INSEGNANTI DI SOSTEGNO: ''CONDANNATI AL PRECARIATO''
Data: Marted́, 23 ottobre 2007 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Comunicati


Costituiti comitati di protesta  
Insegnanti di sostegno «Condannati al precariato»  


Pinella Leocata
 Fanno i precari da molti anni, e persino decenni, ma non passano mai di ruolo sebbene ogni anno sono chiamati a lavorare perché per loro, di fatto, il posto c'è. Sono gli insegnanti di sostegno della scuola superiore di secondo grado, condannati ad una vita da eterni precari. Basti pensare che quest'anno, su una graduatoria provinciale di 1.951 persone, le cattedre disponibili sono state 600 e le immissioni in ruolo soltanto 4.
 Il problema va rintracciato nella storia del sostegno che, tradizionalmente, era pensato per i bambini e i ragazzi della scuola dell'obbligo. Per i portatori di handicap fisici e psichici non era prevista la frequenza nei licei e negli istituti superiori. E questo si è tradotto in un organico di diritto striminzito. Nel tempo le cose sono cambiate, ma la scuola non vi si è adeguata e non lo fa neppure adesso per sfuggire alla difficoltà di fare quadrare i bilanci. L'ultima legge in materia, la 449 del 97, ha fissato il rapporto tra insegnanti di sostegno e allievi in 1 ogni 138, a prescindere dal numero dei portatori di handicap e dalla gravità del loro problema. Questo, nella provincia di Catania, si è tradotto in una situazione per cui l'organico di diritto prevede solo 138 posti di insegnanti di sostegno, oltre i quali ci sono altre 600 cattedre di fatto. Uno squilibrio che si verifica, come abbiamo detto, soprattutto per le scuole superiori. A frequentarle oggi sono molti ragazzi non udenti e non vedenti che hanno bisogno del sostegno per sviluppare al meglio le proprie facoltà e arrivare come gli altri compagni alla fine del percorso scolastico. E il discorso vale anche per gli altri giovani affetti da handicap fisici e psichici più o meno gravi per i quali soltanto la presenza di insegnanti di sostegno, e l'elaborazione di percorsi individuali di studio, può garantire processi di integrazione.
 Dopo anni e anni in attesa di regolarizzazione, i precari si sono costituiti in «Comitati ruolo per il sostegno» attivi in tutte le province e le regioni d'Italia e hanno cominciato a fare sentire la propria voce. A Catania, ad accogliere le loro richieste, l'on. Orazio Licandro che il 3 ottobre scorso ha presentato un'interpellanza al governo per sollevare il problema e per chiedere la stabilizzazione dei precari, in attuazione del programma dell'Ulivo. Il ministro Rutelli, a nome del Governo, ha assicurato che entro il 2011 sarà assicurata la stabilizzazione del 70% degli insegnanti di sostegno delle scuole di ogni ordine e grado. Ma leggendo meglio le carte della finanziaria i diretti interessati hanno scoperto aspetti di questo processo che non li garantiscono affatto. Innanzitutto è stato individuato, in campo nazionale, un rapporto fisso tra gli insegnanti di sostegno e gli altri insegnanti, e questo contrasta con l'esigenza di prendere atto del numero reale di studenti portatori di handicap e della differente gravità delle varie situazioni che, in taluni casi, potrebbero richiedere un insegnante di sostegno a persona. Invece la proposta del Governo prevede al massimo un insegnante per due allievi e una media di uno per quattro.
 E poi - spiegano due delle fondatrici del comitato catanese, le prof. Giovanna Scramaglieri e Rita Coppa - c'è il problema degli insegnanti sovranumerari, cioè degli insegnanti di ruolo perdenti posto con l'accrescersi del numero degli studenti per classe. La finanziaria prevede che questi siano obbligati a seguire un corso compatto di specializzazione per acquisire il titolo di docente di sostegno e potere svolgere questo ruolo. Questo significa che parte della "stabilizzazione" riguarderà non i precari - che hanno seguito un corso biennale per specializzarsi nel sostegno e lo hanno fatto per scelta e non per obbligo - ma i docenti di ruolo sovranumerari e questo, di fatto, allontana la speranza di entrare di ruolo, oltre a porre problemi di continuità didattica per gli allievi. Di qui la costituzione del comitato e il coordinamento via Internet con i gruppi nel resto d'Italia.






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