Politica e antipolitica
Data: Domenica, 25 novembre 2007 ore 22:23:42 CET
Argomento: Opinioni


Nel linguaggio politico, da qualche tempo, è entrato di prepotenza un nuovo vocabolo “grillate”.La colpa o il merito di tutto questo è il “blog”, questo nuovo modo di comunicare e  il blog specialmente quello di BEPPPE GRILLO è oggi tra i piu’ cliccati  del nostro paese. Altrettanto dicasi, per gli spettacoli del popolare comico genovese che riesce a riempire palasport e piazze  con un seguito enorme non solo di fans, ma di veri e propri seguaci che stanno diventando una vera e propria “opinione pubblica”.

 

Politici ,sociologi, psicologi hanno parlato di questo fenomeno e come spesso succede in questi casi si sono divisi. Ci sono quelli che difendono Grillo che sostengono che il comico nei suoi spettacoli fornisce una rappresentazione di certi bisogni profondi presenti nel nostro,speranze deluse,aspettative frustrate e che per questo riscuote un grande successo, specialmente all’interno della sinistra radicale presente nello schieramento politico. Ci sono altri, invece, che guardono con timore ad un movimento di massa che si muove nel segno del populismo e del qualunquismo e che può con una deriva diventare pericolosamente destabilizzante.

 

Alle piazze, piene di folla, che segue gli spettacoli di Grillo fanno da contraltare delle vere manifestazioni di massa, quali quelle, che in date diverse, si sono avute a Roma indette da partiti appartenenti a degli  schieramenti politici alternativi tra loro, parlo di A.N da un lato e di rifondazione comunista ,verdi ,comunisti  italiani etc dall’altro, manifestazioni che hanno avuto un  numero notevole di adesioni,si  parla di diverse centinaia di migliaia di militanti.

 

Ora, non si tratta di disquisire sulle diverse ragioni degli uni  o degli altri, perche’ sono arcinote, ma si tratta di capire cosa fa muovere milioni di persone in tempi in cui si parla  di una società in caduta libera per una profonda crisi di valori sia morali ,sia politici che civili, una società senza baricentro, che si sta consumando lentamente e che l’antipolitica deve azzerare per  prepararne un’altra.

 

Io credo, che se la questione è limitata in questi termini, non ci porterà da nessuna parte. Intanto,devo sottolinearlo qui si tratta di milioni di persone, ricordo, a questo proposito, anche il referendum indetto dai sindacati  e le primarie per la nascita del partito democratico che sono state ulteriori occasioni  di esercizio della democrazia che  hanno avuto un  enorme riscontro.

 

Il nostro paese è migliore di quanto tanti pensano. Abbiamo, come popolo, un fortissimo spirito civico e i fatti lo dimostrano. Quello che non va nel nostro paese è la “CASTA POLITICA” che impedisce il suo ricambio e poi un governo che governi e un’opposizione che faccia solo l’opposizione, cose che non si sono verificate nelle ultime legislature.

 

Con la II repubblica non si è utilizzata a dovere la stabilità, che consente la vigente legge elettorale e i governi che si sono succeduti, non hanno effettivamente governato, perché logorati da contraddizioni quasi insanabili ovvero per essere più chiari da veti interni incrociati che ne hanno paralizzato l’azione, per cui si sono quasi consumati da sé e l’opposizione non ha dovuto fare altro che prendere la staffetta e continuare.

 

Il governo è governo, in quanto deve governare e prendere delle decisioni, mentre l’opposizione deve fare l’opposizione e non deve governare, tradotto in soldoni proprio per questo l’elettorato di centro destra è rimasto scontento del proprio governo di centro destra altrettanto dicasi per l’elettorato di centro sinistra che è deluso del proprio governo di centro sinistra. Non c’è alcuna antipolitica, la presenza di milioni di persone a tante manifestazioni è prova evidente di democrazia, e la democrazia come tale, impone anche fra l'altro, che ogni partito deve fare un passo indietro diversamente NON SARÀ POSSIBILE una politica che consente lo sviluppo del nostro sistema produttivo, sviluppo che con il deficit di bilancio e la sicurezza rappresentano il nodo centrale del nostro futuro e che irrisolti renderanno una chimera quella crescita di cui l’Italia ha assolutamente bisogno. Filippo Laganà

da AKIS







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