NUOVE INDICAZIONI: ASSE MATEMATICO, CHE COSA CAMBIERA'
Data: Domenica, 23 settembre 2007 ore 09:38:59 CEST
Argomento: Comunicati


Asse matematico
Walter Maraschini*

Il combinato dei documenti ministeriali sul ciclo dell’obbligo disegna, per quanto riguarda la matematica, un quadro piuttosto coerente, che riflette un terreno di indicazioni di contenuti, metodi e obiettivi ormai consolidatosi, in Italia, nel corso di almeno cinquant’anni: alle spalle, si vedono le tracce degli attuali programmi della scuola elementare e media, i programmi Brocca per il biennio, le indicazioni dell’UMI e anche le proposte dei più innovativi libri di testo.
 Non c’è traccia, in questi documenti, di quell’aria di “restaurazione” di una “scuola seria” che i quotidiani hanno enfatizzato. Anzi si ribadisce più volte che la serietà, per la matematica, non consiste soltanto nella padronanza del calcolo, comprese le tabelline – sulla cui necessità nessun documento ufficiale ha mai espresso dubbi –, ma nel “mettere in stretto rapporto il pensare e il fare”, nell’avere “elemento fondamentale il laboratorio, inteso sia come luogo fisico […] sia come momento in cui l’alunno è attivo”, nel saper “impostare e risolvere i problemi”.
 Fin dalle indicazioni per la scuola primaria si sottolinea che “caratteristica della pratica matematica è la risoluzione di problemi” e che quindi occorre sviluppare attività di “matematizzazione, formalizzazione, generalizzazione” . Dunque, la matematica non è soltanto calcolo e regole, da assorbire passivamente.

Un documento di indicazioni e traguardi, tuttavia, non è fatto soltanto per essere applicato, ma anche per suscitare nuove strategie o consolidarne di vecchie. Pone perciò interrogativi che nascono dal loro confronto con la pratica didattica.
 Per esempio, tra i traguardi che i ragazzi dovrebbero raggiungere al termine della scuola secondaria di primo grado ce ne sono due, più volte ribaditi, a carattere non ‘tecnico’: un “atteggiamento positivo rispetto alla matematica” e l’accettazione di “punti di vista diversi dal proprio”. Ma quanto sono verificabili tali obiettivi? E poi, nel sottolineare tale valenza ‘democratica’ della matematica, che abitua ad accettare i punti di vista altrui, non rispunta l’idea che essa abbia una autorità autonoma, dovuta ai suoi risultati sempre al di sopra delle opinioni personali, e quindi l’idea antica che ‘la matematica non sia un’opinione’?
 O ancora, come mai nella scuola elementare si arriva a precisare la necessità di un uso corretto dei connettivi e di elementi di calcolo delle probabilità e tutto ciò scompare tra le conoscenze e le capacità da assicurare ai giovani al termine dell’obbligo? Se ne devono dimenticare?

 Infine e soprattutto, come mai una riga soltanto è dedicata alle conoscenze di calcolo algebrico (“Espressioni algebriche: principali operazioni”), tanto quanto al contenuto relativo ai “i numeri ‘macchina’”? Dovrebbe esserci una certa corrispondenza tra il numero di parole con cui si specifica un argomento e il peso che esso deve avere nello sviluppo del curricolo ed è noto che, nel primo biennio di scuola superiore, mentre soltanto alcuni dedicano pochi cenni ai numeri ‘macchina’, gran parte delle ore di matematica sono spesso assorbite dall’insegnamento del calcolo letterale. Questa discrepanza tra ciò che è scritto e ciò che è fatto, se da una parte ha un positivo valore esortativo a non affogare la matematica nel calcolo, dall’altra parte  è così clamorosa che rischia di non incidere sulla realtà scolastica e quindi di non innalzare quel basso livello di cultura e competenza matematica che tutti i confronti internazionali attribuiscono all’Italia.

 Forse, è allora il caso che si avvii un ampio processo di formazione degli insegnanti, non tanto e non solo su ‘nuovi’ contenuti, ma – per esempio – su come si possano realizzare sensati obiettivi, anche relativi al calcolo letterale, senza che questo diventi il segno distintivo, nei metodi, nei contenuti e nei tempi, e dunque nella memoria e nell’immagine, della matematica stessa.

 *Docente di Matematica e Fisica presso l'Istituto 'Machiavelli' di Roma. Autore di libri di testo per la scuola superiore.







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