Dallo studio dei fotoni il computer a prova di spia
Data: Martedì, 02 ottobre 2007 ore 02:01:56 CEST
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Due più due fa quattro? E, soprattutto, quattro meno due fa due? Non sempre, perché quando si aggiungono e sottraggono fotoni, le normali regole dell’aritmetica non valgono più.

Le bizzarre leggi delle microscopiche particelle di luce sono state verificate per la prima volta grazie ad un esperimento condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica applicata (Inoa) del Cnr, in base al quale si potranno creare nuovi strumenti dalla precisione e capacità finora irraggiungibili e del tutto impenetrabili alle intercettazioni.

«Nel nostro laboratorio – spiega Marco Bellini dell’Inoa-Cnr – abbiamo dimostrato per la prima volta come aggiungere e sottrarre in modo assolutamente controllato singole particelle di luce da un campo luminoso simile al sole o da una comune lampadina». Una scoperta che apre la strada ad una nuova generazione di apparecchiatura per misure di forze e spostamenti infinitesimali. Un computer basato su queste proprietà quantistiche potrebbe ad esempio risolvere in modo rapido ed efficiente problemi oggi irrisolvibili anche per le macchine più potenti.

Inoltre, si potrebbero realizzare particolari stati di luce per la comunicazione a distanza di dati riservati, assolutamente impenetrabile alle intercettazioni. La cosiddetta «crittografia quantistica» si basa su messaggi codificati con una chiave segreta, su cui oggi una spia può comunque inserirsi; domani, grazie a questa scoperta, sarà impossibile misurare le caratteristiche di un sistema senza modificarlo. L’eventuale spia, insomma, altererebbe il sistema e verrebbe scoperta, assicurando a questo punto una perfetta privacy.

SABINA LICCI (da www.lasicilia.it)







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