Riforma Fioroni. Obiettivo, lo studente competente.
Data: Giovedì, 27 settembre 2007 ore 09:05:55 CEST
Argomento: Rassegna stampa


E’ partita in tutte le scuole dell’infanzia e dell’obbligo la riforma sperimentale del ministro Fioroni. Un progetto che sembrerebbe trovare consensi tra gli addetti ai lavori e tra i genitori degli studenti, giacché la riforma mira a dare attuazione a un concetto base e "trasversale": integrare saperi e competenze. Idea, questa, che era anche presente nella precedente riforma scolastica, targata Moratti. Solo che Fioroni rivaluta le competenze specifiche dell’apprendimento scolastico basate sul possesso degli strumenti del sapere. In pratica compie un passo avanti senza trascurare la tradizione dell’insegnamento curriculare, fondato sulla conoscenza della lingua italiana, in particolare la padronanza della grammatica e della sintassi, della matematica, della storia, geografia, tutte nozioni che consentono all’alunno di scrivere correttamente e, in sostanza, interagire con la società.

Certo, da qualche anno a questa parte le metodologie sono magari diverse rispetto al passato, anche se non è mai venuto meno lo studio dei vari linguaggi del sapere. L’obiettivo di Fioroni però è quello di dedicare più tempo allo studio delle discipline "di base", riducendo di fato i tanti progetti "extra" che ogni anno si portano avanti nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Ovviamente, anche l’attuale ministro della Pubblica Istruzione, come del resto sosteneva la Moratti, mira a preparare l’alunno "competente", che sia esperto nel progettare, comunicare, acquisendo anche, oltre alla preparazione culturale, quella professionale che gli consentirà di essere all’altezza per quanto concerne l’inserimento nel mondo del lavoro.

Non mancano, comunque, le perplessità. Per esempio secondo lo Snals, non vi sono finanziamenti sufficienti per portare avanti la mini riforma, anche se il sindacato autonomo condivide l’iniziativa di Fioroni di fare "più scuola" e meno progetti, spesso improduttivi dal punto di vista dell’apprendimento. Perplessità anche da parte della Uil Scuola, evidenziate di recente dal segretario provinciale catanese, Zammataro, secondo cui se non si risolveranno problemi strategici, come l’edilizia scolastica, il rinnovo del contratto di lavoro al personale della scuola, adeguando finanziamenti e stipendi dei docenti ai livelli europei, ogni riforma avrà un iter difficile.

Sempre secondo la Uil, Fioroni vuole il ripristino nella scuola primaria del tempo pieno, ma non parla di finanziamenti aggiuntivi; inoltre sono pochissime le scuole dell’infanzia a tempo normale, cioè con orario continuato fino al pomeriggio. A tal proposito secondo il presidente dell’Andis di Catania, dott. Prastani «la nuova riforma viene percepita in maniera più prossima dagli addetti ai lavori sia per il notevole sforzo di semplificazione del nuovo testo da considerare come riferimento generale per l’organizzazione del programma curriculare, che per uno stile diverso che traspare dalla nuova impostazione. Rispetto e valorizzazione dell’autonomia scolastica da un lato e riconoscimento della competenza dei docenti nel lavoro di progettazione, dall’altro, sono alquanto evidenti ed esplicitati nel nuovo testo che risulta molto più snello delle "vecchie" indicazioni nazionali. Anche il metodo della flessibilità attuativa e della sperimentazione in itinere viene apprezzato e darà certamente al mondo della scuola la possibilità di esprimere la propria voce. Giudico positivo anche l’intento di proporre l’innovazione senza trascurare un legame di continuità con documenti che prima della riforma Moratti avevano trovato un notevole livello di espressione pedagogica: programmi del 1985 per la scuola primaria e gli orientamenti 91 per la scuola dell’infanzia. Con la nuova proposta, che riconduce all’unità tutto il progetto comprendente anche la scuola media viene strutturato un documento che segue un unico filo logico che inquadra tutto il percorso formativo che va dai tre ai quattordici anni, con una scansione che prevede traguardi per lo sviluppo della competenza posizionati negli snodi fondamentali dello sviluppo». Ciò risulterà sicuramente più pratico per la strutturazione delle varie fasi della progettazione didattica con maggiori possibilità di armonizzare a livello nazionale i percorsi didattici rispetto all’unico riferimento di traguardo espresso dalla riforma Moratti, con l’unico profilo educativo e culturale fissato a conclusione del primo ciclo di istruzione.

Mario Castro (da www.lasicilia.it)







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