INCONTRO AL MPI: PROPOSTA DI DECRETO SUI DEBITI FORMATIVI
Data: Venerd́, 14 settembre 2007 ore 00:05:00 CEST
Argomento: Comunicati


Proposta di decreto sui debiti formativi 

  L’incontro del 5 settembre 2007 al MPI ha poi affrontato anche la questione dei debiti  formativi, oggetto in questi mesi di numerose “anticipazioni di stampa” che hanno oscillato tra  la reprimenda dei fondi stanziati ma non spesi e la minaccia della restaurazione degli esami di  riparazione. In particolare il Ministero ha presentato una bozza di decreto sull’argomento,  ancora in gestazione.   La bozza del Ministero tuttavia, piuttosto che partire dalla questione del recupero in generale,  parte dalla norma introdotta dalla legge 1/2007 sugli esami di stato, la quale prevede che dal  2008-09  tutti i debiti formativi pregressi debbano essere saldati per poter essere ammessi  all’esame.   Una norma pesante, forse eccessiva, come avevamo già sottolineato, e a questo punto almeno  problematica nella sua gestione, per ammissione stessa del Ministero. L’Amministrazione  ritiene necessario, sulla scia delle recenti dichiarazioni del Ministro, approntare un decreto di  urgenza che modifica, a pochi mesi dalla sua emissione ed ancora prima di applicarlo, il  decreto 42 del 15 maggio 2007  sul calcolo dei crediti scolastici e sul recupero dei debiti.  In sostanza la bozza del ministero prevede che, per saldare questi debiti, le scuole approntino  interventi o veri e propri corsi di recupero nelle terze e nelle quarte sia alla fine del primo  quadrimestre (o dei  trimestri) sia alla fine dell’anno scolastico “entro il 31 di agosto”. In  entrambi i casi gli interventi dovrebbero essere seguiti da una verifica, di cui la seconda  sarebbe decisiva per la promozione o la bocciatura: la decisione in merito dovrebbe essere  assunta ai primi di settembre, prima dell’inizio delle lezioni. Per fare fronte a questi interventi il  Ministero prevede anche il ricorso a soggetti “esterni” alla classe o alla scuola, comprendendo  in questa allocuzione sia il ricorso a supplenti sia ad altri soggetti tra cui  gli enti locali o, per  gli istituti tecnici e professionali, le aziende.  Di fronte a queste ipotesi la FLC Cgil ha espresso la sua contrarietà e i suoi rilievi critici. Oltre a  sottolineare alcune incongruenze procedurali (il contrasto con recente DM 42/2007, lo  sconfinamento nell’anno scolastico successivo ecc.), abbiamo espresso la necessità di un  intervento sulle modalità con le quali si realizzano le azioni di recupero, che va  inteso come  azione ordinaria, strettamente connessa all’attività didattica e affidata alla responsabilità  dell’autonomia scolastica.   L’ipotesi di decreto si fonda, invece, su una  distorsione del concetto di recupero che nasce, ad  avviso della FLC Cgil, proprio dall’aver voluto ricollegare il problema del recupero dei debiti alla  norma sugli esami di stato. Paradossalmente, le indicazioni date si esercitano solo sul triennio  terminale della secondaria di secondo grado, tralasciando proprio il biennio iniziale dove si  generano più diffusamente quelle lacune che poi si trascinano per tutto il percorso scolastico e  dove, fra l’altro, più alti sono i tassi di selezione, di abbandono e di dispersione. Nello stesso  tempo il voler mantenere in sospeso per tutta l’estate l’esito finale introduce surrettiziamente  l’esame di riparazione, dal momento che si rinvia a settembre la sua  conclusione.  Abbiamo, inoltre, respinto con decisione il ricorso a soggetti esterni per l’organizzazione delle  attività di recupero  sia per gli effetti di aggiuntività e di casualità del tutto, sia per la delega ad  altri di un problema che è interno alla didattica e che ha cause molteplici e complesse di cui la  scuola, nella sua impostazione ordinaria, deve farsi carico.   In particolare appaiono del tutto fuori luogo  il ricorso alla collaborazione delle aziende  e la sua  destinazione alla sola istruzione tecnico-professionale: da un lato emerge una specie di  alternanza scuola lavoro “deviata”, rispetto alle sue finalità originarie,  dall’altro si reitera l’idea  che le attività laboratoriali sono faccenda solo di istituti tecnici e professionali. Nell’uno e  nell’altro caso si continua a riproporre un inaccettabile dualismo tra il sapere e il saper fare,   tra i percorsi tecnico-professionali e quelli liceali. Infine presupporre corsi nel mese di agosto (luglio è in parte occupato dagli esami di stato)  sembra fantascientifico e forse spiega il ricorso agli esterni con tutti gli elementi critici già  evidenziati.  Il Ministero, nel concludere l’incontro, si è impegnato ad assumere  i rilievi critici sollevati in  particolare dalla FLC Cgil  ed attendiamo ora di verificare nel merito se e quanti di quei rilievi  trovano riscontro nelle modifiche annunciate nelle ultime ore dallo stesso ministero.  
 Roma, 11 settembre 2007






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