BEN DUECENTOMILA DOCENTI CAMBIANO SEDE. CON BUONA PACE DELLA CONTINUITA' DIDATTICA
Data: Luned́, 10 settembre 2007 ore 08:20:34 CEST
Argomento: Comunicati


Ben 200 mila docenti cambiano sede.
 Con buona pace della continuità didattica.

da  Tuttoscuola News, n. 304, 10/9/2007

 

Ma come si arriva a numeri così elevati? I conti sono presto fatti.

Il 19,4% di docenti è precario e il 12,8% sono docenti trasferiti da altra sede: 32,2% in tutto a livello nazionale (nella scuola media; alle superiori si arriva al 31,3%). Ma ci sono province nelle quali si supera addirittura il 50% (Isernia 54,2%, La Spezia 52,2% sempre alla media, con il 49,3% alle superiori).

Quel 19% e più di docenti precari è formato da supplenti, nominati di anno in anno, quasi sempre su scuole diverse. L'anno scorso, come risulta dal "1° Rapporto sulla qualità nella scuola" di Tuttoscuola, che ha elaborato dati del Ministero della PI, era supplente annuo o fino al termine delle attività il 19,4% nella scuola media, il 20,3% nelle superiori, il 9% nella scuola primaria e dell'infanzia. Maestre, professori (ma vale anche per il personale amministrativo) costretti a girovagare tra le classi della provincia, o anche fuori, per anni.

Quest'anno quella percentuale si riduce un po' grazie alle prime immissioni in ruolo del piano pluriennale, ma la sostanza non cambia perchè in cattedra, almeno per ora, arriveranno nuovi docenti.

A questi precari o ex-precari si aggiungono i docenti che si avvalgono della possibilità offerta dalla normativa in vigore sulla mobilità interna di chiedere di essere trasferiti : 1 su 10, ogni anno.

Una girandola frenetica di movimenti territoriali (da sede a sede) e professionali (da cattedra a cattedra, da ruolo a ruolo) che caratterizza l'elefantiaco sistema di istruzione: nel complesso un esercito di oltre 200 mila docenti (ai quali si aggiungono circa 100 mila persone tra il personale tecnico-amministrativo), che ogni anno si sposta su e giù per l'Italia, si potrebbe dire "da poppa a prua e da prua a poppa".

Difficile immaginare un'azienda, o un comparto industriale o di servizi, con un "turnover" di personale così elevato. Fenomeno tanto più preoccupante se si considera che "il prodotto" in questione non riguarda beni o servizi, ma la formazione dei ragazzi, che si realizza giorno per giorno anche nel rapporto docente-discente.
  Carosello dei docenti,
 un problema storico cui va posto un freno.

da  Tuttoscuola News, n. 304, 10/9/2007

 

Quello del "carosello" dei docenti sulle cattedre è un problema storico per la scuola italiana, che si è aggravato negli ultimi anni con il crescente grado di precarizzazione del personale e la "fuga" di molti verso la pensione. Il Governo sta cercando di affrontare il problema con due soluzioni destinate ad incidere strutturalmente sul sistema: con un piano pluriennale di reclutamento (150 mila assunzioni nel triennio, di cui 50 mila già fatte) per stabilizzare l'organico, e con una norma che prevede limitazioni nelle richieste di trasferimento, inserita nel disegno di legge "Bersani ter".

Nel frattempo però anche quest'anno, inevitabilmente, gli studenti italiani assisteranno al carosello dei docenti sulle cattedre.

Ci aveva già provato l'ex ministro Moratti a introdurre un primo divieto di chiedere annualmente il trasferimento di sede, ma, trattandosi di materia contrattuale, un anno fa il sindacato ha disapplicato la norma. Ora si ritenta.

A questa situazione di discontinuità degli insegnanti va poi aggiunto il fenomeno fisiologico (più o meno) delle altre interruzioni della continuità durante l'anno scolastico per assenze dei titolari con impiego temporaneo di supplenti (altre "facce nuove", le cosiddette "supplenze brevi") per una percentuale di cattedre coinvolte che secondo dati ufficiosi e probabilmente sottostimati è almeno del 5%.

Particolarmente grave la situazione per gli alunni disabili, proprio là dove sarebbe ancora più importante mantenere una continuità nell'accompagnamento dell'alunno nell'ambito di un programma individualizzato. Infatti tra i docenti di sostegno il tasso di precarietà raggiunge il 47,4% (dati MPI). Nei cinque anni di scuola elementare, ad esempio, un alunno disabile che si imbatta in un posto "in deroga" (cioè non coperto da un insegnante titolare della cattedra di sostegno) - il che avviene appunto quasi in un caso su due - può vedersi cambiare il docente di sostegno ogni anno, con tutti i disagi del caso.

Anche qui si sta cercando di porre riparo, infatti la Finanziaria 2007 ha previsto di rivedere i criteri per la determinazione degli organici e di ridurre i posti cosiddetti "in deroga" (ma gli effetti si vedranno forse dal 2008-2009).

Una cosa è certa: l'obiettivo di garantire una maggiore stabilità di servizio ai docenti (principalmente abbattendo il precariato e poi contenendo l'eccessiva mobilità del personale può avere una ricaduta significativa per la qualità del servizio offerto dalla scuola.
 






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-8272.html