06.12.2007. Oggi alle ore 11 nel liceo scientifico
Boggio Lera con il coordinamento dell’Amministrazione
Lombardo, si svolgerà
il primo dei numerosi incontri tra
gli studenti del territorio catanese e
l’imprenditore Mario Caniglia, ribellatosi
alla mafia e al racket delle estorsioni.
A patrocinare gli incontri è l’assessore
alle Politiche scolastiche della
Provincia regionale di Catania, Margherita
Ferro, che interverrà all’incontro
del «Boggio Lera» assieme a Mario
Caniglia, ai rappresentanti delle Associazioni
antiracket Fai, al questore di
Catania, Michele Capomacchia, al comandante
dei carabinieri del capoluogo
etneo, colonnello Giuseppe Governale
e ai rappresentanti civili e militari
del territorio.
Gli incontri sono stati presentati ufficialmente
nella sede della Provincia di Catania, al Centro direzionale Nuovaluce,
e rientrano nel progetto «Educare i
giovani alla legalità» promosso dall’Amministrazione
provinciale con l’assessorato
alle Politiche scolastiche e le Associaizioni
antiracket.
«Educare i giovani alla legalità - ha dichiarato
il presidente Raffaele Lombardo
- e diffondere la cultura dell’onestà e
del rispetto della legge, avendo piena fiducia
nello Stato e nelle forze dell’ordine.
È il primo obiettivo dell’iniziativa
che la Provincia sta promuovendo nelle
scuole medie superiori di tutto il territorio,
per far comprendere alle nuove
generazioni, sin dai banchi di scuola,
che una Sicilia diversa, onesta, laboriosa
e soprattutto libera dalla criminalità
è possibile. Basta crederci e impegnarsi
a realizzarla».
«Occorre sviluppare in ogni giovane
siciliano - ha sottolineato l’assessore
Margherita Ferro - la cultura della legalità,
facendolo sentire responsabile di
ogni azione e di ogni scelta operata nel
contesto della società. La Sicilia, proprio
grazie ai suoi imprenditori, uomini normali
che hanno scelto lo Stato, sta vivendo
una nuova primavera, che la politica,
le istituzioni, le forze dell’ordine
hanno il compito di sostenere e di far
sbocciare pienamente, per lasciare una
preziosa eredità ai nostri figli».
(da www.lasicilia.it)