Malgrado l’immissione nei ruoli di oltre 5000 docenti e personale
ata, gli uffici scolastici provinciali hanno nominato in
tutta la Sicilia oltre 20.000 precari. Ciò sta a dimostrare che il
precariato, anziché diminuire è aumentato. Non si è riusciti
con il personale immesso nei ruoli neppure a coprire i posti lasciati
dal personale che è andato in pensione dal primo settembre
scorso. Altri docenti precari verranno reclutati nei
prossimi giorni dai dirigenti scolastici non appena saranno
pubblicate le graduatorie di istituto di prima fascia. Insomma,
i posti disponibili sono molti, le immissioni nei ruoli poche.
C’è
da dire che sono diversi i docenti precari che hanno chiesto
l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento degli uffici
scolastici provinciali del Nord con la speranza di poter essere
immessi nei ruoli nel più breve tempo possibile. Alcuni di loro
hanno persino lasciato nella sede di residenza la famiglia
con la speranza di poter rientrare a casa da "vincitori", cioè con
il contratto a tempo indeterminato; diversi docenti quest’anno
hanno centrato l’obiettivo entrando in pianta stabile nella
scuola, con possibilità quindi di ritornare fra qualche anno.
Altri invece non hanno maturato il diritto all’immissione nei
ruoli, per cui chissà per quanti anni resteranno fuori considerato
che la discutibilissima ordinanza prevede che coloro i
quali volessero chiedere l’inclusione in altra graduatoria ad
esaurimento verrebbero collocati in coda, il che significa avere
poche possibilità per ottenere una supplenza annuale. Infine,
vi sono altri docenti che per per l’immissione nei ruoli
hanno chiesto il Nord, mentre per le supplenze temporanee
hanno preferito l’inserimento nelle graduatorie di istituto
della provincia di residenza. In Sicilia vi è disponibilità solo per
gli insegnanti di sostegno forniti del titolo specifico.
A proposito
degli insegnanti di sostegno c’è da dire che a causa dei tagli
vi sono notevoli malumori nei genitori degli alunni disabili,
soprattutto per gli studenti particolarmente svantaggiati
che hanno la necessità del rapporto ’uno ad uno’ ai quali con
i suddetti tagli non verrà garantito il diritto allo studio e quindi
un gratificante inserimento nel contesto della classe. A questo
punto, dice bene l’assessore regionale alla P.I. on. Lino Leanza
che i tempi sono ormai maturi per una più logica distribuzione
degli insegnanti di sostegno e nel contempo vengono
definiti i bisogni di formazione e aggiornamento dei docenti.
C’è da dire che la maggior parte dei docenti di sostegno sono
precari con un contratto (come del resto i loro colleghi non di
ruolo di altre discipline), che inizia a settembre e si conclude
a giugno, cioè al termine dell’attività didattica. Vi sono docenti
ormai giunti alla soglia dell’età pensionabile ed ancora si trascinano
il triste fardello di "tappabuchi" girando da una scuola
e l’altra. Personale che non avendo un contratto a tempo indeterminato
non potrà programmare neppure il suo futuro.
M. C. (da www.lasicilia.it)