18.11.2007. Organizzata dalla rete degli studenti e
del sindacato universitario, si è svolta
ieri una manifestazione in occasione
della giornata mondiale sul diritto allo
studio. Si tratta, ha rilevato il segretario
provinciale della Flc-Cgil Franco
Tomasello, «di soggetti sociali che
stringono un patto federativo con la
Flc-Cgil». Infatti, anche una delegazione
del sindacato ha partecipato alla
manifestazione. «Studenti e professori
vogliono una scuola pubblica, laica e
di qualità, mentre per l’università che
venga eliminato il numero chiuso».
La Flc-Cgil, continua Tomasello, «è
solidale con gli studenti che nei giorni
scorsi hanno contestato il sen. Buttiglione
sui temi della laicità del diritto
allo studio». Tomasello polemizza
con il rettore Recca perché «l’aula è
stata negata al segretario generale della
Flc-Cgil Panini e invece è stata concessa
al sen. Buttiglione. Comunque -
ha concluso Tomasello - oggi non è il
caso di fare polemiche. La Flc-Cgil, l’unione
degli universitari e la rete degli
studenti stanno preparando una piattaforma
che sarà presentata al dirigente
dell’ufficio scolastico provinciale
e al rettore Recca proprio perché
l’insuccesso scolastico e universitario
nella nostra città è rilevante, mentre le
risposte delle istituzioni sono spesso
frammentarie».
Secondo Tomasello vi sono troppe
bocciature nella scuola, con le conseguenze
che gli studenti ripetenti abbandono
la frequenza scolastica e
vengono spesso assorbiti dal lavoro
nero e, nei casi più gravi, dalla delinquenza
minorile. Mentre un’alta percentuale
di studenti universitari per
gli stessi motivi non arriva alla laurea.
Tomasello polemizza ancora con il
rettore Recca che, a suo avviso, ha affidato
i locali di via Androne «a studenti
con una determinata sigla politica.
Su questi fatti alcuni parlamentari
di centrosinistra stanno preparando
una serie di interrogazioni ai ministri
Fioroni e Mussi».
La scuola non dev’essere un ente di
beneficenza, conclude Tomasello, «ma
occorre programmare validi corsi di
recupero per i giovani, che per vari
motivi, abbandonano anzitempo gli
studi».
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)