In grande subbuglio il mondo degli studenti catanesi,
dopo la diffusione delle notizie riguardanti il ripristino
degli esami di riparazione.
Pare non sia gradita la novità destinata ad impegnare
nei mesi estivi gli studenti che non riescono
a raggiungere la sufficienza in tutte le materie.
I giovani sostengono che il sistema dei crediti in
vigore negli ultimi anni possa meglio garantire i
percorsi formativi del sistema scolastico.
Sull’argomento, di notevole interesse, abbiamo
chiesto il parere al presidente dell’Andis di Catania,
Nino Prastani.
«La posizione del ministro Fioroni non può essere
giudicata come la volontà unilaterale di creare
difficoltà agli studenti, poiché quanto delineato
dalla nuova prospettiva costituisce una risposta alle
istanze della nostra società ove si esprime con
notevole vigore la voce del mondo produttivo. Non
possono essere ignorati, infatti, i risultati delle recenti
indagini internazionali che collocano agli ultimi
posti della classifica i livelli di competenza dimostrati
dagli studenti italiani. Il bisogno di maggior
rigore è avvertito da quanti credono nella serietà
dell’impegno e nel riconoscimento dei meriti
che deve stimolare tutti a fare meglio e di più.
La
questione dei debiti formativi
non poteva essere lasciata al
destino che aveva subìto in maniera
sempre più dequalificante
con avanzamenti nel percorso
di studi garantito dalla possibilità
di accumulare debiti che
in molti casi non venivano mai
saldati. Naturalmente - ha continuato
Prastani - un’attenzione
ai dettagli del fenomeno potrebbe
giustificare qualche protesta
degli studenti, ma l’inversione
di tendenza era senz’altro
auspicabile. Per questo noi siamo
favorevoli al cambiamento,
anche se riteniamo che l’attuazione
delle nuove misure richiederà
approfondimenti per
evitare l’insorgere di problemi
tecnici o di questioni puramente
pratiche. In tal senso, è impegnata
la nostra associazione nazionale
che sta organizzando
convegni e commissioni di studio
per suggerire le soluzioni
più adeguate».
- L’esame di riparazione
comporterà aggravi per le famiglie
con la necessità di frequentare
lezioni estive?
«Il nuovo sistema dovrebbe assicurare la possibilità
di usufruire, per chi lo volesse, del servizio
pubblico e potrebbero essere riconosciuti ai docenti
anche adeguati compensi, ma tutto va verificato
sia con la disponibilità delle risorse che con la praticabilità
dell’innovazione».
- Quali risultati ai fini dell’apprendimento, trattandosi
di poche lezioni estive?
«L’efficacia di adeguati corsi intensivi è stata più
volte confermata, anche perchè avere la possibilità
di un impegno rivolto solo ad una o due discipline
potrà consentire il superamento delle difficoltà e
dei condizionamenti. Non bisogna nemmeno sottovalutare
l’intelligenza dei nostri giovani, almeno dei
più volenterosi, in quanto la certezza di un rigore
che non lascia scampo diverrà un deterrente verso
quella tendenza a rinviare le cose serie per preferire
svaghi e divertimenti.
Il ripristino della serietà e del rigore dovrebbe
servire anche a modificare in meglio quel costume
italico che nei casi peggiori ci fa attribuire l’etichetta
di ’lavativi’. Insomma, l’esame di riparazione
dovrebbe essere condotto dagli stessi docenti, con
la dovuta retribuzione, e non come succedeva nel
passato con docenti improvvisati, reclutati dalle
famiglie nel periodo estivo con pesanti aggravi nel
bilancio e poca proficuità dal punto di vista dell’apprendimento
degli alunni».
MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)