Violenza giovanile. «Per contrastare il fenomeno indispensabile trovare il coraggio di denunciare gli abusi».
Tanta curiosità, ma anche tanto rispetto
per l’istituzione fra i ragazzi di alcune
prime classi che ieri affollavano l’aula
magna del tecnico informatico Guglielmo Marconi per un incontro con il prefetto
Anna Maria Cancellieri.
Un incontro, cui hanno partecipato
anche il dirigente del Csa Raffaele Zanoli,
accolti entrambi dal preside Orazio
Lombardo dedicato ufficialmente al fenomeno
del bullismo «che si respira poco
nella nostra scuola, per fortuna - ha
precisato il preside - ma con cui vi scontrate
sul bus o in via Etnea». Ma poi la
presenza della dott. Cancellieri, alla sua
prima volta nell’istituto tecnico,
ha catalizzato i ragazzi facendo
diventare l’incontro una lunga
intervista al prefetto.
Diverse, precise e articolare
le domande rivolte al prefetto
da ragazze e ragazze, domande
tutte accomunate dal filo comune
della legalità. Stimolate
anche dalle parole iniziali della
dott. Cancellieri così come del
dott. Zanoli, al termine dell’ascolto
dell’inno nazionale all’ingresso
in aula degli ospiti.
«Legalità è scegliere di seguire le regole
e di farlo ogni giorno», aveva ammonito Zanoli. «Legalità vuol dire esercitare
il pieno diritto di tutti alla libertà.
Che si ferma dove comincia quella degli
altri».
Poi, il fuoco di fila delle domande dei
ragazzi. Per cominciare: qual è il ruolo
del prefetto, quali i suoi compiti? E come
cambieranno se si approveranno
venerdì le nuove misure?
Il prefetto Cancellieri - che, ha sottolineato
il provveditore, è stata sempre
vicino alle scuole e agli studenti - ha risposto
in maniera completa e appassionata,
elencando le varie complesse
competenze delle prefetture. «Dico
sempre - ha esemplificato - che abbiamo
il compito di armonizzare i vari ingranaggi
perchè l’orologio non si fermi».
Altro intervento, altra domanda difficile:
come si combatte la criminalità
diffusa? Il prefetto non ha dubbi: «Bisogna
- dice - che la gente si senta più sicura,
perchè la sicurezza genera sicurezza.
Per questo occorre che le forze dell’ordine
vigilino, ma anche che ci siano
illuminazione, pulizia, ordine nelle strade
perchè aumenti la percezione della
sicurezza. E che ci sia lavoro perchè i
giovani scelgano la fatica onesta e quotidiana
invece che la mafia che promette
soldi subito e una vita rovinata per
sempre».
Inevitabile e difficile la domanda sui
fatti dello stadio e sui rapporti difficili
con le forze di polizia. «A Catania - ha
ammesso il prefetto - come accade anche
in altre regioni italiane, parte della
popolazione non ama le forze di polizia.
A San Cristoforo i bambini giocano a
guardie e ladri e tifano per i ladri. Credo
che sia un retaggio storico: si percepisce
la polizia nemica come nemico si sentiva
lo stato oppressore, dai Borboni ai Savoia.
La verità - ha aggiunto è che occorre
una educazione alla polizia. Per capire
- ha aggiunto rivolta ai ragazzi - che
se vi fanno la multa perchè siete in moto
senza casco, la fanno per salvarvi la
vita».
E il bullismo? Arriva in coda: «Per
contrastarlo - dice la dott. Cancellieri - ci
vuole impegno da parte di tutti e azioni
decise da parte dell’autorità scolastica.
Ma bisogna trovare il coraggio di parlarne:
sennò è come il pizzo».
ROSSELLA JANNELLO (da www.lasicilia.it)