GIOVANI E LEGALITÀ: Gli studenti dell’istituto tecnico «Marconi» hanno incontrato il prefetto Anna Maria Cancellieri.
Data: Giovedì, 11 ottobre 2007 ore 00:54:18 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Violenza giovanile. «Per contrastare il fenomeno indispensabile trovare il coraggio di denunciare gli abusi».

Tanta curiosità, ma anche tanto rispetto per l’istituzione fra i ragazzi di alcune prime classi che ieri affollavano l’aula magna del tecnico informatico Guglielmo Marconi per un incontro con il prefetto Anna Maria Cancellieri.

Un incontro, cui hanno partecipato anche il dirigente del Csa Raffaele Zanoli, accolti entrambi dal preside Orazio Lombardo dedicato ufficialmente al fenomeno del bullismo «che si respira poco nella nostra scuola, per fortuna - ha precisato il preside - ma con cui vi scontrate sul bus o in via Etnea». Ma poi la presenza della dott. Cancellieri, alla sua prima volta nell’istituto tecnico, ha catalizzato i ragazzi facendo diventare l’incontro una lunga intervista al prefetto.

Diverse, precise e articolare le domande rivolte al prefetto da ragazze e ragazze, domande tutte accomunate dal filo comune della legalità. Stimolate anche dalle parole iniziali della dott. Cancellieri così come del dott. Zanoli, al termine dell’ascolto dell’inno nazionale all’ingresso in aula degli ospiti.

«Legalità è scegliere di seguire le regole e di farlo ogni giorno», aveva ammonito Zanoli. «Legalità vuol dire esercitare il pieno diritto di tutti alla libertà. Che si ferma dove comincia quella degli altri».

Poi, il fuoco di fila delle domande dei ragazzi. Per cominciare: qual è il ruolo del prefetto, quali i suoi compiti? E come cambieranno se si approveranno venerdì le nuove misure?

Il prefetto Cancellieri - che, ha sottolineato il provveditore, è stata sempre vicino alle scuole e agli studenti - ha risposto in maniera completa e appassionata, elencando le varie complesse competenze delle prefetture. «Dico sempre - ha esemplificato - che abbiamo il compito di armonizzare i vari ingranaggi perchè l’orologio non si fermi». Altro intervento, altra domanda difficile: come si combatte la criminalità diffusa? Il prefetto non ha dubbi: «Bisogna - dice - che la gente si senta più sicura, perchè la sicurezza genera sicurezza. Per questo occorre che le forze dell’ordine vigilino, ma anche che ci siano illuminazione, pulizia, ordine nelle strade perchè aumenti la percezione della sicurezza. E che ci sia lavoro perchè i giovani scelgano la fatica onesta e quotidiana invece che la mafia che promette soldi subito e una vita rovinata per sempre».

Inevitabile e difficile la domanda sui fatti dello stadio e sui rapporti difficili con le forze di polizia. «A Catania - ha ammesso il prefetto - come accade anche in altre regioni italiane, parte della popolazione non ama le forze di polizia.

A San Cristoforo i bambini giocano a guardie e ladri e tifano per i ladri. Credo che sia un retaggio storico: si percepisce la polizia nemica come nemico si sentiva lo stato oppressore, dai Borboni ai Savoia.

La verità - ha aggiunto è che occorre una educazione alla polizia. Per capire - ha aggiunto rivolta ai ragazzi - che se vi fanno la multa perchè siete in moto senza casco, la fanno per salvarvi la vita».

E il bullismo? Arriva in coda: «Per contrastarlo - dice la dott. Cancellieri - ci vuole impegno da parte di tutti e azioni decise da parte dell’autorità scolastica. Ma bisogna trovare il coraggio di parlarne: sennò è come il pizzo».

ROSSELLA JANNELLO (da www.lasicilia.it)







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