CROCIATA ASAS «Insegnanti, lavorate di più». I presidi «autonomi» bacchettano chi sta dietro la cattedra.
Data: Venerdì, 07 dicembre 2007 ore 21:18:20 CET
Argomento: Rassegna stampa


L’Asas, l’Associazione scuole autonome della Sicilia (presieduta dal preside catanese, prof. Salvatore Indelicato), fa una dichiarazione molto sorprendente, ma che tutto sommato corrisponde a verità: «Scioperi, assemblee sindacali, riunioni interne, disinfestazioni, lavori improrogabili costituiscono nelle scuole catanesi una costante».

Ovviamente, per detta associazione, in tutto l’anno scolastico le settimane intere sono pochissime. Inoltre, per un motivo o per un altro gli ingressi degli alunni vengono spesso posticipati e le uscite anticipate. I presidi «autonomi» continuano la loro crociata: sono proprio loro, infatti, i fautori di un appello che un paio di settimane fa era stato lanciato al ministro Fioroni (a seguito di una lettera inviata dallo stesso ministro ai capi d’istituto per chiedere di responsabilizzare maggiormente gli alunni per aumentare sicurezza e legalità nelle scuole): «Ministro, punisci i docenti fannulloni», aveva gridato l’Asas a gran voce.

E su questa linea di pensiero e di azione, continuano "bacchettando" chi sta dietro la cattedra e non tra i banchi: «È mai possibile - sostiene l’Asas - che ogni occasione è buona per fare un ponte? Così facendo le settimane da corte diventano cortissime: quattro giorni di lezioni e tutti a casa. Si possono capire che gli insegnanti hanno diritto di protestare, ma di mezzo vi sono gli alunni e le loro famiglie con tutti i disagi che ne conseguono».

 L’Asas consiglia, appunto, per evitare le troppe vacanze, di programmare tutte le riunioni e le assemblee nel pomeriggio: «La scuola dovrebbe dare esempi positivi e invece accade il contrario - continuano dall’associazione - non è formativa una scuola delle vacanze. E, tanto per fare un esempio, a proposito di cose che non vanno nelle scuole, citiamo ciò che è accaduto in uno dei plessi della Parini di Catania: è stata montata una scala d’emergenza, ma i lavori sono cominciati e poi si sono fermati. Si vocifera che non si può fare un buco perché c’è un pilastro. Se fosse vero sarebbe una cosa incredibile!». Insomma, troppe vacanze significa ridurre i giorni utili delle lezioni, a tutto danno delle programmazioni didattiche e quindi per il regolare apprendimento degli alunni.
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







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