AL QUIRINALE. Il presidente Napolitano inaugura il nuovo anno con un monito: «Siamo indietro, bisogna recuperare»
Data: Mercoledì, 26 settembre 2007 ore 09:50:31 CEST
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. Giorgio Napolitano inaugura al Quirinale, alla presenza del ministro dell’Istruzione, Fioroni, e di una platea di studenti e insegnanti provenienti da tutta Italia, il nuovo anno scolastico. Fa tanti auguri, riconosce che gli insegnanti danno il meglio di sé pur con «scarsi compensi». Poi fa una diagnosi impietosa del nostro sistema scolastico: «L’Italia è rimasta indietro, per quantità e qualità dell’istruzione, rispetto ai Paesi più avanzati in Europa e nel mondo». È urgente, aggiunge, ed è «essenziale» lavorare «intensamente» per elevare in tempi brevi i nostri standard. «Possiamo farcela», dice, ma il compito che assegna è veramente molto impegnativo.

I dati vengono dal «Quaderno bianco» sulla scuola, presentato dai ministri dell’Economia e della Pubblica istruzione, che il presidente cita ampiamente e definisce «uno studio di grande ampiezza e completezza». Lo studio, tiene a sottolineare il capo dello Stato, spiega che la percentuale dei giovani che abbandonano gli studi senza concluderli, senza conseguire un diploma, è più alta rispetto all’estero. Ed è più alta anche la percentuale degli studenti italiani che non raggiungono il livello di conoscenza che è considerato necessario per svolgere i compiti «necessari per vivere nella società». I settori più carenti sono la matematica e la padronanza del linguaggio, ricorda Napolitano sfogliando il «Quaderno bianco».

Fin qui alcuni dati su scala nazionale. Se si va poi a vedere le differenze tra il Nord – «dove la macchina dell’istruzione è molto più efficiente» – e il Centro- Sud, dice Napolitano, vengono fuori problemi ancor più gravi. Emerge un «profondo divario», risultano differenze tra scuole e tra studenti e risultano disparità notevoli a danno degli studenti appartenenti alle famiglie più povere, con conseguenze di carattere sociale di tutta evidenza: queste carenze si rifletteranno sulle opportunità che, lasciata la scuola, quel giovane potrà godere nella vita ed anche l’accesso ai propri diritti.

«Bisogna trovare le risorse, e bisogna intervenire», ha detto Napolitano, chiedendo una visione chiara del progetto di potenziamento dell’istruzione pubblica, che non può essere frutto di continue revisioni ad ogni cambiare di governo. «Deve essere il frutto di scelte di lungo periodo, tenacia e continuità», dice al ministro Fioroni, apprezzando la scelta di non disfare la tela tessuta dal governo Berlusconi.

Napolitano ha riproposto la scuola anche come strumento di integrazione, in particolare per gli studenti stranieri, come il luogo dell’uguaglianza e del rispetto reciproco. Perciò, è giusto condannare i «troppi fenomeni di bullismo e di stupida volgarità, di violenza e prevaricazione nei confronti dei più deboli», come si è fatto nello scorso anno scolastico.

Adesso bisogna voltare pagina. Nel saluto finale, Napolitano ha fatto agli studenti e agli insegnanti tutte le raccomandazioni di impegno, di decoro, di serietà, di obbedienza alle leggi, di senso del limite che può fare un bravo educatore ai suoi studenti. Nel formularle, ha chiesto, in modo retorico: «Ma non può forse aiutare tutti, in questo sforzo da compiere nella nostra scuola, l’esempio che dovrebbe venire dai vertici della politica e delle istituzioni? Ebbene – ha concluso – è a ciò che tende, care ragazze e cari ragazzi, cari insegnanti e operatori della scuola, qualche appello scomodo del presidente della Repubblica». Appello salutato da un grande applauso.

ALBERTO SPAMPINATO (da www.lasicilia.it)







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-8487.html