Figli-padroni di genitori paurosi e distratti Dilaga la «pedofobia». Prepotenti e violenti in casa ma vulnerabili verso l’esterno, sono i giovani a in
Data: Sabato, 17 novembre 2007 ore 00:35:57 CET
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Aggressivi e vulnerabili allo stesso tempo, sono i figli di oggi. I figli-padroni, così li definisce l’ottavo Rapporto nazionale sull’infanzia e l’adolescenza realizzato in tandem da Eurispes e Telefono azzurro e presentato ieri a Roma.

Padroni di questo tempo, sempre al passo con le nuove tecnologie, liberi e autonomi. Padroni in casa, prepotenti, talvolta violenti con i genitori, con il gruppo di amici, a scuola e con i professori. A fare da contraltare, genitori sempre più permissivi, incapaci di dire «no» e che cercano di evitare il conflitto perché troppo indulgenti o sfiancati dal lavoro e tarlati dal pensiero di arrivare alla fine del mese (dal 1993 al 2005 è stato registrato un aumento dal 36,3% al 43,4% di ragazzi fino a 17 anni con entrambi i genitori che lavorano).

Il timore per le reazioni aggressive dei figli è un fenomeno talmente dilagante che si parla di «pedofobia». «È un vero e proprio capovolgimento dei ruoli, contraddistinto dal timore dei genitori di subire attacchi verbali o fisici da parte dei figli. Anziché rimproverare i figli e correggerne i comportamenti, un crescente numero di adulti preferisce soddisfare le loro richieste con la convinzione che in fondo si tratta di piccoli capricci cui non conviene opporsi», si legge nel rapporto.

E’ l’avvento della now generation, la generazione del tutto e subito, qui e ora. Spettatori di veloci trasformazioni sociali e tecno-economiche, figli del consumismo e dell’inarrestabile processo di globalizzazione.

La tendenza era stata segnalata dall’Eurispes già quindici anni fa: utilitarismo ed edonismo hanno progressivamente scalzato i vecchi valori di riferimento. I giovani enfatizzano il presente perché il futuro è avvolto da nebulosa incertezza.

Affacciati sul mondo dalla finestra di un pc (naviga su internet il 78,1% dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni, il 36,3% frequenta chat e community) e inseparabili dal cellulare (il 56,3% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni e il 97,1% dei ragazzi possiede un cellulare e il 28,9% degli adolescenti lo usa per più di 4 ore al giorno) i giovani della nuova generazione insegnano ai genitori come destreggiarsi tra tastiera e mouse, rovesciando la secolare tradizione per cui la conoscenza passa da genitore in figlio.

Per la prima volta nella storia i figli sono i nuovi educatori per il gap tecnologico che li separa dai genitori. La sconfinata conoscenza dei gingilli digitali non li mette comunque al riparo dal mondo esterno.

Sono spaventati e stressati per le guerre, sono sensibili ai rischi legati ai cambiamenti climatici e temono gli incidenti d’auto. Tuttavia, alcuni di loro ammettono di aver guidato dopo aver bevuto: il 4,9% spesso, il 7,2% qualche volta e l’8,2% raramente. Le ragazze sono più prudenti: l’80,6% dichiara di non aver mai guidato dopo aver assunto alcol.

Temono gli abusi, anche se ci sono casi di disarmante ingenuità (il 2,5% dei bambini dichiara di essere fiducioso che non possa succedere nulla se qualcuno li infastidisce o li molesta sul web), non solo sessuali.

Oltre il 10% dei minori sarebbe costantemente vittima di violenza o bullismo. Provocazioni e prese in giro riguardano il 35,6% dei minori. Il 25,8% poi, riceve anche offese immotivate ripetute, il 19,1% brutti scherzi. I dati dicono che l’11,7% subisce una continua esclusione dal gruppo e il 10,8% è soggetto a minacce.

L’8,7% è vittima di furti di oggetti e cibo, mentre il 5,5% è vittima di furti di denaro. Il 5,2% dei ragazzi subisce addirittura percosse. La prevaricazione viaggia anche sulla rete: 4 bambini su 100 dichiarano di essere vittime di un cyber-bullo.

ANNA RITA RAPETTA (www.lasicilia.it)

 

L’INDAGINE NELL’ISOLA. ADOLESCENTI POCO ASCOLTATI DAGLI ADULTI E POCO COMUNICATIVI ALL’INTERNO DEL NUCLEO FAMILIARE

ROMA. Adolescenti in Sicilia: di loro si parla, loro non parlano. Tra le pagine del Rapporto Eurispes spicca un’indagine realizzata dall’Istituto Demopolis su campione di 1000 adolescenti siciliani tra i 13 e i 19 anni.

Silenziosi e disillusi. I giovani siciliani sono poco ascoltati e parlano sempre di meno all’interno del nucleo familiare e con gli adulti. Sembra quasi che abbiano rinunciato ad affermare i propri bisogni e a far sentire la propria voce. Amici e compagni di scuola sono gli interlocutori privilegiati per il 68% dei giovani.

Solo il 37% si confida anche con la madre, meno di uno su cinque con il padre. Vivono un’adolescenza pervasa di valori privati forti.

L’amore (63%), la famiglia (72%) e le amicizie (65%) sono tra le cose più importanti. Vengono prima di lavoro (40%), divertimento (29%) e soldi e successo (22%). Ma sono sfiduciati: hanno un eccessivo culto del corpo e avvertono un forte bisogno di accettazione all’interno del gruppo dei pari.

Detestano essere presi in giro dagli altri ragazzi (48%) e sentirsi esclusi dalla cerchia (46%). Peggio che sentirsi proibire qualcosa (35%) o dover dare una mano nelle faccende di casa (26%). E hanno le idee chiare su cosa fare per essere apprezzati dal gruppo: vestire alla moda (45%) ed essere belli (31%). Fa presa anche avere molti soldi (18%), fare cose spericolate (15%), avere una moto (13%) ed essere magri (12%). In pochi (7%) credono che faccia colpo essere bravi a scuola.

Bene informati sul rendimento scolastico dei figli e anche sul giro di amicizie che frequentano, la metà dei genitori (51%) non sa, invece, come i giovani passano il tempo libero fuori casa. Sesso, droga e alcool restano un tabù per i genitori che non sanno se i loro figli hanno già avuto rapporti sessuali (88%), se hanno mai fatto uso di droghe (79%), se consumano alcool (74%) o se hanno il ragazzo o la ragazza (62%). La solitudine è compagna abituale per il 18% degli adolescenti che vivono con preoccupazione o disagio (61%) episodi di bullismo nelle scuole o negli ambienti che frequentano: la strada e la piazza (66%), soprattutto. Ma anche bar, pub e pizzerie (43%), palestre (34%) e discoteche (21%). Gli under 20 dell’Isola, sono al passo con le nuove tecnologie, ma leggono poco (uno su tre non ha letto nessun libro nell’ultimo anno, percentuale che sale al 43% tra i maschi). Per nulla interessati alla vita pubblica del Paese e della Regione, il 30% non ha fiducia in alcuna istituzione, solo il 14% si fida del governo, il 9% del sindaco della propria città, il 2% dei partiti politici.

A stento, si salvano le forze dell’ordine: al 51% tra i più giovani, crolla al 35% nella fascia d’età tra i 13 e i 19 anni.

A. R. R. (www.lasicilia.it)







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