«Addio» ai presidi incaricati
Data: Domenica, 23 settembre 2007 ore 02:12:56 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Nello scorso anno scolastico quasi la metà delle scuole siciliane è stata diretta da presidi incaricati, e addirittura si è verificato il caso di istituti privi di «vertici» disponibili dal momento che anche la graduatoria dei professori che avevano chiesto un incarico di presidenza si era esaurita.

Una condizione non certo agevole, che ha portato il direttore dell’ufficio scolastico regionale dott. Guido Di Stefano, per assicurare alle scuole la direzione e quindi tutta l’organizzazione didattica, a nominare, a scavalco, i dirigenti scolastici di ruolo, che due tre volte la settimana dovevano raggiungere la scuola assegnata per reggenza per affrontare tutti gli adempimenti dovuti. Che sono numerosi, dalla direzione del collegio dei docenti, al compito di presiedere i consigli di classe, seguire tutta l’attività amministrativa, nominare i docenti supplenti, eccetera.

Una situazione questa particolarmente complicata dal momento che nella scuola dell’autonomia il dirigente scolastico ha un ruolo di rilievo per assicurare tutti i servizi nella scuola di titolarità, per cui sarebbe stato difficile seguire e quindi fare bene in due scuole, non potendo appunto garantire la sua presenza giornaliera in entrambi gli istituti. Una condizione che non ha mancato di penalizzare l’attività in diverse scuole, e che ha evidenziato la necessità di un cambiamento pensato per dare risposte rapide ed efficaci, senza gravare oltre sulla scuola dell’autonomia e sulle sue prospettive.

La nuova svolta nel settore direttivo si ebbe, come si è detto, con l’inizio del nuovo anno scolastico, quando, finalmente, dopo i tanti ricorsi anche di natura giudiziaria che hanno fatto ritardare i lavori concorsuali, il direttore Di Stefano ha nominato i nuovi dirigenti scolastici che hanno superato il concorso ordinario, in tutto 278, di cui 220 nel primo settore (scuola primo ciclo) e 58 nel secondo settore (scuola secondaria di secondo grado). Ovviamente, detti nuovi dirigenti scolastici hanno scalzato quasi tutti i presidi incaricati, i quali, se avessero voluto continuare a dirigere scuole, sarebbero dovuti andare in altre province, sempre che vi fossero presidenze rimaste senza dirigente scolastico di ruolo. Molti professori, che per tanti anni hanno avuto l’incarico di presidenza, sono rimasti a spasso, ovviamente da preside e non da professore.

E’ superfluo stare a rilevare (in questo caso giustamente) che per un docente il quale per tanti anni aveva diretto presidenze, sarebbe stato difficile ritornare all’insegnamento, magari nella scuola di titolarità. Alcuni professori, prossimi alla pensione, per uscire da tale stato di cose hanno pensato alla quiescenza, naturalmente a partire dall’anno scolastico 2008-2009, essendo ormai scaduti i termini per chiedere di andare in pensione. Insomma, non si può distogliere dalla presidenza un capo di istituto che anche da incaricato aveva fatto bene, senza provocare ripercussioni sull’attività direttiva di un istituto scolastico.

Sono rimasti in servizio solo pochissimi presidi incaricati, che andranno via nel prossimo anno considerato che fra pochi mesi si espleterà un concorso riservato ai docenti che avevano fatto i presidi almeno per un anno. Il problema non si pone per coloro che stanno sostenendo detto concorso e supereranno le prove di esame. A questo punto è il caso di dire che lo Stato ti elogia quando sei indispensabile, nel giorno in cui non sei utile ti manda a casa senza alcun riconoscimento, ma senza comprendere appieno quante conseguenze questo può provocare.

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)







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