20.11.2007. Nell’indifferenza generale, tra ottobre e novembre in
tutte le scuole italiane i genitori sono stati convocati
per eleggere i loro rappresentanti negli organi collegiali
della scuola.
L’affluenza alle urne, ancora una volta, si è rivelata
bassissima. Non supera, a livello nazionale il 7%, con
punte, nel Sud Italia, tra il 3 e il 4%.
In molte scuole di Catania come in molte scuole di
Salerno non è stato eletto il rappresentante dei genitori
all’interno del consiglio di classe.
Eppure, nella lettera inviata ai genitori dal ministro
alla Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, in occasione
dell’inizio dell’anno scolastico, c’erano tante belle
e buone intenzioni per cambiare rotta nel rapporto
scuola-famiglia: «Cari genitori – affermava Fioroni – i
nostri ragazzi crescono, insieme a noi, in una società
che cambia velocemente, eterogenea, in cui si moltiplicano
rischi e opportunità.
In questo contesto così
complesso la collaborazione, il gioco di squadra tra
scuola e famiglia è lo strumento più prezioso che abbiamo
per costruire una scuola di tutti e per tutti, una
scuola di qualità, capace di accompagnare i nostri
giovani nell’avventura della conoscenza e della crescita
della loro persona. Una scuola che pretendesse di
educare sottraendosi al confronto con la famiglia si
condannerebbe al fallimento. Vi chiedo di essere a
fianco dei docenti e dei dirigenti scolastici, di condividere
con loro il percorso formativo dei vostri figli, di
sentire la scuola come un luogo in cui prendere parte
attiva. Sta per entrare in vigore un nuovo strumento
importante nella scuola dell’autonomia, il "patto di
corresponsabilità", un importante passo avanti per
migliorare l’azione educativa sinergica di docenti e genitori,
offrendo un contesto sempre più coerente all’esperienza
di crescita dei ragazzi».
Fino ad ora, in realtà, non volendo fare polemica e
non volendo generalizzare, verso le famiglie in questi
anni la scuola ha creato solo ostacoli a tutti i livelli. E
in questo i vari governi hanno solo fatto danni. L’ultimo
è il taglio ulteriore nella Finanziaria 2008 degli insegnanti
di sostegno.
Poi è meglio non parlare del rinnovo degli organi
collegiali che si attende dal 1998. Il Consiglio scolastico
provinciale, solo per fare un esempio, è in carica da
11 anni e doveva essere rinnovato dopo 3 anni.
Negli anni, le famiglie si sono accorte di essere solo
comparse o, nel migliore dei casi, di essere suggeritori
di iniziative marginali. Spesso in seno ai consigli
d’istituto i genitori eletti hanno dovuto impegnarsi
in vere e proprie battaglie con presidi e professori
per tentare di incidere, come previsto dalla legge,
sul piano dell’offerta formativa.
Alla fine le famiglie si sono rassegnate e si sono incupite
in uno sterile mugugno. Altro che «gioco di
squadra» e «patto di corresponsabilità».
Nella grande emergenza educativa di oggi, la famiglia
è vero che è chiamata a svolgere un ruolo centrale
nella scuola, ma non può ritrovarsi sempre e solo, a
parte poche eccezioni, tutti contro. Se si vuole cambiare
rotta veramente, e non solo a parole, la strada è una
sola: dare più spazio ai rappresentanti dei genitori e
alle associazioni delle famiglie all’interno della scuola
per permettere, con adeguati strumenti, di svolgere
il proprio ruolo di educatori insieme a quello dei docenti.
Ne guadagnerebbero tutti soprattutto i nostri figli.
NUCCIO CONDORELLI
Sindacato delle Famiglie (sidefct@iol.it)
(da www.lasicilia.it)