Suona la campanella. Nove milioni i ragazzi sui banchi, mentre si traccia il bilancio dello scorso anno: Studenti italiani sempre più «indebitati» - I
Data: Lunedì, 10 settembre 2007 ore 19:36:44 CEST
Argomento: Rassegna stampa


ROMA. 10.09.2007. Suona la campanella nelle scuole d’Italia. Oggi il via alle lezioni in 5 regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto e Molise, e nella provincia autonoma di Bolzano. Il calendario per l’anno scolastico 2007/2008 prevede poi che domani suoni la campanella per gli alunni dell’Umbria, il 12 per quelli del Friuli Venezia Giulia e della provincia autonoma di Trento, il 13 per Toscana, Lazio e Basilicata. Otto le regioni che apriranno le classi lunedì 17: Emilia Romagna, Liguria, Marche, Abruzzo, Campania, Calabria, Puglia e Sardegna. Ultima a iniziare la Sicilia, martedì 18 settembre, dove comunque molti istituti anticiperanno rispetto alla data ufficiale.

In totale circa 9 milioni di studenti, 7,8 mln dei quali nei 42 mila istituti statali di ogni ordine e grado, presenti in 7.040 Comuni, l’87% di tutti quelli presenti nel territorio italiano. Aumentano gli alunni delle scuole superiori, mentre sono stabili quelli degli istituti per l’infanzia statali e della primaria. Gli istituti tecnici sono la scuola preferita, scelta dal 55% dei ragazzi iscritti alla prima superiore. Rimane massiccia la presenza di studenti stranieri: sono oltre mezzo milione, provenienti da tutto il pianeta, 192 stati su 194.

E già partono le prime statistiche. L’anno scorso gli studenti italiani sono stati più «somarelli» rispetto ai fratelli maggiori che hanno frequentato la scuola un anno prima. Rispetto al 2005-2006, infatti, sono aumentati i bocciati in ogni ordine di scuola così come sono aumentati i ragazzi promossi con «debito», da saldare alla ripresa settembrina. È quanto emerge dai dati sugli esiti degli scrutini e degli esami delle scuole medie e delle scuole superiori pubblicati sul sito del ministero della Pubblica Istruzione.

Dai dati, che si riferiscono a un campione del 70% del totale degli studenti scrutinati nelle scuole secondarie di primo e secondo grado e all’85% dei candidati agli esami conclusivi del primo e secondo ciclo di istruzione, emerge che gli alunni ammessi alla classe successiva, nella scuola media, sono pari al 97% con una flessione, rispetto all’anno scolastico precedente di 0,7 punti percentuali. Nella scuola secondaria di secondo grado le difficoltà dei ragazzi aumentano. I non ammessi alla classe successiva, infatti, rappresentano il 13,7% con un aumento rispetto all’anno precedente dello 0,6%.

Le maggiori difficoltà si incontrano al primo anno dove risulta «non ammesso» il 18%. Percentuale che diminuisce nel corso degli anni successivi. Più bravi gli studenti dei licei Classici e Linguistici dove il tasso di promozione raggiunge rispettivamente il 94,3% e il 93,9%. Meno bravi, invece, i ragazzi degli istituti professionali e tecnici dove i tassi sono rispettivamente del 78,5% e dell’82,9%.

Se i bocciati «piangono» anche i promossi, almeno non tutti, «non ridono». L’ammissione alla classe successiva, infatti, non per tutti è indolore. Il 36% dei promossi, infatti, è costituito da studenti con uno o più debiti formativi. La più forte presenza di studenti con debito si rileva negli istituti professionali e tecnici dove il 41,1 e il 39,5% si aggiungono alla quota già consistente di non ammessi. Il maggior numero di debiti si verifica al secondo anno (37,6) e al quarto (36,9%).

R. I. (da www.lasicilia.it)

 

 

 

Il nuovo anno scolastico in città. Ritorno tra i banchi, scocca l’ora X

 

Entro questa settimana in molte scuole di Catania e provincia riprenderanno le lezioni del nuovo anno scolastico.

Come si sa, la circolare assessoriale aveva fissato l’avvio delle attività didattiche il 18, ma la quasi totalità dei consigli di circolo o di istituto, su proposta dei collegi dei docenti hanno anticipato, tenendo conto delle realtà locali. I giorni di anticipo saranno utilizzati nel corso dell’anno in occasione di particolari ricorrenze. Anche se in giorni diversi, a breve suonerà la prima campanella per i 182.025 alunni che frequenteranno le scuole di Stato (sono molti gli studenti stranieri soprattutto nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado).

A questi bisognerà aggiungere i ragazzi iscritti nelle scuole paritarie.

I docenti che svolgeranno attività didattica sono circa 20.000, tra personale di ruolo e precari che hanno stipulato il contratto a tempo determinato, con scadenza al termine dell’attività didattiche, cioè fino a giugno; mentre le unità di personale Ata sono circa 6000. Si incomincia con un’importante novità: la sperimentazione del Ministro Fioroni che vuole allineare la scuola di Stato quanto più è possibile a quella europea. Le indicazioni nazionali presentano, infatti, qualche innovazione rispetto a quelle precedenti emanate dall’ex Ministro Moratti, diffuse nel 2004.

Come è noto, Fioroni mette in primo piano l’insegnamento curriculare fondato sull’apprendimento dell’italiano, matematica, storia e geografia, riducendo i tanti progetti, che ogni anno le scuole portano avanti, spesso improduttivi dal punto di vista formativo. Senza dubbio, sono tanti i problemi rimasti insoluti, a partire dal dimensionamento della rete scolastica, fermo nel 2002. Pare che la questione venga rinviata ancora una volta all’anno scolastico 2009, mentre molti istituti continuano ad essere sovradimensionati, mentre altri presentano una minore consistenza numerica che in alcuni casi si presenta molto al di sotto del minimo stabilito dalla norma (500 alunni). C’è da dire anche che diverse classi di scuole secondarie di secondo grado sono superaffollate e spesso presentano delle condizioni che non consentono un’ottimale svolgimento delle lezioni. E’ assurdo che un problema così importante venga continuamente prorogato.

Da risolvere con urgenza ci sono le questioni dell’edilizia scolastica e della sicurezza degli istituti e la drammatica situazione del precariato. Quest’anno le immissioni nei ruoli sono state davvero poche in rapporto a i tanti posti vacanti, tant’è che hanno avuto rinnovata (o nuova nomina) la supplenza annuale oltre 6000, che hanno sottoscritto un contratto a tempo determinato, e circa 2000 lavoratori tra amministrativi e collaboratori scolastici.

Da quest’anno scompare il preside incaricato. Nella nostra provincia ben 64 nuovi dirigenti scolastici hanno superato il concorso ordinario e si sono già insediati nelle scuole assegnate con contratto a tempo indeterminato stipulato nei giorni scorsi dalla Direzione regionale scolastica. Diversi presidi incaricati sono rimasti senza posto, non lo hanno trovato neppure in altre province. A Catania sono ancora in servizio solo una ventina di presidi incaricati, le cui presidenze andranno ai nuovi dirigenti che supereranno il concorso riservato, che si espleterà nei prossimi mesi.

C’è da dire infine che, per approfondire le nuove problematiche che regolano già le complesse procedure della scuola, l’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) di Catania ha programmato una assemblea che avrà luogo nei prossimi giorni alla «Pizzigoni » di Catania. Sarà affrontato il nuovo regolamento delle supplenze che richiederà un impegno notevole dal momento che i dirigenti scolastici dovranno nominare circa 2500 supplenti, in particolare di sostegno nella scuola dell’infanzia e primaria, naturalmente oltre gli spezzoni di cattedra inferiori alle 6 ore. Vi è infatti il rischio, afferma il presidente dell’Andis, Nino Prastani, che molti supplenti, non conoscendo bene le nuove regole, incorrono nella sanzione del collocamento in coda alla graduatoria sin dalle prime chiamate. I dirigenti scolastici ritengono necessaria la divulgazione di notizie sintetiche, ma chiare per garantire la tutela dei supplenti ed agevolare le operazioni d’interpello.

MARIO CASTRO (da www.lasicilia.it)





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-8275.html