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La Letterina
134 - lun 12 nov 007
AL DIRIGENTE SCOLASTICO
ALL’ALBO
AL DIRETTORE SGA
AL PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO D’ISTITUTO
Sommario
la questione delle assemblee
studentesche.
autonomia piu’ ampia alle scuole
catania. il vicesindaco presenta un
piano di dimensionamento
se
la selezione resta fuori dall'aula
in
dirittura di arrivo ars il ddl sul diritto allo studio
accordo per l’obbligo formativo: scheda
degli adempimenti.
catania. tarsu.cartella illegittima alla scuola petrarca
carini, decolla il network europeo “euronet
i
ragazzi sindaci incontrano l’ambasciatore del vietnam
l’arresto di lo piccolo e il rapporto padre-figlio
l’aido e la donazione degli organi in
sicilia
ausl e visite fiscali
classi sottodimensionate
lettere alla redazione
riunione dell’associazione:
redazionale:
LA QUESTIONE DELLE ASSEMBLEE
STUDENTESCHE.
Ci sembra opportuno ricordare ai consigli
d’istituto della Sicilia che i decreti delegati del 1974, non solo hanno
perso la loro spinta propulsiva, ma sono anche tramontati come legislazione
vigente.
La Legge n.59/1997 sull’ Autonomia ha
cambiato la scuola dei Programmi nella scuola del curricolo. Il D.P.R. n.275/1999
ha definito il Regolamento dell’Autonomia Scolastica precisando le
competenze della scuola e del centro. La Legge n.3/2001 ha modificato l’ art.113
della Costituzione avviando il federalismo.
Questo processo di autonomia e di
responsabilizzazione delle singole istituzioni scolastiche, si è
sostanzialmente bloccato per la mancata riforma degli OO.CC. e per
l’impostazione contrattuale che oggettivamente va in direzione opposta a
quella legislativa.
Tuttavia, le scuole che abbiano armonia
interna e risorse umane qualificate, possono cominciare a risalire la china
degli scarsi livelli d’apprendimento aprendo, in consiglio d’istituto, un
dibatto sulle realtà delle assemblee studentesche d’istituto.
Chi vive oggi nella scuola, e non nelle
segreterie sindacali o nei distacchi dorati, sa che non esiste momento
diseducativo maggiore delle assemblee. Il disordine regna sovrano,
l’assenteismo la fa da padrone, bene che vada si scherza per un’ora e poi si
va a casa.
Il preside Aldo Zanca, nel libro “Per
l’autoanalisi d’istituto e la programmazione didattica” ha acutamente
analizzato il fenomeno, fornendo spunti interessanti.
Autorizzare le assemblee all’aperto degli
studenti evidenzia notevoli elementi di illegittimità: in primo luogo le
sette o otto assemblee annuali andrebbero detratte dal minimo di 200 giorni
di effettive lezioni da garantire in quanto le attività che costituiscono il
curriculo devono avere almeno tre requisiti:
1. essere obbligatorie per tutti gli
studenti;
2. essere parte integrante della
programmazione deliberata dagli OO. CC.;
3. sono oggetto di valutazione.
È evidente che le assemblee non sono nulla di
tutto questo. Inoltre, durante le assemblee, viene meno ogni parametro di
sicurezza in quanto non può applicarsi il piano d’evacuazione e non si ha
neppure il controllo sui presenti e sulla localizzazione degli allievi.
Orbene occorre ricordare che il DPR 24/6/98 n.249 noto come “Statuto
delle studentesse e degli studenti”, all’art.2 comma 9 recita “La
scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l’esercizio del
diritto di riunione e di assemblea degli studenti, a livello di classe, di
corso e di istituto”.
Tale DPR ha lo stesso valore del DPR 416/74 e
pertanto lo sostituisce e lo supera. Spetta ai consigli d’istituto cogliere
questa occasione importante per far cessare questo teatrino demagogico delle
assemblee confuse e diseducative.
Alcuni istituti hanno già deliberato in tal
senso stabilendo che le assemblee si tengano col metodo seminariale della
ricerca su temi di studio scelti dal comitato studentesco: le prime ore si
affrontano gli argomenti nelle rispettive classi, le ultime ore della
mattina i rappresentanti di classe si recano in aula magna a confrontarsi
sul tema con esperti o docenti, riportando le valutazioni delle classi e
votando eventuali documenti.
Una delibera tipo è a disposizione delle
scuole associate. Possiamo inviarla per e-mail.
Inchiesta
AUTONOMIA PIU’ AMPIA ALLE SCUOLE
Che la scuola statale sia in grave crisi è
unanimemente riconosciuto. La causa evidente del problema va ricercata nel
degrado in cui versa il nostro sistema di istruzione, afflitto ancora da
lacci e vincoli centralistici insopportabili e privo ancora di vera
autonomia finanziaria.
Nonostante gli innumerevoli tentativi di
riformarlo è noto a chiunque abbia familiarità con la scuola che il rimedio
è da trovare altrove.
C'è ancora qualcuno disposto a sostenere che
esista "la" riforma: una soluzione di efficacia certa che, calata dall'alto
su tutte le scuole italiane, ne risolva immediatamente i problemi? Nessuno
sembra più credere ad una simile sciocchezza. Eppure, è sulla base di questa
presunzione che si sono mossi e si muovono schiere di ministri,
sindacalisti, burosauri ministeriali, ispettori ispirati da nobili
intenzioni e convinti di possedere la risposta infallibile a tutti i
problemi della scuola. Riforma dopo riforma, i risultati sono sotto gli
occhi di tutti: i problemi sono invariabilmente peggiorati.
Che fare?
Le soluzioni devono essere trovate di volta in
volta grazie al principio della più ampia autonomia delle istituzioni
scolastiche e tenendo conto dei desideri e delle esigenze dei destinatari
del servizio, gli studenti e le loro famiglie.
Il ruolo dello Stato dovrebbe limitarsi da un
lato disegnare per tutte le scuole i requisiti minimi da rispettare
nell'insegnamento, lasciando alla discrezionalità dei gestori delle scuole
di decidere in piena libertà cosa insegnare al di là dei minimi imposti. Ci
sarebbero così scuole diverse in cui l'insegnamento verrebbe organizzato in
modo da tenere conto delle richieste degli studenti e delle loro famiglie.
D'altro canto, lo Stato dovrebbe anche assicurare l'accesso all'istruzione
obbligatoria anche a coloro che non hanno i mezzi per pagarsela.
Se la competizione virtuosa è il metodo
migliore per organizzare le attività umane, perché mai dovremmo condannare
le scuole all'inefficienza di un sistema monopolistico, impedendo il pieno
dispiegarsi dell’autonomia a otto anni dalla sua statuizione?
Servizio speciale
CATANIA. IL
VICESINDACO PRESENTA UN PIANO DI DIMENSIONAMENTO
La riunione del tavolo di
consultazione del 23.10.2007 di cui abbiamo dato resoconto nel numero 132
della nostra newsletter ha visto finalmente la presentazione da parte del
vicesindaco di Catania di una proposta organica per la città di Catania per
quanto riguarda le scuole di base.
Siamo in grado di
pubblicare la proposta completa nei confronti della quale abbiamo espresso
apprezzamento perché recepisce molte delle proposte avanzate dall’ASAS
Catania. Nel precedente numero della ns letterina avevamo sostenuto con
forza la proposta condivisa di apertura immediata di una scuola secondaria
superiore nel popoloso quartiere di Librino, una città priva di una
istituzione superiore. Ciò può avvenire subito tramite un accordo
Comune-Provincia sui locali già esistenti.
La giunta comunale di
Catania così ipotizza le soluzioni :
L’amministrazione
comunale accoglie le richieste di verticalizzazione delle scuole che
ne hanno fatto richiesta con il precipuo scopo di garantire migliore
funzionalità organizzativa e continuità didattica.
Inoltre, ritiene
opportuno aderire alle seguenti ipotesi di variazioni mosse da ragioni
logistiche di dimensionamento e/o razionalizzazione, che consentano da un
lato di rientrare nei parametri previsti dalla LR. 6/2000 e dall’altro di
rispettare i principi della razionalizzazione della rete scolastica nel
territorio, della funzionalità organizzativa e continuità didattica, nonché
della economicità delle risorse:
-accorpare all’IC Capuana
l’IC Mazzini Di Bartolo, con trasferimento dell’utenza presso l’unica sede
di via Etnea e conseguente rilascio dei locali di Via Sangiuliano per
essere utilizzati dall’amministrazione come sede di uffici, in atto allocati
in stabili in affitto e magari sotto sfratto, come la Direzione PI. atteso
che sarebbe un usso più idoneo per le caratteristiche dell edificio,
Allo scopo, però, di far
sì che possa essere completato il percorso didattico già iniziato dagli
alunni iscritti, si consente il mantenimento del plesso di via Sangiuliano e
la successiva programmazione per la dismissione dello stesso con la
frequenza degli alunni nell’unico edificio di via Etnea, quale unica sede
della scuola, a far data dal 30 giugno 2009;
-unificare il CD. Verga e
la S,M. Leopardi in IC Leopardi — Verga. con sedi in via Leopardi e via Duca
degli Abruzzi;
-cedere il plesso di via
Alciide De Gasperi dell’ex CD Verga a ll’IC Martoglio per completarsi e
dimensionarsi;
-cedere il plesso di via
S. Nullo dell’IC Martoglio all’IC Petrarca per contiguità territoriale e
continuità didattica;
-unificare il CD.
Corridoni e l.C. Meucci in IC. Corridoni — Meucci, con trasferimento
dell’utenza nell’edificio di via Sabato Martelli Castaldi, previo rilascio
dei locali in atto in uso del Liceo Scientifico Principe Umberto, e rilascio
dei locali di via Maratona a disposizione dell’Amministrazione per
allocarvii il Corpo di Polizia Municipale, atteso che originariamente la
struttura sembra essere nata come caserma; mentre il Liceo Scientifico
Principe Umberto, previo accordo formale con la Provincia Regionale di
Catania, potrebbe essere allocato presso la succursale di via Tasso n. I
della S. M. S. Giovanni XXIII, favorendo così l’esigenza del territorio
di fruire di una scuola di Istruzione secondaria di 2° grado di cui quell’area
è priva;
-cedere il plesso in
viale Rapisardi dell’ex IC. Meucci alla SM. De Sanctis, che diventa IC De
Sanctis;
-cedere il plesso di via
Monreale dell’ex SM De Sanctis al CD. Coppola che diventa IC. Coppola;
-unificare il CD. Capponi
e l’IC. Recupero, entrambi sottodimensionati in IC. Capponi — Recupero,
fatto salvo il Centro Territoriale Permanente, dopo il suo riconoscimento
con sede in via Velletri;
-cedere il plesso di via
Altavilla dell’ex IC. Recupero all’IC Parini, con trasferimento dell’utenza
nei plesso di via Pernet e conseguente rilascio dei locali, per essere
utilizzati dall’amministrazione come sede di uffici, in atto allocati in
stabili in affitto e magari sotto sfratto, atteso che sarebbe un uso più
idoneo per le caratteristiche dell’edificio;
-invitare il Dirigente
Scolastico dell’IC Capponi —. Recupero a razionalizzare meglio l’utilizzo
del locali messi a disposizione al fine di evitare sprechi nell’uso degli
edifici in relazione alla popolazione scolastica registrata, in quanto
appare senza alcun dubbio abnorme l’utilizzo di 5 strutture, di proprietà
comunale, (via De Caro, via Villa Glori, via Saturno, via Anfuso, via
Messina), che, ricordiamo, ospitano complessivamente 570 alunni, per cui si
ritiene che possa essere recuperato a favore dell’Amministrazione,
preferibilmente, l’edificio di via Messina,
-cedere il plesso di via
Vaccarizzo dell’ I C. Monterosso all’ IC, Fontanarossa, per contiguità
territoriale e continuità didattica:
-cedere il plesso di
viale Bummacaro 13/b dell’ I. C. Fontanarossa all’ LC Dusmet, per
contiguità territoriale e continuità didattica.
Come è facile rilevare,
la superiore proposta comporta la soppressione di quattro autonomie
scolastiche (l,C. Mazzini Di Bartolo, S,M.S. Leopardi, CD. Corridoni, I,C.
Recupero), per cui appare opportuno che la Provincia Regionale di Catania
come richiesto dai Dirigenti Scolastici e dalle OO.SS. provveda ad
altrettante nuove istituzioni di istruzione secondaria. di secondo grado,
rivolgendo l’attenzione soprattutto nelle zone decentrate e/o nelle aree,
nell’ambito del perimetro cittadino, che comunque ne sono sprovviste ed in
cui ne è avvertita la necessità e l’esigenza, oltre che, come sopra
rappresentato, per offrire maggiori opportunità formative agli alunni ed
alternative valide ai fenomeni, in preoccupante aumento, della dispersione
scolastica del bullismo e della micro criminalità, oltre che per evitare
spostamenti fiume della popolazione scolastica, con inevitabile
sovraffollamento di alcune zone cittadine.
Sulla proposta organica
dell’amministrazione comunale sollecitiamo i pareri e le valutazioni dei
consigli di circolo e di istituto delle scuole della città in vista della
prossima seduta risolutiva prevista per il 21 novembre.
SE LA
SELEZIONE RESTA FUORI DALL'AULA
Riprendiamo dal sito
www.Lavoce.info questo importante contributo che si può diffondere in
quanto il sito in questione è no copyright. Ichino è il giuslavorista di
provenienza sindacale cgil, noto per le sue battaglie contro i fannulloni.
Il Quaderno bianco potrebbe essere
ancora più esplicito, ma il messaggio per il ministro Fioroni nelle pagine
dedicate all’organizzazione delle risorse umane è
chiarissimo: "le caratteristiche dell’attuale assetto vanno in
direzione difforme da quella suggerita dalle evidenze internazionali oltre
che dal buon senso". È infatti in primo luogo il buon senso, oltre
che una sconfinata mole di ricerca teorica ed empirica nell’area della "Personnel
economics", a suggerire che la gestione delle risorse umane nella scuola
italiana sia un fallimento in entrambi i suoi pilastri fondamentali: la
selezione e l’incentivazione del
personale. Così come attualmente strutturati i due pilastri potrebbero
funzionare solo se gli insegnanti fossero tutti santi, missionari e dotati
naturalmente di caratteristiche perfette e inossidabili per fare il loro
lavoro. Se il ministro concorda sul fatto che non ci si possa attendere
dagli insegnanti di avere queste caratteristiche, i due pilastri vanno
ricostruiti ex novo.
Incentivazione del personale
È di nuovo il buon senso prima ancora che la teoria economica a suggerire
che solo dei santi possono essere disposti a dare il massimo senza ricevere
alcun compenso per il loro impegno. È giunta l’ora di mettere in soffitta
l’ipocrisia di chi ritiene che l’insegnamento sia una missione da non
svilire abbinandola a problemi di "vil denaro". I fatti sono chiarissimi
nelle tabelle del Quaderno bianco: non è che gli insegnanti
italiani siano pagati drammaticamente meno che negli altri paesi in termini
di retribuzione oraria o annua. Anche senza questa evidenza, basterebbe a
dimostrarlo il fatto che i concorsi hanno un numero di candidati largamente
superiore ai posti disponibili. Quindi per molti, a conti fatti, la carriera
dell’insegnante è attraente proprio perché paga relativamente bene
per quanto concretamente richiesto dal datore di lavoro. Il vero problema è
che la retribuzione e la progressione di carriera degli insegnanti sono
interamente determinate dall’anzianità di servizio o da
incarichi particolari, e completamente indipendenti dall’impegno profuso e
dai risultati ottenuti, comunque misurati. Per gli insegnanti non esistono
nemmeno promozioni tra livelli, ancorché meramente contrattuali, come invece
accade in altri settori della pubblica amministrazione. La soluzione è una
sola ed è urgente: le retribuzioni e le carriere degli insegnanti devono
dipendere in misura maggiore dalla performance, misurata almeno a livello di
scuola e possibilmente anche al livello di ogni singolo lavoratore. È
ipocrita nascondersi dietro il dito della difficoltà di misurare l’input e
l’output.
Il Quaderno bianco è pieno di
suggerimenti interessanti a questo proposito e avrebbe potuto farne altri
ancor più coraggiosi.
Ma soprattutto è bene chiarire che questo è un terreno in cui, per trovare
la soluzione migliore, è necessario sperimentare combinazioni di meccanismi
di incentivazione, mentre è del tutto inutile discutere quale essa sia su un
piano ideologico di principio. Ha ragione chi dice che il lavoro degli
insegnanti non può essere misurato solo in termini di input,
ad esempio giorni di presenza. Così come non può essere valutato solo sulla
base di indicatori misurabili di output, ad esempio, la
performance degli studenti in livello o variazione o i giudizi dei genitori.
Ha anche ragione chi sottolinea l’esistenza di
componenti della valutazione di un insegnante non riducibili a numeri e che
devono avere una rilevanza anche se suscettibili di dipendere in modo
arbitrario dalle opinioni dal valutatore. Il mix giusto può essere trovato
solo sperimentalmente e deve essere individuato da chi sopporta le
conseguenze della scelta di un mix sbagliato. Ancora una volta dovrebbe
toccare ai presidi la sperimentazione e la scelta della soluzione più adatta
alla loro scuola, nell’ambito di linee guida molto generali stabilite dal
ministero. Questo a condizione che ai presidi, e via via a chi sta sopra di
loro, siano stati indicati gli obiettivi da perseguire e
gli incentivi corrispondenti.
Al vertice della piramide ci sta il ministro: tocca a lui cominciare dai
suoi collaboratori.
IN DIRITTURA DI ARRIVO IN COMMISSIONE ARS IL DDL SUL DIRITTO
ALLO STUDIO
La Commissione Cultura formazione e lavoro del
parlamento siciliano che ha competenza nelle materie pubblica istruzione,
beni ed attività culturali, lavoro, formazione professionale, emigrazione
sta per concludere la fase delle audizioni delle organizzazioni sindacali,
delle consulte provinciali degli studenti e dell'associazione dei genitori
in merito al disegno di legge n. 630 Norme e interventi per l'attuazione del
diritto allo studio e la libera scelta educativa'.
Per la Sicilia si profila all'orizzonte una
storica occasione sempre mancata sin'ora di avere una legge di tutela e di
promozione di un diritto fondamentale dei cittadini all'istruzione e alla
formazione.I componenti della commissione sono i deputati:
Antonio Antinoro • Armando Aulicino •
Francesco Cantafia • Vincenzino Culicchia • Giovanni Roberto Di Mauro
• Dario Falzone • Bernardo Mattarella • Alessandro Pagano • Giuseppa
Savarino • Francesco Scoma • Giuseppe Zappulla
ACCORDO IN SICILIA PER L’OBBLIGO
FORMATIVO: SCHEDA DEGLI ADEMPIMENTI.
Sono in piena fase di avvio e di realizzazione
in Sicilia i corsi autorizzati dai due assessorati regionali all’istruzione
e alla formazione per realizzare l’intesa sperimentale sull’obbligo
formativo con la direzione regionale dell’USR.
Riteniamo utile pubblicare una scheda
dettagliata dei più importanti adempimenti in attesa dell’emanazione della
prossima circolare che regolamenterà il secondo anno dell’attività
sperimentale che allinea la Sicilia alle regioni più avanzate. Grazie
all’impegno di Patrizia Monterosso, dirigente della P.I., di Alessandra
Russo, dirigente della formazione, di Guido Distefano, direttore USR.
-vigilanza sull’assolvimento dell’obbligo
di istruzione-
i dirigenti scolastici degli istituti di
istruzione secondaria di primo grado hanno il compito di verificare
l’assolvimento dell’obbligo di istruzione
- finalita’ dei percorsi sperimentali-
i percorsi sperimentali di istruzione e
formazione professionale di durata triennale hanno lo scopo di: - assolvere
all’obbligo dell’istruzione;
- soggetti destinatari
sono soggetti destinatari gli allievi che
hanno concluso il primo ciclo di istruzione
- soggetti attuatori ammissibili a
finanziamento -
sono tutte le istituzioni scolastiche
secondarie di secondo grado e gli enti di formazione accreditati,
- tipologia dei percorsi sperimentali ed
organizzazione didattica –
tipologia a: a) percorsi triennali di
istruzione (cioè a titolarità della scuola statale pubblica) integrati con
moduli di formazione professionale nel rispetto della flessibilità di cui
al dpr 275/99, al d.m. 234/2000 e con riferimento alla l. r. 6/2000 e al
decreto legislativo n 226 del 17.10.2005. l’offerta dei corsi integrati è di
due tipologie:
1- attivazione di un percorso integrato
per una intera classe;
2- attivazione, sin dal 1° anno di scuola
superiore, di un percorso modulare rivolto a gruppi di studenti di più
classi (classi aperte) .
la 1° tipologia è prioritaria.
tipologia b: b) percorsi triennali di
formazione (cioè a titolarità dei cfp) integrati con l’istruzione statale
pubblica, realizzati con specifiche intese tra l’istituzione scolastica
pubblica e la struttura formativa ed in cui sia prevalente l’acquisizione di
competenze di tipo tecnico professionale il monte ore complessivo dovrà
avere minimo 990 ore annue e massimo 1050 ore, di cui almeno 200 ore per la
realizzazione degli standard minimi relativi alle competenze di base. al
termine dei percorsi triennali i giovani conseguono l’ attestato di
qualifica professionale previsto dalla normativa vigente, nonché crediti per
l’eventuale rientro nel sistema di istruzione.
tipologia c: c) laboratori di recupero
e sviluppo degli apprendimenti, cosiddetti “larsa”, previsti dalla lett. c)
del protocollo d’intesa tra miur –mlps e regione siciliana del 18/09/2003,
“volti alla prevenzione dei fenomeni di dispersione scolastica e formativa
finalizzati alla ridefinizione di aspetti teorici e pratici
dell’orientamento, alla valorizzazione dei processi di scelta dello studente
anche in relazione alle opzioni in ingresso e in uscita dei percorsi”.
-standard formativi minimi,
per gli standard formativi minimi,
certificazione e riconoscimento dei crediti, passaggi tra i diversi sistemi
si applica quanto previsto dalla normativa di riferimento, così come
espressamente riportata dall’art. 5 dell’accordo.
- anagrafe degli studenti –
i dirigenti delle istituzioni scolastiche,
parte dell’intesa, sono responsabili dell’anagrafe degli studenti dei
percorsi e procederanno a periodiche verifiche che si svolgeranno tre volte
all’anno (ottobre, febbraio e luglio di ogni anno scolastico).
- iscrizione ai percorsi sperimentali di
istruzione e formazione –
la domanda di iscrizione ai percorsi
sperimentali di istruzione e formazione, presentata esclusivamente per una
istituzione scolastica secondaria di secondo grado o per un ente di
formazione ( ente di formazione accreditato dalla regione siciliana) deve
essere raccolta dall’istituto scolastico secondario di 1° grado frequentato
dagli alunni che sosterranno gli esami conclusivi del primo ciclo di
istruzione.
Il dirigente dell’istituto scolastico
secondario di 1° grado di provenienza, nel caso di iscrizione da parte
dell’allievo presso un ente di formazione, invierà la domanda all’ente
stesso che provvederà a raccordarsi con l’istituto di istruzione di 2° grado
interessato, per la stipula della specifica intesa. gli enti di formazione
invieranno, nel più breve tempo possibile, notizia dell’accoglimento o meno
delle iscrizioni trasmesse dagli istituti scolastici secondari di 1° grado,
i cui dirigenti scolastici avranno, quindi, conferma circa l’effettiva
accettazione delle domande e provvederanno, in caso di non accoglimento, a
ri-orientare gli alunni non accolti. gli stessi enti di formazione
contestualmente provvederanno a dare analoga notizia anche ai centri per
l’impiego competenti per territorio.
I dirigenti scolastici daranno tempestiva
notizia dell’accoglimento della domanda alla scuola secondaria ove sia
stata, eventualmente, presentata domanda di iscrizione.
i dirigenti scolastici dovranno altresì
accettare le iscrizioni al secondo e terzo anno degli alunni dei percorsi ex
dof già avviati nei precedenti anni formativi prevedendo l’adeguamento di
detti percorsi alla tipologia di cui al comma 1 lettera b) dell’art. 3
dell’accordo in oggetto, per gli studenti in obbligo all’istruzione. Per gli
anni scolastici successivi saranno date istruzioni con apposita
circolare.-realizzazione degli interventi:
a) modalità di autorizzazione e di avvio
delle attività i provvedimenti per l'attivazione dei corsi saranno assunti
dai dirigenti generali dei dipartimenti interessati e dal direttore generale
dell’ufficio scolastico regionale.
b) variazioni in corso d’opera fatte salve
le modifiche dovute a correzioni per mero errore materiale, non saranno
ammesse variazioni degli importi finanziari approvati, né degli elementi che
abbiano concorso alla definizione del punteggio totale e della relativa
posizione di graduatoria dei corsi.
c) comunicazione inizio corsi : i corsi che
non risultano iniziati alle date indicate dai progetti sono cancellati
d'ufficio, senza che questo comporti variazione delle condizioni, e i
relativi importi sono resi disponibili per il finanziamento delle attività
corsuali utilmente collocati in graduatoria, per gli interventi rientranti
nella medesima tipologia del corso annullato d’ufficio o per incrementare la
disponibilità per gli interventi di sostegno e larsa. gli alunni
regolarmente iscritti saranno indirizzati ad analoghi corsi.
d) monitoraggio, controllo e rendicontazione
delle spese: le disposizioni inerenti il monitoraggio, il controllo e la
rendicontazione dei percorsi/progetti sono oggetto di specifici
provvedimenti amministrativi assunti d’intesa tra i soggetti firmatari
dell’accordo.
Percorsi sperimentali triennali – 4° anno
i percorsi in oggetto indicati sono collocati in un organico
processo di sviluppo dell’istruzione e della formazione professionale.
Prosecuzione percorsi ex dof
nell’ambito del sistema regionale della formazione professionale sarà
assicurata la prosecuzione dei percorsi ex dof già avviati nei precedenti
anni formativi.
Cronaca siciliana
CATANIA. TARSU.CARTELLA ILLEGITTIMA ALLA SCUOLA PETRARCA
La scuola Petrarca di Catania ha ricevuto
una cartella esattoriale con la quale la Montepaschi Serit le ingiunge di
pagare la tassa sui rifiuti solidi urbani per l'anno 2002. Era già accaduto
l'anno scorso quando, i primi giorni di novembre, non avendo pagato la Tarsu
per il 2001, la scuola si è vista pignorare e mettere sotto sequestro due
pullmini.
Il preside Santo Gagliano aveva denunciato
ottenendo soddisfazione dalla Ragioneria comunale che aveva sospeso il
pagamento. Ora, un anno dopo, la situazione si ripresenta identica, come se
nulla fosse successo.
E il preside ritorna a denunciare. La legge
regionale n.6 del 3 maggio 2001, all'articolo 6, comma 2, stabilisce che
l'onere relativo alla tassa per la raccolta e il trasporto dei rifiuti
solidi urbani per i locali adibiti a sede di istituti scolastici pubblici è
posto a carico dei Comuni per quanto attiene alle scuole materne, elementari
e medie statali. Il concetto è chiaro: la scuola non deve e non può pagare
alcuna tassa sui rifiuti perché questo è un onere a carico del Comune, per
le scuole dell'obbligo, e della Provincia per le superiori.
«I problemi - sostiene il preside Gagliano
- sono tre: viene posta a carico della scuola una tassa che questa non deve
pagare; inoltre, nella cartella che mi è arrivata, mi si chiede di pagare la
Tarsu per un edificio, quello di via Torresino, che appartiene ad un'altra
scuola, la Corridoni; e, ultimo ma non meno importante, questo significa che
il Comune iscrive a ruolo i proventi della Tarsu delle scuole come fossero
voci in attivo del Bilancio e invece sono spese, e spese notevoli. Basta
fare qualche conto: per la mia sola scuola il Comune dovrebbe pagare circa
3.000 euro l'anno, le scuole dell'obbligo sono 80 e bisogna pagare gli
arretrati di 7 anni. Questo significa che i bilanci comunali non sono
corretti. E aggiungo che, anche qualora volessi pagare per evitare problemi,
non potrei farlo perché la Corte dei Conti me ne chiederebbe conto e ragione
poiché, come ho detto, questa è una tassa che le scuole, per legge, non
devono pagare».
CARINI,
DECOLLA IL NETWORK EUROPEO “EURONET
Network Europeo
della Conoscenza”(Consiglio per l’Integrazione educativa europea), con
l’acronimo “Euronet, questa la dizioner completa dell’iniziativa della
preside Claudia Corselli di Carini. I Docenti referenti nominati da
ciascuna istituzione del Network europeo sono convocati il giorno 12
novembre dalle ore 15.00 alle ore 17.00 nei locali dell’I.C. R. Guttuso per
la prima riunione di avvio delle attività del Network europeo. Si tratta
di:I.C. “Renato Guttuso” (Villagrazia di Carini”), I.C. “Laura Lanza”
(Carini), Direzione Didattica “Giovanni Falcone” (Carini). Scuola
Secondaria Inferiore “ Calderone” (Carini), Scuola Secondaria Inferiore
Biagio Siciliano (Capaci), Direzione Didattica “Sperone” (Palermo), I.C.
“Riccobono” (San Giuseppe Jato), I.T.I. “Cannizzaro” (Catania), I.C. “Reina”
(Chiusa Sclafani), I.C. Campofelice di Roccella, Direzione Didattica
Partanna Mondello (Palermo), I.C. di Torretta, I.C. di Cinisi ,Direzione
Didattica ”M. Amari” (Palermo), Direzione Didattica “F. Orestano”, I.C.
“Luigi Pirandello (Palermo), I.C. “F. Rizzo” (Isola delle Femmine), Istituto
superiore “U. Mursia” (Carini), S.M.S. “Guastella” (Misilmeri), D.D. I°
Circolo Partitico, I.C. “Trieste” (Lercara Friddi), D.D. “ Pallavicino”
(Palermo) , I.C. “Principessa Elena di Napoli” (Palermo),
Le finalità
della rete sono:
Diffondere il
programma LLP nelle Istituzioni scolastiche
Promuovere ed
agevolare la cooperazione transnazionale nell’ambito degli Stati della
Comunità Europea
Promuovere,
all'interno della Comunità, gli scambi, la cooperazione e la mobilità tra i
sistemi d'istruzione e formazione
I RAGAZZI
SINDACI INCONTRANO L’AMBASCIATORE DEL VIETNAM
Lunedì 12
novembre alle ore 10,30 nella sala stampa del Palacannizzaro di Catania i
ragazzi sindaci ed i delegati dei Consigli Comunali dei Ragazzi della
provincia incontrano l’Ambasciatore del Vietnam Nguyen Van Nam , in
visita a Catania insieme al Sottosegretario allo Sport e alle politiche
giovanili , Sen Elidio De Paoli, ospite della Provincia regionale,
assessorato allo Sport e della Camera di Commercio.
L’incontro
voluto dall’assessore Daniele Capuana e coordinato dal preside Giuseppe
Adernò, costituisce per gli studenti una vera lezione di educazione civica
e di storia e di geografia, incontrando un diretto testimone della cultura
vietnamita.
Gli alunni
dell’Istituto Parini con la guida del Prof. Salvatore Conti hanno preparato
la proiezione di immagini sul Vietnam ed anche l’inno nazionale vietnamita e
dopo il saluto di Irene Corsaro, sindaco dei Ragazzi del Parini, seguiranno
domande sulle conseguenze della guerra del Vietnam, sui rapporti con
l’Italia e sui compiti dell’ambasciatore.
Una proposta di
cooperazione e di gemellaggio impegnerà i partecipanti a rendersi vicini ai
ragazzi vietnamiti con un gesto di amicizia e di solidarietà, inviando in
dono materiale didattico e sportivo
L’ARRESTO DI LO PICCOLO E IL RAPPORTO PADRE-FIGLIO
L’arresto del capo di Cosa Nostra, Salvatore
Lo Piccolo, e di suo figlio presenta aspetti inquietanti che andrebbero
approfonditi nelle scuole. La prima questione riguarda le regole di
affiliazione che prevedono che non possa entrare a far parte di Cosa
Nostra chi non tiene ai valori morali. Quindi ne dobbiamo dedurre
che una persona che estorce denaro a un onesto commerciante, uccide,
scioglie i bambini nell’acido, vende droga, schiavizza donne per la
prostituzione, sarebbe una persona dai forti valori morali! La seconda
questione è rilevare come il capo di una grande, micidiale e complessa
organizzazione, non sia scolarizzato, non sappia scrivere in italiano, non
sappia usare il verbo essere, gli articoli, le particelle pronominali (sono
proprio veri i risultati PISA sugli apprendimenti in Sicilia!). In terzo
luogo, al momento dell’arresto, il figlio del boss dice al padre: “papà
ti voglio bene, sei la mia vita”. Viene alla mente la sindrome di
Stoccolma (la situazione psichica che permette alla vittima di amare il
carceriere) e ci chiediamo come possa, un padre degno di questo nome,
educare il proprio figlio nella prospettiva quasi certa che, inducendolo a
delinquere, finirà i propri giorni ucciso da nemici o in prigione. L’ultima
questione è quella del rapporto con la religione. Sia che venga arrestato
Aglieri (trovato con un altare in casa), sia che venga preso Provenzano
(trovato con una bibbia) o che sia catturato Lo Piccolo, trovato con i
santini di Santa Fara, questi criminali perversi si ritengono organici alla
Chiesa e devoti fedeli. Pensiamo che la Chiesa debba essere drastica a tal
proposito: vediamo che appena un prete si innamora di una donna, entro 24
ore viene espulso e allontanato, mentre se un prete frequenta un latitante,
viene compreso e tollerato. Occorre infine ricordare che questi figli dei
mafiosi transitano tutti nella scuola statale. Vediamo le scuole attrezzarsi
per affrontare i problemi dei cinesi, dei disabili, dei pendolari, ma non
abbiamo riscontrato progetti forti per convincere i figli dei mafiosi a non
seguire la strada suicida del crimine: non sarebbe male aprire una
riflessione sul tema.
L’AIDO E LA DONAZIONE DEGLI ORGANI IN
SICILIA
Per la provincia di Catania, il prossimo 23
novembre, nell’aula magna dell’Istituto per geometri “Napoleone Colajanni”
di Riposto, sul tema della donazione ed il trapianto di organi si terrà
un’importante attività di formazione professionale rivolta ai Dirigenti
Scolastici ed ai Docenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Questa attività è propedeutica a quella che
poi ciascuna scuola saprà articolare al proprio interno utilizzando i saperi
acquisiti durante il corso di formazione ed eventualmente richiedendo la
presenza di medici e volontari AIDO nel corso di incontri con gli studenti
che si potranno organizzare nei prossimi mesi di febbraio e marzo.
Con gli oltre un milione dei suoi convinti
iscritti e le diverse migliaia di attivi volontari, gratuitamente, svolge
nel territorio nazionale (scuole, parrocchie, etc) innumerevoli campagne di
sensibilizzazione e promozione culturale sulla donazione degli organi.
La Sicilia, così come tutto il meridione
d’Italia, si trova nelle ultime posizioni della classifica nazionale che
conta il numero di donazioni per milione di abitanti. Ciò è dovuto a tre
fattori: 1) organizzazione sanitaria inadeguata; 2) carente informazione
scientifica sulla donazione degli organi; 3) scarsa cultura della
solidarietà sociale ed umana nel nostro tempo.
Per colmare questa imperdonabile lacuna, la
scuola siciliana, con l’aiuto dell’AIDO e di alcuni volontari che svolgono
compiti di medicina specialistica nelle Unità Ospedaliere Pubbliche (primari
di centri Rianimazione, Chirurghi che effettuano trapianti, Medici
Specialisti, Psicologi, etc), da anni sviluppa tematiche che riguardano la
prevenzione sanitaria ed il trapianto d’organo come unica terapia possibile
per patologie altrimenti incurabili.
AUSL E VISITE FISCALI
Da più parti abbiamo avuto consensi rispetto
all’indicazione data nella precedente LETTERINA di non richiedere più alla
AUSL di Agrigento le visite fiscali e di non pagare le fatture pregresse.
Chiediamo a tutte le scuole associate di seguire questa linea che
attribuisce alla scuola statale il ruolo centrale di servizio pubblico
(altro che interesse privato) e responsabilizza le AUSL che si sono rese
colpevoli di disastri economici gravissimi e vorrebbero rifarsi sulle magre
risorse delle scuole.
CLASSI SOTTODIMENSIONATE
Numerose scuole ci ricordano con
preoccupazione la lettera dell’8 ottobre del Direttore Generale dell’USRS
nella quale Di Stefano chiede alle scuole di accorpare le classi ove i
frequentanti siano diminuiti di numero rispetto alle iscrizioni.
Questa lettera segue la circolare ministeriale
sull’organico di adeguamento che prescrive che il rilascio di nulla osta non
può in ogni caso comportare la variazione del numero delle classi. Va da sé
che, se si reputa corretto non aumentare le classi anche in presenza di un
maggior numero di alunni, dovrebbe essere corretto non accorparle in
presenza di un diminuito numero di studenti frequentanti. Ma la lettera
precede una nuova circolare del MPI che chiede di comunicare entro il 19
novembre il numero preciso dei frequentanti (si dice ai fini della
predisposizione dell’organico del 2008/2009).
Ora, occorre chiarire al Ministero e al
Direttore, che il numero dei frequentanti al 19 novembre non può
assolutamente coincidere col numero degli iscritti al 7 luglio, in quanto le
scuole sono tartassate in continuazione da richieste di nulla osta e hanno
inviato (le superiori) alcuni iscritti ai centri di formazione professionale
ai sensi del percorso B dei percorsi sperimentali di istruzione e
formazione.
Piuttosto il nostro direttore generale
dovrebbe trovare il coraggio di inviare una direttiva in cui impone ai
dirigenti scolastici di non rilasciare nulla osta agli studenti dopo l’invio
dell’organico di adeguamento, se non in caso di documentato
trasferimento di residenza dell’allievo o corretta applicazione
dell’accordo con i CFP sui percorsi B. In tal modo si avrebbe la
certezza dell’organico ed eviteremmo questo balletto di studenti che vagano
da un istituto all’altro per mero capriccio o insoddisfazione.
Accorpare oggi le classi non ha senso: chi
glielo dice agli studenti della prima B che devono confluire nella prima A e
quindi lasciare i loro professori, comprare altri libri, ricevere nuove
valutazioni ect.?
Glielo spiega il Direttore generale che il
ministero vuole risparmiare sui loro insegnanti, mentre continua a esonerare
sindacalisti, padri in allattamento con la moglie casalinga, consulenti di
ogni tipo, e il ministro Rosi Bindi in data 8/11/07 propone l’esonero dal
lavoro anche dei nonni di nipoti disabili? La strada della serietà è solo
chiudere questo teatrino dei nulla-osta speciosi per dare stabilità agli
organici e evitare sprechi.
A meno che non si voglia avere la moglie
ubriaca e la botte piena.
Lettere alla redazione
Ci scrive il preside Ermanno Cortis, presidente regionale
dell’anp sarda, da Cagliari:
1. Cari colleghi,
vi prego di fornire informazioni corrette:
il sottoscritto,
infatti, non è mai stato
presidente dell'Associazione delle Scuole Autonome della Sardegna,
alla cui guida si sono succeduti in questi anni i colleghi nuoresi Giuseppe
Cinque e Bachisio Porru, attuale presidente. Dato che, peraltro, la Scuola
che dirigo è annoverata tra le fondatrici dell'Associazione in Sardegna,
sono intervenuto lo scorso 18 maggio a Roma, per delega del collega Porru
(impossibilitato a partecipare), alla manifestazione promossa dalla rivista
RAS e denominata "Tavolo di confronto sulla Rappresentatività delle Scuole
Autonome". In tutte le altre occasioni l'Associazione (denominata ASAS, come
inizialmente era denominata la vostra) è sempre stata rappresentata dal suo
legittimo Presidente.
Certo che vorrete pubblicare questa mia
precisazione, facendo ammenda dell'errore commesso (spero in buona fede!) e
che vi sforzerete, per il futuro, di divulgare le notizie solo dopo averle
attentamente verificate, vi saluto cordialmente.
Ermanno Cortis
Caro Ermanno Cortis, siamo stati indotti in
equivoco, sia per la tua notorietà e la tua costante presenza a molti tavoli
di confronto, sia anche perché avevamo trovato in articoli della rivista RAS
il tuo nome riferito a descrizione dell’associazione sarda. Non abbiamo
trovato il sito web dell’associazione sarda per un controllo. Staremo più
attenti in avvenire! (ndr).
Ci scrive ancora il preside Lamberto Montanari da Bologna
2. Cari Amici, Vi
ringrazio per aver accolto la mia mail (relativa alla vostra comunicazione
132) e grazie anche per avermi risposto, in diretta, nella comunicazione
133. Mi permetto però di farvi notare che la Vostra risposta non è
esattamente conseguente con quanto affermo nel mio scritto: infatti proprio
perché leggo attentamente tutte le Vostre news, desideravo farvi notare che
nell'ultima Vostra "letterina 132" chiamate "sindacati" le "due" FNASA, ciò
che, come ho scritto, induce certamente in confusione soprattutto chi non
ha ben chiari sia la natura dei soggetti in questione che i diversi ruoli
istituzionali. Per quel che riguarda poi l'insieme, il contenuto del Vostro
"Newsletter/giornale", apprezzandone l'impegno, mi ero permesso di notare
che la compresenza di tematiche che riguardano strettamente questioni di
pertinenza delle autonomie scolastiche, insieme a questioni che riguardano
l'attività professionale dei Dirigenti, potrebbe creare difficoltà nella
comprensione, rispetto alla doverosa e indispensabile divisione dei ruoli,
dei compiti, delle funzioni tra Associazioni delle Istituzioni e
Organizzazioni professionali e sindacali. Ho osato troppo? Sono stato troppo
poco attento e impulsivo? Non mi pare di aver offeso nessuno avanzando
queste osservazioni che, ripeto sono di apprezzamento per il Vostro lavoro.
Infine fatico a comprendere anche la Vostra "censura" del mio definire
legittima l'Associazione FNASA presieduta da Brevetti visto che è semplice
opinione (non consentita?) e che ho seguito, anche se da lontano, tutta la
vicenda e tanto più che, essendo uno dei fondatori, qui in Emilia Romagna,
dell'ASAER, ritengo certamente corretto che le cariche all'interno delle
Associazioni come questa delle Autonomie scolastiche, non vadano "cumulate"
con quelle che comportano un impegno diretto, ad esempio, nel sindacato. Ma
questo vale per tutti no? Vale anche per Perziani che fino a pochi mesi fa,
se non sbaglio, era membro dello staff nazionale dell'ANP: più cumulativa di
così, la sua carica non poteva essere! Quindi mi pare, oggi, un tantino
ipocrita chiedere e rivendicare tanta "purezza". Quanto poi al
pansidacalismo che Voi vedete o avete visto invasivo, dentro le Associazioni
di scuole, è il caso di ricordare che, in questo Paese dalla memoria sempre
corta, l'idea di creare le Associazioni di scuole autonome nasce proprio in
seno, nel cuore e nella mente dell'ANP che ha fatto di tutto per farle
nascere e che certamente aveva ed ha ancora, con questo intento, una
finalità, un fine che mi pare sia di tipo politico e culturale, totalmente
condivisibile: quello della nascita piena, della crescita, del rafforzamento
dell'Autonomia delle istituzioni scolastiche (come detto timidamente nella
Costituzione). In questo ci trovate invasività pansindacale? Se Voi pensate
così io, invece, ritengo che nel caso specifico valga pienamente
l'affermazione che il fine, qui, giustifica (e legittima) i mezzi, perché il
fine è quello nobile e sacrosanto dell'Autonomia delle Istituzioni
scolastiche. Cari saluti, buon lavoro e grazie dell'attenzione che riterrete
di accordarmi.
Lamberto Montanari
Caro Lamberto Montanari, abbiamo letto e
riletto la nostra nota e non riusciamo a trovare il punto in cui, secondo
te, chiamiamo Sindacati le FNASA. Leggiamo invece d’aver chiamato sindacati
i sindacati. Ma non è questo il punto. Prima della assemblea nazionale di
Roma, abbiamo parlato al telefono con Fernanda Brevetti invitandola a
partecipare e a decidere congiuntamente una linea unitaria futura e un unico
presidente, viste anche le dimissioni di Perziani. Questa proposta non è
stata accettata. Recentemente però la Brevetti ha dato la disponibilità a
trovare una strada comune. Per quanto riguarda il rapporto con i sindacati,
in particolare con ANP, CGIL, CISL e SNALS, visto che ci confrontiamo
con Enti Locali e associazioni a 360°, sembra interessante avviare anche con
loro un rapporto costruttivo, a patto di trovare un indirizzo comune nella
difesa della qualità della scuola, evitando le esasperazioni garantiste per
il personale che danneggiano il servizio. (ndr)
Ci scrive un docente vicario:
Cari amici, il 27 ottobre, giorno dello
sciopero confederale, alle ore 8,20, mi trovavo a discutere col mio
vicario, quando questi riceve una telefonata. Era la figlia che, dal Liceo
Garibaldi, gli diceva: papà, che faccio? la professoressa ci ha detto:
“Ragazzi, siete solo nove in classe, non vi ho ancora messo la presenza, se
volete potete andarvene!” Io e il vicario siamo rimasti più tristi che
sconcertati.
(lettera firmata)
Che dirti? Siamo sorpresi del tuo
sconcerto! Dove pensi di essere, in Svizzera? (ndr)
Attività dell’associazione
RIUNIONE DELL’ASSOCIAZIONE:
Oggi lunedì 12 novembre, dalle ore 11,30 alle
ore 13,30, è convocata una riunione di lavoro presso l’ITIS Volta di
Palermo, in viale dei Picciotti 1, con il seguente odg.
·
Relazione del presidente sulla
situazione nazionale della FNASA.
·
Organizzazione degli Stati
Generali dei consigli d’istituto della Sicilia.
Sono convocati i Garanti,
i Sindaci i responsabili dei settori, i componenti il comitato di redazione
della LETTERINA, tutti coloro che sono interessati alla vita
dell’associazione. Per i partecipanti da fuori provincia è previsto il
rimborso spese.
Roberto Tripodi, Lucia Rovituso, Giuseppe
Adernò, Adriana Bongiorno, Gaetano Bonaccorso, Bianca Boemi, Irene Iannello,
Pasquale Bova, Gioacchino Genuardi, Gaetano Pagano e Salvo Indelicato, i
responsabili dei settori Giusi Buccola e Mariolina Mendola, Giovanna
Orlando.
Visita il sito delle
Autonomie scolastiche
http://www.nuovaautonomiascolastica.com/
Consulta il sito dei
servizi alle scuole autonome
www.italiascuola.it
Per ulteriori
informazioni è possibile consultare anche il sito scolastico siciliano
www.aetnanet.org
Copyright
Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può riprodurli. Unica
condizione: mettere in evidenza che il testo riprodotto è tratto da
www.asas.sicilia.it
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nel senso che possono essere riprodotti, modificati, distribuiti, trasmessi,
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Buonriposo, 110, 90124 Palermo, numero conto 000000193227, dipendenza n.
00383, presso Palermo ag. N°3 (via Buonriposo). Paese IT, C.D.23, CIN V,
COD. ABI 05164, CAB 04603.. Lo Statuto può essere scaricato dal sito web
dell’associazione.
Il
dirigente scolastico, nella qualità di presidente della Giunta Esecutiva,
deve porre all’o.d.g. della Giunta l’adesione all’ASASI sia in relazione al
pagamento della quota annuale di 50 euro, sia per l’adesione allo statuto e
alle sue finalità. Il Consiglio d’Istituto, su proposta della Giunta,
delibererà l’adesione. Le successive quote annuali non richiedono una nuova
delibera da parte dell’organo collegiale che comunque può sempre deliberare
la revoca di adesione all’ASASI.