Siamo già a metà settembre. Rimane perciò poco tempo fino
al 30 settembre, data prevista per l’ultimazione dei lavori da
parte della Commissione costituita con l’accordo governo-Sindacati
in materia di lavori usuranti, ma anche per esaminare
la possibilità di inserire tra le norme che regolano il diritto alla
pensione di vecchiaia, per uomini e donne, finestre d’uscita
come quelle che già esistono per la pensione di anzianità.
Le finestre dell’anzianità. In atto, e fino al 2007, le finestre
per accedere alla pensione di anzianità sono quattro: gennaio
se i requisiti (35 anni di contributi e 57 di età oppure 39 anni
di contributi) sono stati maturati entro il terzo trimestre dell’anno
precedente; 1 aprile se i requisiti sono stati raggiunti
entro il quarto trimestre dell’anno precedente e 1 luglio e 1 ottobre
se, invece, siano stati maturati rispettivamente entro il
primo o il secondo trimestre dello stesso anno. Questo per i lavoratori
dipendenti, pubblici e privati. Per gli autonomi, invece,
le finestre si aprono con un ritardo di altri tre mesi. Per cui,
a parità di decorrenza (gennaio - aprile - luglio - ottobre) i requisiti
(58 anni con 35 anni di contributi oppure soltanto 40
anni di contributi) debbono essere stati raggiunti rispettivamente
entro il secondo, terzo, quarto trimestre dell’anno
precedente e primo trimestre dello stesso anno.
La riforma Maroni. Con la legge delega 243/2004, dall’1 gennaio
2008 le finestre saranno ridotte da quattro a due. E precisamente:
per i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, resteranno
quelle dell’1 gennaio dell’anno successivo, se i requisiti
saranno raggiunti entro il secondo trimestre dell’anno e
dell’1 luglio dell’anno successivo se, invece, i requisiti risulterà
che siano stati maturati entro il quarto trimestre dell’anno. Per
gli autonomi, invece: 1 luglio dell’anno successivo, se i requisiti
saranno raggiunti entro il secondo trimestre dell’anno e 1
gennaio del secondo anno successivo alla data di conseguimento
dei requisiti, se questo è avvenuto entro il quarto trimestre
dell’anno.
L’accordo governo-sindacati. Mentre in un primo momento
si sperava di modificare la 243 nel senso di riportare, sic et
simpliciter, da due a quattro le finestre d’uscita delle pensioni
di anzianità, e quindi di lasciare le cose come stanno adesso,
il protocollo d’intesa tra Governo e Sindacati ha un po’ ridimensionato
queste aspettative. Con la Tab. E allegata al testo
dell’accordo, è stato infatti previsto che "il passaggio a
quattro delle finestre pensionistiche sarà affrontato per quei
lavoratori che hanno totalizzato 40 anni di contributi, al fine
di ridurre gli attuali tempi di attesa per il pensionamento". Ma
questa non molto entusiasmante apertura, pur sempre infatti
riduttiva rispetto all’attuale normativa che di finestre ne
concede quattro, prevede una pesante contropartita e cioè la
possibilità che la Commissione introduca le finestre d’uscita
anche per le pensioni di vecchiaia, di uomini e donne, al fine
di poter realizzare il risparmio di quei quattro miliardi di euro
di spesa che comporterebbe il mantenimento delle quattro
finestre, oltre che per chi abbia raggiunto 40 anni di contributi,
anche per i circa cinquemila lavoratori in mobilità,
nonché quelli autorizzati a versare i contributi volontari entro
il 20 luglio 2007.
La "vecchiaia" delle donne. La paura che nell’accordo sulle
pensioni venisse introdotto anche l’innalzamento dell’età
per la pensione di vecchiaia delle donne (oggi di 60 contro i
65 degli uomini) per il momento sembra svanita. Rimane,
però, insistente la proposta di Lamberto Dini, padre della riforma
del 1995, che vorrebbe l’innalzamento graduale, da 60 a
65 anni, dell’età pensionabile delle donne. Non va dimenticato,
afferma infatti Dini, che in Germania hanno approvato
provvedimenti per alzare, nei prossimi anni, l’età pensionabile
per tutti a 67 anni e che le donne hanno una aspettativa
di vita di cinque anni di più degli uomini, in media 84 contro
79. Le donne ragionevoli, afferma Dini, non possono che accettare
che la loro età pensionabile venga gradualmente aumentata.
GIOVANNI PAVONE (da www.lasicilia.it)