Mens sana in corpore sano. Fin dalle
elementari. Però basta con la ginnastica
fai da te, basta con le maestre di italiano
o di matematica che si improvvisano
insegnanti di educazione fisica. Per un
corretto insegnamento della materia ci
vogliono gli esperti: i diplomati all’Isef o
i laureati in scienze motorie. Ne sono
convinti i parlamentari, di maggioranza
e opposizione, che hanno sottoscritto le
quattro proposte di legge presentate alla
Camera e al Senato «per lo sviluppo
dell’educazione motoria e sportiva nella
scuola primaria».
Tre delle quattro iniziative legislative
sono state depositate a Montecitorio,
due da An e una dall’Udeur. L’unico ddl
presentato a palazzo Madama è dell’Ulivo.
«La scuola primaria deve offrire
un’educazione sportiva che non sia solo
attività motoria, perchè l’importanza
delle attività presportive e sportive per
i bambini è fondamentale sia per le positive
ripercussioni sulla salute psicofisica
sia per l’alto contenuto educativo
che possono esprimere, dal rispetto delle
regole e dell’avversario, alla lealtà e
alla capacità di cooperazione», spiega il
portavoce di An Andrea Ronchi, primo
firmatario di una proposta di legge sottoscritta
anche dal capogruppo alla Camera
Ignazio La Russa.
È indispensabile, però, integrare l’organico
del corpo docente con laureati in
scienze motorie o diplomati all’Isef, nella
misura di uno ogni venti classi. Ed è
necessario istituire il ’laboratorio di
educazione sportiva, per un monte ore,
relativo all’intero corso di studi, pari ad
almeno 165 ore. L’attività del laboratorio,
spiega Ronchi, è finalizzata a promuovere
la pratica sportiva «affinché
diventi abitudine di vita»; a «esaltare il
valore educativo dello sport nei suoi
aspetti comportamentali e socializzanti
»; a sviluppare una competizione politically
correct, oltre che ad offrire l’opportunità
di partecipare ad attività
sportive agli studenti che non praticano
attività sportive al di fuori dell’ambito
scolastico.
(da www.lasicilia.it)