LA COMPRENSIONE CRITICA DELL'ATTUALITA' ATTRAVERSO LO STUDIO DELL'ANTICHITA'
Data: Mercoledì, 07 novembre 2007 ore 09:13:15 CET
Argomento: Rassegna stampa


MICHEL FOUCAULT: SAPERI E POTERI

 

La comprensione critica dell'attualità attraverso lo studio dell'antichità
di Laura Cremonesi*

 

 

 

 

Negli ultimi anni della sua ricerca, Michel Foucault si dedicò con profondo interesse a un lungo studio del mondo antico, abbandonando, almeno apparentemente, gli ambiti di indagine che avevano caratterizzato il suo lavoro filosofico degli anni Sessanta e Settanta. Foucault era infatti noto soprattutto per le sue analisi dei dispositivi moderni di potere e per aver scritto ricerche storiche dotate di uno stretto legame con l’attualità e portatrici di un evidente valore di critica politica (si vedano, per esempio, Storia della follia nell'età classica, Rizzoli, 1963, e Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, Einaudi, 1976).
Proprio perché l’attenzione per il presente e per i meccanismi attuali di potere aveva marcato così fortemente il lavoro del filosofo francese, lo spostamento della sua ricerca verso il mondo antico non mancò di destare un certo stupore. Una parte della critica ritenne che egli avesse perso ogni interesse per l’attualità e che avesse inteso, dedicandosi a fenomeni così lontani dalle questioni che oggi ci riguardano, ritirarsi completamente dall’impegno politico.


 
La storia della sessualità
Leggendo con attenzione i due testi dedicati da Foucault al mondo antico e apparsi poco prima della sua morte (L’uso dei piaceri. Storia della sessualità 2, Feltrinelli, 1984,e La cura di sé. Storia della sessualità 3, Feltrinelli, 1984), è possibile però notare come la critica dell’attualità sia senz’altro lo scopo principale anche di questa sua ultima ricerca. I due libri, infatti, descrivono l’esperienza del piacere nella Grecia del V secolo a.C. e nella Roma del I e del II secolo d.C., differenziandola nettamente da quella che, secondo Foucault, è l’attuale esperienza della sessualità, che si sarebbe costituita solo a partire dal XIX secolo (Foucault traccia un abbozzo, rimasto incompiuto, della storia del moderno dispositivo di sessualità e degli effetti di potere che esso comporta ne La volontà di sapere. Storia della sessualità 1, Feltrinelli, 1978).
Grazie a una lettura accurata dei testi antichi, Foucault mostra come la riflessione morale, medica e filosofica si fosse interrogata sul desiderio, sul piacere e sull’attività sessuale in modo radicalmente diverso da quanto accade attualmente. In particolar modo, essa non avrebbe impiegato la distinzione tra normale e anormale (tra eterosessualità e omosessualità) per decidere quali atti sessuali considerare moralmente accettabili, ma avrebbe fatto ricorso ad altri principi che appaiono, oggi, molto distanti dalla nostra percezione.
Nell’esperienza antica, inoltre, gli individui non sarebbero stati condotti in alcun modo a cercare dentro di sé la verità del proprio desiderio, come avverrebbe invece oggi, secondo quella che Foucault definisce una vera  e propria 'ermeneutica del desiderio'.
Si può dunque comprendere come l’obiettivo di questa analisi storica sia quello di mettere in luce come la sessualità che noi oggi conosciamo non sia una costante dell’essere umano, dato che il mondo antico aveva conosciuto un’esperienza del tutto differente. Foucault sembra dunque volerci dire che, se la nostra sessualità possiede una storia, essa può anche essere trasformata.

Soggettività e verità
In questa direzione si muove anche la ricerca sull’antichità svolta da Foucault durante gli ultimi anni del suo insegnamento al Collège de France. Nel suo Corso del 1982 (L’ermeneutica del soggetto, Feltrinelli, 2003), Foucault analizza a lungo i testi dello stoicismo e dell’epicureismo del I e del II secolo d.C., affrontando alcune questioni parzialmente connesse con la storia della sessualità, considerandole, però, da un punto di vista più ampio.
In questa serie di lezioni, Foucault ipotizza che, nel mondo antico, il rapporto tra soggettività e verità avesse una struttura diversa rispetto a quella che emergerà con il cristianesimo e che caratterizza ancora oggi la nostra esperienza.
Secondo Foucault, attualmente il pensiero medico, psicoanalitico, filosofico, ma anche quello giuridico, si interrogano sul modo più adeguato per conoscere la verità del soggetto. Nell’antichità, invece, nonostante il famoso 'conosci te stesso' socratico, non era presente alcuna ricerca della verità interiore, ma vi era invece uno sforzo per legare il soggetto ad alcune verità capaci di modificare il suo modo di essere.
Basando la propria lettura sui lavori dello storico francese Pierre Hadot (in particolar modo su alcuni saggi contenuti in Esercizi spirituali e filosofia antica, Einaudi, 2002), Foucault definisce le pratiche per trasformare la struttura del soggetto e per legarlo alla verità come 'cura di sé' o 'tecnologie del sé', opponendole nettamente all’attuale 'ermeneutica del soggetto'.

La critica del presente
Ancora una volta, quindi, l’obiettivo della ricerca storica di Foucault è quello di mettere in luce la storicità di quello che, abitualmente, riteniamo essere naturale, universale, privo di storia: in questo caso, ad apparire come storici e contingenti sono i concetti di 'soggettività' e di 'verità', che gran parte del pensiero filosofico ha sempre considerato come punti di partenza immutabili.
Lo studio del mondo antico non può dunque essere letto come l’abbandono, da parte di Foucault, di ogni interesse per l’attualità e per i dispositivi di potere: come le altre storie, esso ha lo scopo di indicare possibili cambiamenti da operare nelle configurazioni che caratterizzano il nostro modo di essere attuale e mantiene, quindi, il forte intento critico e politico di tutta la precedente ricerca storica e filosofica di Foucault.
Se questo è il senso generale dell’interpretazione foucaultiana del mondo antico, la morte prematura del filosofo non rende possibile sapere con certezza se egli avesse inteso riattualizzare alcuni elementi del mondo antico. La questione dell’eventuale uso di alcuni aspetti connessi alla cura di sé e alle tecniche di trasformazione del modo di essere del soggetto, per la pratica concreta della critica del presente, rimane infatti aperta a diverse possibili letture.

*Dottore di ricerca in filosofia, collabora con il Dipartimento di Filosofia dell'Università di Pisa in qualità di cultrice della materia. La sua ricerca verte sulle interpretazioni del mondo antico nell'opera di Michel Foucault



 

 

 







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