ROMA. Si sono battuti per anni contro
le tre "I" della Moratti. Si aspettavano
qualcosa di diverso dalla reintroduzione
degli esami di riparazione a settembre
dal ministro dell’Istruzione
Fioroni. E magari qualche risorsa in
più per Università e ricerca scientifica
dal ministro Mussi. Non certo - affermano
- di ritrovarsi senza troppe
speranze nel guado che separa il
mondo dei bambini da quello dei
"bamboccioni". Delusi dalle scelte di
Viale Trastevere e dalla mancate promesse
del governo, gli studenti medi
e universitari oggi scenderanno in decine
di piazze del Paese.
Rete degli studenti, Unione degli
studenti e Studenti di sinistra - le associazioni
studentesche che hanno
promosso la manifestazione - non faranno
sconti a nessuno: contestano
quel che resta della riforma Moratti e
respingono il modello anacronistico
di scuola propinato da Fioroni. "Saremo
in piazza - spiegano le associazioni
promotrici in una nota congiunta -
per chiedere al governo di mantenere
le promesse fatte al movimento degli
studenti. Non saremo in piazza con
vaghe parole d’ordine, ma con richieste
ben precise, per rendere scuola e
università priorità indicate e non solo
enunciate".
Innanzitutto, maggiori finanziamenti
nella legge di bilancio per Scuola
e Università, per la didattica e per
l’edilizia. Gli studenti chiedono una
legge nazionale sul diritto allo studio
e la copertura delle borse di studio:
sono sempre troppi gli idonei che restano
fuori dalle graduatorie delle
borse di studio e degli alloggi per carenza
di strutture e risorse. Sull’onda
dello scandalo scoppiato in occasione
degli esami di ammissione all’Università,
i giovani sperano di ottenere il superamento
della legge 264/99 che introduce
il numero chiuso e la garanzia
dell’accesso ai corsi. Nella lista delle
richieste c’è anche la riforma degli organi
collegiali scolastici e più diritti
per gli studenti che svolgono stage. I
manifestanti contestano pure il decreto
con cui il ministro Fioroni ha
reintrodotto nelle scuole medie superiori
gli esami di riparazione a settembre
e chiedono una risposta chiara
sull’assolvimento dei debiti formativi.
"Vogliamo - scrivono a tal proposito
- che i corsi di recupero vengano
fatti a scuola e senza interferenze di
privati, con tempi di recupero sostenibili:
debiti e crediti non possono essere
un calcolo algebrico". Oltre ai contenuti
delle proposte di Fioroni, gli
studenti ne contestano anche il metodo.
"Il ministro si è rifiutato di condividere
le scelte con gli studenti e anche
semplicemente di recepirne le indicazioni
- sottolinea la neo-nata associazione
"Studenti.Sx" -. In quest’autunno
forse sarà costretto a venire
a discutere nelle assemblee delle
scuole occupate".
ANNA RITA RAPETTA (da www.lasicilia.it)