ADDIO A GIUSEPPE SINOPOLI
Data: Luned́, 15 ottobre 2007 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Addio a Sinopoli


Morire sul podio, il braccio contratto da una scarica elettrica così violenta che il cuore nel lanciarla si lacera, è accaduto a Mitropulos, a Hermann Scherchen, l’altro ieri anche a Sinopoli. Ad alcuni grandi direttori del secolo è successo così - che un’estasi da adrenalina, nel vigore del gesto, si sia tramutata nell’abbaglio della morte.
    Sinopoli è stato strappato dai “cieli azzurri”di Aida, forse proprio nel momento in cui la bellezza della partitura coglie un momento d’altra estasi, nella notte sul Nilo che rappresenta. Diceva Bruno Barilli che, in quel momento, Verdi riesce a far rialzare da terra “con un colpo eccentrico valori scaduti e antichissimi”- quegli archi che palpitano come fossero onde leggere d’acqua venata dal lume intermittente delle stelle.
    Che destino singolare, strano, per Giuseppe Sinopoli. L’Egitto è stato l’amore della sua intelligenza: studioso e collezionista di preziosi reperti di quella civiltà, l’ho visto scrivere in geroglifico come noi con la penna scriviamo l’abc; in quella disciplina, l’Egittologia, doveva laurearsi. Che uno scarto cardiaco per lui micidiale l’abbia colto a mezzo del sogno verdiano dell’Egitto è un fatto che trattiene la mente. Sinopoli  era un uomo assai vitale: aveva intransigenze difficilmente superabili, era nutrito di forti rigori; il suo territorio di caccia era il Romanticismo, quindi il Decadentismo;  la cultura tedesca era il fondamento della sua cultura; aveva studiato anche le malattie dell’anima. Con la musica investiva questa complessa cultura:nella musica ne stanava il bioritmo. L’Egitto era lo sfondo archeologico contro cui tutto il suo sapere e la sua sensibilità prendevano le tinte del profondo e dell’ombra.
    La vitalità di Sinopoli guardava più all’ombra che alla luce. Mi chiedo se gli sarà stato possibile avvertire, nell’attimo del crampo al cuore che l’ha ucciso, un senso o un controsenso, lo scoccare di un cortocircuito, fra il tremito degli archi nella notte d’amore di Aida e il proprio destino. Spero che nello spasmo doloroso un filo della sua natura così caldamente abbandonata alla vita e insieme così sottilmente caustica l’abbia trattenuto ancora fra noi e gli abbia offerto il lampo di un’idea, l’ultima, il brivido di un sorriso, quello estremo.
    Non starò a fare del sentimentalismo.  Morire è atroce. Quando un direttore d’orchestra muore con la musica e nella musica che sta dirigendo, potremmo parlare di un privilegio che non è dato a tutti, se la musica è il sollevarsi dello spirito oltre il cielo come Wagner sosteneva. Sinopoli è stato un grande direttore wagneriano.
    Credo però che Giuseppe, se ha avuto l’eccezione di avvertire in sé quel che gli era stato riservato là dove la sorte di ognuno di noi viene tessuta, deve aver provato, stringendoglisi il respiro, l’affanno del più desolato sconcerto. La musica lo stava abbandonando, e lui restava solo con se stesso, solo nel modo più amaro e in un momento che è supremo.
    Ricordo bene quel che diceva su certi suoi progetti futuri: che a mezzo dei cinquant’anni avrebbe affrontato il melodramma di Mozart; e Mozart era per lui la bellezza dell’aldilà, roba su cui è possibile ragionare soltanto quando la vita si è fatto un po’ spessa sulle nostre spalle. Da giovani, invece, si capisce al volo l’aria umida e frenetica che avvolgeva le sartine milanesi nel vecchio secolo, quell’aria che tanto era piaciuta a Puccini e gli aveva ispirato Manon Lescaut. Che Manon Lescaut superiore ad ogni elogio ha saputo dirigere Sinopoli.
    L’ultimo suo sguardo a uno spartito è andato dunque a quelle note di Aida dove Verdi rintraccia lo spirito di trasporti castissimi, ricrea il vago volo e lo scorcio di una passione che si fa, nell’immediata certezza di un abbraccio, impossibile.
     Nel cogliere quella impossibilità, nel guidarla con la sua bacchetta che sapeva tratteggiare in modo infallibile la freschezza primigenia dell’esistenza,il cuore gli ha ceduto strozzandosi, diciamo, con le proprie stesse mani, con il proprio stesso vigore.
    C’era un ansimare felice sulle labbra di Giuseppe Sinopoli, nel brillio dei suoi occhi dietro le lenti. Quella felicità, ahimè, si è spenta.
   
Programma 2007



Palazzo dei Congressi

 Giovedì 18 Ottobre 2007
Ore 18.00 foyer

 Inaugurazione mostra
Disegni e acquerelli di Francesco Pennisi

Ore 19.00 1° piano
 Presentazione libro
ICONOGRAFIA 2006. GLI EROI DI OMERO
 Atti del Convegno 2006 – Edizioni Quasar
 e presentazione edizione a stampa di due nuove partiture di Giuseppe Sinopoli
 In collaborazione con Suvini-Zerboni Editore

Ore 21.15 Sala A
 Giuseppe Sinopoli compositore
SINOPOLI CHAMBER ORCHESTRA di Taormina Arte
 in collaborazione con il Conservatorio Arcangelo Corelli di Messina
SOFOCLE / PASOLINI / SINOPOLI
 EDIPO RE
 Pier Paolo Pasolini: frammenti da "Edipo re"
 Giuseppe Sinopoli: Tre frammenti da Saffo
 Giuseppe Sinopoli: Musiche di scena per "Edipo re"
Stefano Celeghin direttore
 Con Sara Allegretta, Sonia Bergamasco, Maurizio Leoni,
 Paolo Musio, Tiziano Panici, Alfonso Veneroso
 Regia Denis Krief
Produzione esclusiva del Sinopoli Festival


Venerdi 19 Ottobre 2007

 Convegno
EDIPO E MEDEA - MUSICA, MITO, PSICOANALISI
A cura di Pietro Bria e Massimo Fusillo

Sala B - ore  9.45 – 13.30
Edipo tra conoscenza e trasgressione
 Presiede Pietro Bria
 Intervengono Fausto Petrella, Cesare Milanese, Gilda De Simone, Sergio Givone e Roberto Russi


 ore 11,30 – discussione
 ore 12 - Edipo a teatro
 Massimo Fusillo e Alessandra Orsini presentano materiali tratti da Edipo Re e  Edipo a Colono nella regia di Mario Martone

 1° piano ore 15.00
 Proiezione di “Edipo re” di Pier Paolo Pasolini
 a seguire
 Film “Oedipus Rex” di Igor Stravinskij
 Cesare Milanese e Sandro Cappelletto presentano il volume “La Grecia secondo Pasolini. Mito e cinema” di Massimo Fusillo (Carocci editore)
 Incontro con Stella Malagon, sceneggiatrice con Gabriel Garcia Marquez di
 “Edipo Alcalde” di Jorge Ali Triana – presentazione di alcune sequenze del film

 Presentazione dei poster degli studenti

Ore 21.00 sala A
 Consegna del Premio Sinopoli Festival al Presidente Carlo Azeglio Ciampi

Ore 21.15 sala A
ORCHESTRA GIOVANILE ITALIANA
GABRIELE FERRO direttore
 Giuseppe Sinopoli - Pour un libre à Venise
 Franz Schubert - Sinfonia Incompiuta
 Anton Bruckner - Sinfonia n. 9


Sabato 20 Ottobre 2007

 Convegno sala B - ore 9.45 – 14.00
 L’universo barbarico di Medea
 Presiede Massimo Fusillo
 Intervengono: Cesare Milanese, Fiorangela Oneroso, Margherita Rubino, Sarantis Thanopoulos

 ore 11,45 - Medea a teatro
 Adriano Guarnieri, autore dell’opera-video Medea
 Fratelli Mancuso, autori delle musiche di scena per la Medea di Emma Dante
 Irina Possamai, librettista della Midea di Oscar Strasnoy
 Aurelio Pes, drammaturgo, autore di Medea

 ore 15 - Proiezione di Medea di Lars von Trier
 a seguire, proiezione di Medea di Pier Paolo Pasolini

Ore 19.00 sala B
SINOPOLI CHAMBER ORCHESTRA di Taormina Arte
 in collaborazione con il Conservatorio Arcangelo Corelli di Messina
ELIZABETH NORBERG-SCHULZ soprano
FABIO MAESTRI direttore
RITRATTO DI FRANCESCO PENNISI
Medea dixit per soprano e 8 strumenti da un frammento di Ovidio (8’)
Cartolina dall’ombra del faggio per otto strumenti (4’)
Robert Mann D’Après - da un frammento di Francesco Pennisi per otto strumenti (10’)
La Pietà per soprano e 7 strumenti da una lirica di Alda Merini (10’)
Se appare il dubbio per 5 strumenti (10’)
The wild Swans per soprano e 7 strumenti da una lirica di W.B.Yeats (12’)
Coproduzione Sinopoli Festival - Biennale Musica di Venezia - Conservatorio A. Corelli

Ore 21.15 sala A
ANDREA LUCCHESINI pianoforte
 Giuseppe Sinopoli Sonata per pianoforte
 Franz Schubert 4 improvvisi
 Ludwig Van Beethoven Sonata op. 109
 Ludwig Van Beethoven Sonata op. 110

Domenica 21 Ottobre 2007
 Sala B – ore 10.30 – 13.00 sala B
L’inconscio in musica
 presiede Sandro Cappelletto

 Intervengono:
 Azio Corghi , Una musica per Edipo tiranno
 Antonio Di Benedetto, Paradossi dell’inconscio e del simbolo musicale
 Pietro Bria, Allagamento affettivo e separazione nel finale della Valchiria






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