Ci risiamo. La scuola Petrarca ha ricevuto una cartella
esattoriale con la quale la Montepaschi Serit le ingiunge
di pagare la tassa sui rifiuti solidi urbani
per l’anno 2002. Era già accaduto l’anno scorso
quando, i primi giorni di novembre, non avendo pagato
la Tarsu per il 2001, la scuola si è vista pignorare
e mettere sotto sequestro due pullmini.
Il preside Santo Gagliano aveva denunciato l’accaduto
facendo infuriare l’allora assessore al Bilancio
Caruso, ma ottenendo soddisfazione dalla Ragioneria
comunale che aveva sospeso il pagamento. Ora,
un anno dopo, la situazione si ripresenta identica,
come se nulla fosse successo. E il preside ritorna a
denunciare. La legge regionale n.6 del 3 maggio
2001, all’articolo 6, comma 2, stabilisce che l’onere
relativo alla tassa per la raccolta e il trasporto dei rifiuti
solidi urbani per i locali adibiti a sede di istituti
scolastici pubblici è posto a carico dei Comuni per
quanto attiene alle scuole materne, elementari e
medie statali. Il concetto è chiaro: la scuola non deve
e non può pagare alcuna tassa sui rifiuti perché
questo è un onere a carico del Comune, per le scuole
dell’obbligo, e della Provincia per le superiori.
Invece il Comune continua ad esigere il pagamento
di spese cui dovrebbe provvedere direttamente
e, quel che è peggio, dopo tre anni, le cartelle
diventano esecutive e, dunque,
si passa ai pignoramenti.
Questo significa che le scuole
rischiano di vedersi sequestrati
i computer, gli arredi, i mezzi di
trasporto, il problema, infatti, è
collettivo e non riguarda la sola Petrarca.
Anche questa volta il preside
Gagliano ha cercato di avere
spiegazioni dall’ufficio Tarsu del
Comune, ma nessun funzionario
è stato disponibile ad interloquire.
Attende adesso una risposta
dal nuovo assessore al
Bilancio Gaetano Tafuri. L’assessorato
alla Pubblica Istruzione,
infatti, di questo problema non
vuole più sentire parlare. Per anni l’assessore al Bilancio
Asero aveva invitato le scuole a inviare le cartelle
esattoriali all’assessorato alla Pubblica istruzione
che, a sua volta, le avrebbe girate al Comune per
il pagamento. Ma il Bilancio non ha fatto la propria
parte e la Pubblica istruzione si rifiuta di ricevere le
cartelle dalle scuole per non essere coinvolta in
una vicenda in cui non c’entra niente.
«I problemi - sostiene il preside Gagliano - sono
tre: viene posta a carico della scuola una tassa che
questa non deve pagare; inoltre, nella cartella che
mi è arrivata, mi si chiede di pagare la Tarsu per un
edificio, quello di via Torresino, che appartiene ad
un’altra scuola, la Corridoni; e, ultimo ma non meno
importante, questo significa che il Comune iscrive
a ruolo i proventi della Tarsu delle scuole come
fossero voci in attivo del Bilancio e invece sono spese,
e spese notevoli. Basta fare qualche conto: per la
mia sola scuola il Comune dovrebbe pagare circa
3.000 euro l’anno, le scuole dell’obbligo sono 80 e
bisogna pagare gli arretrati di 7 anni. Questo significa
che i bilanci comunali non sono corretti. E aggiungo
che, anche qualora volessi pagare per evitare
problemi, non potrei farlo perché la Corte dei
Conti me ne chiederebbe conto e ragione poiché, come
ho detto, questa è una tassa che le scuole, per
legge, non devono pagare».
PINELLA LEOCATA (da www.lasicilia.it)