ROMA. È stato il giorno degli studenti. In
130 città i ragazzi della scuola italiana
hanno detto «no alla riforma Fioroni,
agli esami di riparazione e alle punizioni
più severe». E hanno chiesto maggiori
risorse per scuola e università, sia
per la didattica che per l’edilizia, oltre a
una risposta chiara sul decreto sui debiti
formativi. Trecentomila, secondo un
primo bilancio, gli studenti scesi in piazza.
A Milano hanno lanciato uova contro
i muri di Palazzo Marino, sede del Comune.
A Potenza è stata portata in corteo
una bara nera, «simbolo della morte
della scuola pubblica». A Roma si sono
vissuti momenti di tensione a causa
dell’infiltrazione nel corteo di una ventina
giovani di destra di Blocco studentesco.
La manifestazione, hanno precisato
gli organizzatori, «non è il vaffa-day della
scuola». Unione degli studenti, Rete
degli studenti, Studenti di sinistra, StudentSX
e Unione degli universitari, in
una nota congiunta hanno contestato
che «non è una giornata all’insegna dei
"vaffa", definizione dalla quale prendiamo
le distanze in quanto riduttiva di
una piattaforma che presenta punti di
criticità sull’operato dei ministri dell’Istruzione
Giuseppe Fioroni e dell’Università
Fabio Mussi, ma che tenta di
portare in piazza proposte costruttive».
A Roma. A sfilare le principali associazioni
di sinistra, fra cui l’Unione degli
studenti e la Rete degli studenti. I giovani
in piazza si sono difesi dall’epiteto
che Padoa Schioppa, ministro dell’Economia,
ha usato per descrivere i giovani
che non se ne vanno di casa. «Bamboccione
sarà lui - hanno tuonato - che
non ci garantisce il diritto allo studio e ci
condanna alla precarietà».
A Milano. I giovani hanno chiesto «l’abrogazione
della riforma Formigoni, ennesima
minaccia alla scuola pubblica»,
e hanno sollecitato «l’annullamento delle
riforme Moratti e Fioroni». Perché gli
studenti si dicono «contrari a un sistema
scolastico che tratta l’istruzione come
una merce e non come un diritto». Oltre
a lanciare slogan contro il ministro, gli
studenti hanno tirato alcune uova contro
i muri di Palazzo Marino, sede del
Comune.
A Genova, Palermo, Torino e Bari. A
Palermo, secondo gli organizzatori, hanno
manifestato in 10 mila, per le forze di
polizia i partecipanti sarebbero stati
meno della metà. Altri cortei si sono
svolti a Trapani, Catania e Siracusa. Palermo.
Le manifestazioni siciliane sono
state caratterizzata anche dalla richiesta
di interventi di edilizia scolastica. Corteo
studentesco anche a Genova: il ministero
è stato accusato di aver agito «senza
pensare che il nostro Stato e le scuole
stesse non saranno economicamente in
grado di attivare corsi di recupero estivi
». Centinaia di giovani in piazza anche
a Bari, mentre a Torino la manifestazione
ha fatto saltare l’incontro che il segretario
nazionale dei Ds, Piero Fassino,
avrebbe dovuto avere con gli studenti
dell’istituto alberghiero Beccaria.
ELISABETTA MARTORELLI (da www.lasicilia.it)
Anche Catania è scesa in piazza
Anche gli studenti catanesi sono scesi in piazza
per la manifestazione di protesta contro la riforma
dell’ordinamento scolastico proposta dal
ministro Fioroni. Alla manifestazione catanese
ha partecipato Riccardo Messina, coordinatore
nazionale della Fgci, la federazione giovanile del
Pdci, ed ha ricordato che «la Fgci oggi è in piazza
in molte città d’Italia insieme ai sindacati
studenteschi per chiedere maggiori fondi per la
scuola pubblica in finanziaria e l’immediata
abolizione di ogni barriera di accesso all’università.
Siamo in piazza oggi così come saremo in
piazza il 20 ottobre. Scuola e precarietà sono
due facce della stessa medaglia».
Di segno opposto la presa di posizione di
Forza Nuova Studenti. «Non condividiamo questa
manifestazione, si tratta solamente di un
maldestro tentativo di ritrovare visibilità e credibilità
in una base studentesca fortemente
delusa dalle promesse non mantenute dell’attuale
governo di centrosinistra. In particolare riteniamo
giusta la reintroduzione degli esami di
riparazione a settembre per l’evidente fallimento
della riforma Moratti sui crediti e debiti
formativi».
(da www.lasicilia.it)