La tassa rifiuti «stanga» la Petrarca. La denuncia del Preside
Data: Giovedì, 08 novembre 2007 ore 13:08:56 CET
Argomento: Rassegna stampa


Ci risiamo. La scuola Petrarca ha ricevuto una cartella esattoriale con la quale la Montepaschi Serit le ingiunge di pagare la tassa sui rifiuti solidi urbani per l’anno 2002. Era già accaduto l’anno scorso quando, i primi giorni di novembre, non avendo pagato la Tarsu per il 2001, la scuola si è vista pignorare e mettere sotto sequestro due pullmini.

Il preside Santo Gagliano aveva denunciato l’accaduto facendo infuriare l’allora assessore al Bilancio Caruso, ma ottenendo soddisfazione dalla Ragioneria comunale che aveva sospeso il pagamento. Ora, un anno dopo, la situazione si ripresenta identica, come se nulla fosse successo. E il preside ritorna a denunciare. La legge regionale n.6 del 3 maggio 2001, all’articolo 6, comma 2, stabilisce che l’onere relativo alla tassa per la raccolta e il trasporto dei rifiuti solidi urbani per i locali adibiti a sede di istituti scolastici pubblici è posto a carico dei Comuni per quanto attiene alle scuole materne, elementari e medie statali. Il concetto è chiaro: la scuola non deve e non può pagare alcuna tassa sui rifiuti perché questo è un onere a carico del Comune, per le scuole dell’obbligo, e della Provincia per le superiori.

Invece il Comune continua ad esigere il pagamento di spese cui dovrebbe provvedere direttamente e, quel che è peggio, dopo tre anni, le cartelle diventano esecutive e, dunque, si passa ai pignoramenti.

Questo significa che le scuole rischiano di vedersi sequestrati i computer, gli arredi, i mezzi di trasporto, il problema, infatti, è collettivo e non riguarda la sola Petrarca. Anche questa volta il preside Gagliano ha cercato di avere spiegazioni dall’ufficio Tarsu del Comune, ma nessun funzionario è stato disponibile ad interloquire.

Attende adesso una risposta dal nuovo assessore al Bilancio Gaetano Tafuri. L’assessorato alla Pubblica Istruzione, infatti, di questo problema non vuole più sentire parlare. Per anni l’assessore al Bilancio Asero aveva invitato le scuole a inviare le cartelle esattoriali all’assessorato alla Pubblica istruzione che, a sua volta, le avrebbe girate al Comune per il pagamento. Ma il Bilancio non ha fatto la propria parte e la Pubblica istruzione si rifiuta di ricevere le cartelle dalle scuole per non essere coinvolta in una vicenda in cui non c’entra niente.

«I problemi - sostiene il preside Gagliano - sono tre: viene posta a carico della scuola una tassa che questa non deve pagare; inoltre, nella cartella che mi è arrivata, mi si chiede di pagare la Tarsu per un edificio, quello di via Torresino, che appartiene ad un’altra scuola, la Corridoni; e, ultimo ma non meno importante, questo significa che il Comune iscrive a ruolo i proventi della Tarsu delle scuole come fossero voci in attivo del Bilancio e invece sono spese, e spese notevoli. Basta fare qualche conto: per la mia sola scuola il Comune dovrebbe pagare circa 3.000 euro l’anno, le scuole dell’obbligo sono 80 e bisogna pagare gli arretrati di 7 anni. Questo significa che i bilanci comunali non sono corretti. E aggiungo che, anche qualora volessi pagare per evitare problemi, non potrei farlo perché la Corte dei Conti me ne chiederebbe conto e ragione poiché, come ho detto, questa è una tassa che le scuole, per legge, non devono pagare».

PINELLA LEOCATA (da www.lasicilia.it)







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