DOCENTI, QUALCHE EURO IN PIÙ DA GENNAIO
Data: Lunedì, 24 settembre 2007 ore 00:43:23 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Dovrebbe essere di circa 130 euro lordi mensili l’aumento previsto per gli insegnanti se le trattative riprese giorni addietro tra Aran e sindacati non si interrompono prima. Tutto però lascia prevedere un buon esito anche perché entrambi ci paiono con le spalle al muro: i sindacati per un verso e il governo per l’altro, mentre nel mezzo ci stanno, sia gli inevitabili scioperi sia la credibilità della politica del centrosinistra ormai sotto inchiesta e messa pure alla berlina. Nel sito Internet dei sindacati sono pubblicati tutti i fondi e le risorse disponibili per il biennio economico 2006/07 compreso il rinnovo del quadriennio normativo 2006/09 che poi non è questione secondaria di fronte alla strisciante verve restauratrice che ci pare di avvertire in molte dichiarazioni del ministro.

In ogni caso qualche euro si dovrebbe vedere a gennaio e nei mesi successivi (febbraio, marzo?) gli arretrati che però riguarderanno solo il 2007, mentre il 2006 si esaurirà con gli spiccioli previsti della cosiddetta vacanza contrattuale.

Importante appare pure la volontà di riprendere nel nuovo contratto, ma anche nel libro bianco sulla scuola di recente pubblicazione, la questione relativa al riconoscimento del merito e della carriera dei professori che sono bloccati da qualunque dinamica di avanzamento e ingessati dentro una funzione che livella sia chi lavora con impegno e dedizione sia chi va a scuola a prendere il caffé.

Certamente anche su questo fronte si corrono evidenti rischi di strappi e dissapori perché qualcuno dovrà stabilire cosa si intende, per esempio, col concetto di merito e chi dovrà scegliere a chi e in che modo e in quale quantità attribuirlo e secondo quali parametri. Il lavoro dei docenti è particolare, mentre i risultati sono visibili a lungo termine per cui non è semplice quantificare gli esiti prodotti né elaborare grafici percentuali né tantomeno rivolgersi, come qualcuno suggerisce, al giudizio dell’utenza più sensibile ai sibili dell’ignominia che al grido del giusto.

D’altra parte se lo stesso ministero, proprio in questi giorni, non è stato spesso in grado di cogliere il lavoro e lo sforzo di molte scuole impegnate anche nella costruzione di una coscienza critica nel paese, immaginarsi con quale proprietà potrebbe valutare chi si aspetta dalla istituzione solo il diploma e l’aurea ed esclusiva salvaguardia del proprio pargolo. Per questo pensiamo che si corra il rischio che antipolitica faccia rima con antiscuola anche perché sembra di avvertire una similare allitterazione tra il populismo del V-day e i proclami restauratori di Fioroni: l’uno dice che è sufficiente mandare dal parlamento i condannati per avere una politica più seria, l’altro annuncia tolleranza zero e pugno di ferro contro i bulli e i professori fannulloni, accomunati entrambi dal loro evidente disprezzo verso l’autorità e l’ordine, per cui basta mandarli a casa e la pace ritorna come nella migliore tradizione favolistica dove la felicità vive nell’uccisione del lupo.

Anche questo nuovo libro bianco sulla scuola, presentato venerdì alla stampa, ha tutti i requisiti della elargizione di sicurezza all’utenza e per certi versi pure agli osservatori-analisti, ma fino a quando il dibattito politico rimane avvitato sulla spasmodica ricerca di denaro e sui proclami contro le tasse tutto è buono per giustificare i tagli dei finanziamenti per gli insegnanti di sostegno, per adeguare le strutture o per dilazionare sempre una radicale e moderna e più europeista riforma della scuola. E fino a quando la politica non riprende in mano la sua funzione di guida e di regolamentazione dei fenomeni sociali investendo sulla cultura ogni libro bianco ha il tempo che trova.

Talvolta si ha l’impressione che il sapere sia una sorta di merce accessibile solo a pochi e solo a pochi lasciarlo in mano.

PASQUALE ALMIRANTE (da www.lasicilia.it)







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