LA LUNGA STRADA DELLA MUSICA NELLE AULE ITALIANE
Data: Mercoledì, 03 ottobre 2007 ore 14:01:47 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Da 18 scuole a quasi quattromila classi in tutta Italia

La lunga strada della musica
 nelle aule italiane

La dichiarazione di Massimo Di Menna >>>



Erano soltanto 18 le scuole medie nelle quali si studiava musica nel 1975.
 In un quarto di secolo le cose sono cambiate al punto da coinvolgere gli alunni di quasi quattromila classi in tutta Italia.

L’iniziativa del 1975, era denominata “corsi sperimentali ad orientamento musicale”, denominazione poi cambiata in “indirizzo musicale”e coinvolgeva 18 scuole in tutta Italia.

Nell’aprile del 1977, il Ministro Malfatti, presentò un disegno di legge, mai approvato, che prevedeva l’istituzione in ogni provincia, di almeno una scuola media ad orientamento musicale.

Due anni più tardi, nel 1979 un decreto ministeriale (DM 03.08.79) tenta un primo passo verso l’unificazione delle varie sperimentazioni già attuate, dettando dei criteri unici a livello nazionale per favorire l’apertura di nuove sperimentazioni.
 Ma soltanto dieci anni fa, nel 1996, un nuovo decreto (DM 13.02.96) ha istituzionalizzato la sperimentazione, stabilendo la tabella di valutazione dei titoli dei docenti che ancora oggi è in vigore .

Nel 1999, il Ministro Berlinguer, con la legge del 3 maggio n. 124, all’art. 11, riconduce ad ordinamento i corsi sperimentali a partire dall’anno scolastico successivo come  “integrazione interdisciplinare e arricchimento dell’insegnamento obbligatorio dell’educazione musicale”.

Nello stesso anno, un nuovo decreto (DM 6.8.1999 n. 201) regola programmi, orari, modalità di svolgimento delle prove di esame e istituisce una apposita classe di concorso, la A077.

Il nuovo assetto ordinamentale si applica dall’anno scolastico 1999/2000 cominciando dalle prime classi della scuola media.

Nel 2005, con un decreto legislativo (del 17.10.2005-  n. 226) il Ministro Moratti, conferma una quota oraria obbligatoria per gli studenti che frequentano i corsi ad indirizzo musicale.

Con il decreto dei giorni scorsi (DM. 28.09.07 n. 137) il ministro Mussi, mette ordine nella situazione dei docenti di strumento musicale, rimasti fuori dall’attuale sistema di abilitazione all’insegnamento.
 In pratica, questi insegnanti non avevano alcuna opportunità di arrivare a conseguire l’abilitazione, pur possedendo i requisiti necessari. Questo personale rischiava, quindi, di essere escluso dal consolidare il proprio rapporto di lavoro, a fronte di una consistente disponibilità di posti.

Che cosa si studia
 e in che modo

In genere, in ogni scuola è previsto l’insegnamento di quattro strumenti per 5 ore settimanali ciascuno, più un’ora di teoria e solfeggio.
 Un corso completo (triennale) di strumento comporta di norma l’impegno di 4 docenti per 18 ore settimanali;
 L’organizzazione dell’orario di insegnamento dei docenti è molto flessibile anche in virtù del fatto che il rapporto docente-alunno è, in generale, di 1 a 2.
 L’insegnamento si articola in pratica strumentale individuale e per gruppi di alunni, anche variabile nel corso dell’anno scolastico; ascolto partecipato; attività di musica d’insieme; teoria e lettura della musica

Non solo pianoforte…
 A Cosenza si studia l’arpa, a Catanzaro il fagotto

Il numero delle cattedre di strumento musicale è cresciuto costantemente dalla loro messa a regime, passando da 2.174 nel 2002 alle attuali 3.877 (+ 1.703).
 Negli ultimi 5 anni è stato attivato l’insegnamento di tutti gli strumenti previsti dalla legislazione corrente. Ultimo in ordine di tempo ad entrare nelle classi italiane il fagotto (a Catanzaro e Cosenza).
 In tutta Italia, ci sono classi di arpa, chitarra, clarinetto, corno, fagotto, fisarmonica, flauto, oboe, percussioni, pianoforte, saxofono, tromba, violino, violoncello.
 I più richiesti sono: pianoforte (944 cattedre), chitarra (829), violino(633), flauto (611), e clarinetto (419).

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