ESAMI DI RIPARAZIONE? MA NON SONO QUELLI DI UNA VOLTA
Data: Sabato, 06 ottobre 2007 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Comunicati


Esami di riparazione?

di Mauro Palma

Chiariamo innanzitutto i termini, che in questo caso, come spesso accade, racchiudono il significato di ciò che denominano: nessun esame di riparazione viene reintrodotto nel sistema scolastico. L’esame di riparazione prevedeva una possibilità individuale di recupero di una carenza da certificare poi attraverso una prova: un esame, appunto. Il sistema reintrodotto prevede invece che l’individuazione delle carenze e delle necessità di recupero sia oggetto di continuo monitoraggio nel corso dell’anno e che conseguentemente siano messe in atto dalla scuola, non dal singolo, le strategie e le attività didattiche per sanare questi aspetti. Al termine, prima di intraprendere un nuovo anno, si valuteranno per ciascun caso gli esiti di quanto realizzato.

Quindi, percorso individuale fuori dalla responsabilità della scuola, nel primo caso; parte del complessivo percorso didattico, nel secondo.

Che il sistema dei debiti richiedesse una revisione – anche in base alla loro nuova rilevanza ai fini dell’ammissione all’esame di stato – era noto a tutti e da tutti atteso un intervento che riducesse l’abnorme situazione di classi composte da un gran numero di alunni ‘portatori’ di una variegata tipologia di debiti mai sanati. L’intervento annunciato dal Ministro si inserisce appunto in questo dibattito e formula una proposta, in parte da migliorare, ma che complessivamente coglie una reale esigenza. La coglie e cerca di riportarla all’interno della progettazione del percorso di insegnamento e di apprendimento.
 Proprio per questo lascia alcuni dubbi la scarsa definizione del ruolo degli agenti esterni previsti, in particolare nel periodo estivo, per la costruzione dei percorsi di recupero e il loro coordinato inserimento all’interno del complessivo progetto didattico definito e attuato dai docenti della singola classe e, più in generale, dell’Istituto. Qui una maggiore chiarezza è auspicabile.

Infine, torna come problema sempre enunciato e mai risolto, la necessità della definizione di competenze e conoscenze da raggiungere nei vari livelli scolastici, tali da dare omogeneità ai percorsi formativi, da renderli confrontabili e condivisi. Si deve sapere cosa si ritiene essenziale che uno studente conosca e sappia fare a un dato anno, in modo che i suoi ‘debiti’ non siano frutto di impostazioni personalistiche del singolo docente e che siano recuperabili attraverso interventi che abbiano una finalità condivisa e verificabile.

E’ comunque una buona base per ripartire a discutere proprio di quest’ultimo aspetto, in un momento del resto abbastanza propizio: quello in cui sono state definite, almeno fino al compimento dell’obbligo, delle comuni indicazioni di attesa dell’esito scolastico.







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