SCUOLA, TIRA ARIA DI SEVERITA' CONTRO L'IGNORANZA DILAGANTE
Data: Venerd́, 07 settembre 2007 ore 09:08:31 CEST
Argomento: Opinioni


Adulti impreparati.

Paoloa Mastrocola, La Stampa del 5/9/2007

 

Quando in pochi e sparuti, qualche annetto fa, osavamo dire che un'ignoranza cosmica avrebbe a breve termine spazzato via la scuola come l'onda di uno tsunami, ci sparavano a vista.

 Sembrava agli altri che tutto andasse bene, che vivessimo nel migliore dei mondi possibile, e che qualcuno di noi fosse irrimediabilmente malato di un passatismo bieco. Che fosse, la nostra, una malattia contagiosa non avremmo mai detto. Diciamo che la realtà è possente, e che quindi ciò che è ora sotto gli occhi di tutti risulta difficile a negarsi: ragazzini che non sanno in che regione si trovi Pistoia o Frosinone, pensano che il dittongo sia una complicata malattia infantile, sbagliano le addizioni e s'impaperano su una frase che contenga più di quattro parole; laureandi dinoccolati o nerboruti che ignorano l'ortografia e biascicano monosillabi agli ultimi esami di università. Obbrobri vari che riuscire ancora a non vedere oggi sarebbe impresa titanica.

 Dunque, stiamo correndo ai ripari. Come potremmo non farlo? E il ministro Fioroni guida degnamente la nostra corsa. Osa addirittura resuscitare gli antichi mostri: le tabelline, la grammatica, la geografia tradizionale. Incurante delle vecchie battaglie contro il nozionismo, ha il coraggio di guidare la rivoluzione del buon senso. Il vento è cambiato, tira aria di serietà nonché di (leggera) severità. Non posso però non ricordare che la tragedia fu annunciata eccome, e che forse avremmo potuto non arrivare a tanto. Nel 1998 apparve un libro fondamentale e dirompente: Segmenti e bastoncini di Lucio Russo (Feltrinelli). Quando lo lessi mi sentii felicemente meno sola. Andavo chiedendo a tutti se lo avevano letto, ma mi circondava un silenzio imbarazzato e ostile: capii ben presto che quel libro era tabù. Lucio Russo denunciava allora (quasi dieci anni fa!) i rischi della riforma allora in corso, che, tanto per dirne alcune, metteva tra parentesi i contenuti, emarginava lo studio del latino e greco, celebrava l'uso sfrenato dei computer, auspicava una banalizzazione e una deconcettualizzazione dei saperi in virtù della quale era meglio chiamare "bastoncini" i segmenti, esaltava la scuola unicamente come luogo di socializzazione e consigliava i videogiochi come principale strumento formativo per le giovani e moderne menti, a scapito delle noiosissime lezioni in classe, tenute da sproloquianti professori modello tempo che fu.







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