DENIGRATI, STANCHI E MALPAGATI: MA TUTTI VOGLIONO DIVENTARE PROF
Data: Sabato, 27 ottobre 2007 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Comunicati


Sorpresa per il boom di richieste di ammissione ai corsi di specializzazione post laurea
In tutte le regioni gli aspiranti sono fino a 5 volte i posti disponibili. E il precariato incombe...
Denigrati, stanchi e malpagati
ma c'è la corsa a diventare prof

di SALVO INTRAVAIA


 Malpagati, in calo nella scala della considerazione sociale, chiamati in causa in prima persona in vicende che mostrano solo il lato oscuro della scuola. Eppure il mestiere dell'insegnante sembra ritrovare nuovo appeal tra i giovani laureati
 O, almeno, a guadare i dati sembra sia così: una vera corsa alla cattedra. Quest'anno, il numero di coloro che desiderano insegnare in una scuola media o superiore è di gran lunga maggiore ai posti messi a disposizione dal ministero dell'Università. Un fenomeno che assomiglia tanto alla "lotta" per conquistare un posto nelle facoltà a numero chiuso, come Medicina e Architettura.

 I numeri sono ancora provvisori ma l'incremento di richieste rispetto allo scorso anno si aggira attorno al 15/20 per cento. Notizia sorprendente e in contgrotendenza. Che già solleva una prima preoccupazione: se infatti tutti aspiranti professori dovessero riuscire nell'intento le graduatorie dei supplenti non si esaurirebbero mai.

 Secondo i primi dati forniti dal giornale on line "La Tecnica della scuola", a fronte di 820 posti disponibili nelle Ssis (le Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario), in Toscana agli scritti si sono presentati in 2.895. Le cose non cambiano se ci si sposta a Milano, dove il numero di chi desidera sedersi dietro una cattedra è due volte e mezzo superiore alle disponibilità.
 Negli anni passati, questo vero e proprio boom di "vocazioni" non si è registrato. E il fenomeno assume dimensioni più interessanti al Sud, da sempre patria dei precari della scuola. In Campania per poco più di 800 posti si sono presentati in 3 mila e 300 e a Messina addirittura il numero è di 5 volte superiore ai posti: 2.484 aspiranti per 472 posti. Per l'anno accademico 2007/2008 in tutta Italia sono stati messi a disposizione 11 mila posti.

 Una richiesta che ha destato sorprese. Anche perché per coloro che si sono iscritti quest'anno alle Ssis, in attesa dei nuovi sistemi di reclutamento, le porte delle graduatorie sarebbero chiuse. A meno che di fronte alle pressanti richieste le liste dei supplenti si riaprano.
 Il boom dei sissini (come vengono chiamati coloro che, dopo avere conseguito una laurea, per insegnare devono seguire un corso biennale di specializzazione) è forse da ricercare nei propositi della classe politica italiana di modificare il meccanismo di reclutamento degli insegnanti. La norma attualmente in vigore, messa a punto dalla Moratti ma bloccata dal governo Prodi, prevede per i futuri professori un periodo di studio e tirocinio ancora più lungo di quello passato. Nella Finanziaria 2008 l'esecutivo ha previsto una delega al ministro Fioroni per modificare l'iter di assunzione dei docenti della scuola. Una modalità che si prefigge lo scopo di avvicinare la classe insegnante alle esigenze degli alunni e di una scuola moderna. Ma quanti anni occorreranno per sedere in cattedra? Nessuno lo sa. E nel frattempo, con ogni probabilità, chi ha già una laurea "vecchio tipo" da mettere a frutto per insegnare non vuole farsi scappare l'occasione.

(23 ottobre 2007)









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