconta viaggiasse in compagnia di otto renne, ognuna col suo nome, si  calasse dai camini e lasciasse doni nelle calze appese dai bambini.

Altre  caratteristiche del Babbo Natale, così come lo conosciamo noi, furono introdotte tra il 1862 e il 1886 quando l'illustratore Thomas Nast  disegnò una serie di tavole su Babbo Natale, creando la Casa al Polo  Nord, la lista dei bambini buoni e cattivi e la fabbrica di giocattoli  dove lavorano gli gnomi.

La figura  definitiva di Babbo Natale si ebbe dal  1931 al 1966, quando la Coca-Cola usò l'immagine del Babbo Natale che  conosciamo noi, disegnata da Haddon Sundblom che usò i colori della  ditta e forse si ispirò a un suo vicino di casa: la lunga barba bianca,  il vestito rosso, gli stivali, la cintura di cuoio, il sacco dei doni e  le dimensioni naturali di vecchietto rubicondo e non più di gnomo.

La leggenda  racconta che lo accompagnasse Peter Il Nero, uno gnomo che puniva i bambini cattivi, o comunque un "aiutante nero",che recava un sacco pieno di doni e di fruste, il Nicodemo dei Paesi Bassi, da cui probabilmente è derivato lo Schwarzer  Mann, l’uomo nero che ha terrorizzato, e continua a farlo, i bambini di mezzo mondo.

Un'altra  leggenda riguarda la sede ufficiale di Babbo Natale, che abiterebbe in Finlandia, a  Rovaniemi, dove si trovano anche la sua sede ufficiale e l'ufficio postale.

 La sua casa vera, però, quella segreta, è a Korvatunturi, ma a Babbo Natale non piace che si sappia troppo in giro.

 Il nome finlandese significa "montagna-orecchio", perché la montagna presso la quale è il villaggio somiglia alle orecchie di una lepre e da queste grandi orecchie Babbo Natale ascolta quello che fanno i bambini per decidere se meritano i doni oppure no.







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