Presentata alla «Meucci» la seconda edizione del progetto «Tifo di qualità», la passione per il calcio senza esasperazioni
Data: Giovedì, 01 novembre 2007 ore 20:32:17 CET
Argomento: Rassegna stampa


Tifare per la squadra del cuore nel pieno rispetto dell’avversario e nella consapevolezza che il calcio è solo un gioco da vivere senza esasperazione.

Con questa prerogativa è stata presentata ieri, all’istituto scolastico Meucci» di Catania, la seconda edizione del progetto «Tifo Catania… di qualità 2». Per l’occasione sono intervenuti il vice questore Giancarlo Consoli, l’assessore provinciale allo Sport, Daniele Capuana, il presidente provinciale del Coni, Pippo Crisafulli, l’assessore comunale allo Sport, Ottavio Garofano, l’allenatore Josè Sorbello, il dirigente scolastico della D’Annunzio» di Motta S. Anastasia, Di Piazza, e la psicologa e mediatore sportivo Graziella Zitelli. Tutti intervenuti per sottolineare come, a distanza di quasi un anno dai tragici avvenimenti del derby Catania- Palermo, in tutta la città c’è voglia di non ripetere gli errori del passato e dimostrare che il vero tifoso rossazzurro è prima di tutto uno sportivo.

A fare gli «onori di casa il preside Agostino Arena, che davanti a una platea piena di studenti ha sottolineato l’importanza di tenere la conferenza a scuola e non all’interno di qualche struttura comunale che avrebbe reso maggiormente impersonale l’incontro.

Il progetto, che lo stesso ministro per le Politiche giovanili e le attività sportive, Giovanna Melandri, ha considerato «buona prassi (cioè degno di attenzione per varare, eventualmente, un decreto legge in merito), si propone di avviare un’azione di tipo sociale e formativo per dare la parola e approfondire il tema della violenza negli stadi con le persone e i gruppi direttamente coinvolti.

«Noi rappresentanti delle istituzioni politiche - afferma Capuana - stiamo cercando di infondere nei ragazzi, attraverso dibattiti e tavoli di dialogo nelle scuole, la cultura dello sportivo. Applaudire e sostenere la squadra, sia che vinca o perda, con civiltà deve essere la norma e non l’eccezione». Tanti i punti trattati, fra cui quello di individuare le «zone bianche« su cui intervenire e le «leve» più adeguate per farlo.

«Educare i ragazzi alla legalità - sottolinea il vicequestore Consoli - e fargli capire che questi episodi (la morte di dell’ispettore Raciti e non solo, ndr) non sono in coerenza con lo spirito sportivo. I giovani sin da piccoli devo rendersi conto quali siano le regole comportamentali e civili della vita quotidiana. Non è possibile compiere atti di intemperanza che si collocano al di fuori delle leggi basilari dello sport».

A fine assemblea, grande soddisfazione per la dott.ssa Zitelli, organizzatrice dell’evento, che si batte affinché gli stadi non diventino zone militarizzate: «Lo sport dev’essere visto come un percorso educativo; un tifo più pulito e più corretto può indirizzare il ragazzo verso un’attività ludica che non sia esasperata dall’agonismo».

DAMIANO SCALA (da www.lasicilia.it)







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