L’Asas, l’Associazione scuole autonome della
Sicilia (presieduta dal preside catanese,
prof. Salvatore Indelicato), fa una dichiarazione
molto sorprendente, ma che tutto sommato
corrisponde a verità: «Scioperi, assemblee
sindacali, riunioni interne, disinfestazioni,
lavori improrogabili costituiscono nelle
scuole catanesi una costante».
Ovviamente, per detta associazione, in tutto
l’anno scolastico le settimane intere sono
pochissime. Inoltre, per un motivo o per un
altro gli ingressi degli alunni vengono spesso
posticipati e le uscite anticipate. I presidi
«autonomi» continuano la loro crociata: sono
proprio loro, infatti, i fautori di un appello che
un paio di settimane fa era stato lanciato al
ministro Fioroni (a seguito di una lettera inviata
dallo stesso ministro ai capi d’istituto
per chiedere di responsabilizzare maggiormente
gli alunni per aumentare sicurezza e
legalità nelle scuole): «Ministro, punisci i docenti
fannulloni», aveva gridato l’Asas a gran
voce.
E su questa linea di pensiero e di azione,
continuano "bacchettando" chi sta dietro la
cattedra e non tra i banchi: «È mai possibile -
sostiene l’Asas - che ogni occasione è buona
per fare un ponte? Così facendo le settimane
da corte diventano cortissime: quattro giorni
di lezioni e tutti a casa. Si possono capire
che gli insegnanti hanno diritto di protestare,
ma di mezzo vi sono gli alunni e le loro famiglie
con tutti i disagi che ne conseguono».
L’Asas consiglia, appunto, per evitare le
troppe vacanze, di programmare tutte le riunioni
e le assemblee nel pomeriggio: «La
scuola dovrebbe dare esempi positivi e invece
accade il contrario - continuano dall’associazione
- non è formativa una scuola delle
vacanze. E, tanto per fare un esempio, a proposito
di cose che non vanno nelle scuole, citiamo
ciò che è accaduto in uno dei plessi
della Parini di Catania: è stata montata una
scala d’emergenza, ma i lavori sono cominciati
e poi si sono fermati. Si vocifera che
non si può fare un buco perché c’è un pilastro.
Se fosse vero sarebbe una cosa incredibile!».
Insomma, troppe vacanze significa ridurre
i giorni utili delle lezioni, a tutto danno delle
programmazioni didattiche e quindi per il
regolare apprendimento degli alunni.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)