La scuola sta per riaprire i battenti e bambini e
ragazzi corrono ai ripari. Il tempo stringe e ci sono
pile di compiti delle vacanze da fare interamante
o da completare, se si è stati un minimo
lungimiranti. Ritardatari? Forse. Perché le vacanze
sono sinonimo di libertà dagli impegni, dagli
obblighi. Quello che è certo è legato alle implicazioni
familiari che questa "insana" pratica comporta.
I figli sono svogliati, vorrebbero
godersi gli ultimi giorni di libertà
e andare a mare, giocare con
gli amici, uscire. I genitori, invece,
si sentono assaliti dalle responsabilità,
dal rischio dello scontento e
del biasimo che i loro figli rischiano
di suscitare in maestri e professori.
Non è una novità. E anche quest’anno,
così, ritorna puntuale il
"dramma" di bambini e ragazzi alle
prese con questionari, versioni,
ricerche, esercizi di matematica, schede di verifica
dei libri assegnati per le letture estive. Tutto
questo a una settimana dall’inizio delle lezioni.
E la difficoltà sta proprio in questo: nel riuscire a
iniziare e finire quello che sarebbe stato opportuno
dividere nell’arco delle dodici settimane di
break appena trascorse, le vacanze più lunghe di
tutti i Paesi europei. I buoni propositi fatti all’inizio
dell’estate sono svaniti, fra un
"ancora c’è tempo!" e un "oggi vado
al mare, domani, però, una versione
non me la risparmia nessuno". L’illusione
che un piccolo elfo dei compiti
notte tempo li svolga per noi è
svanita nel nulla. Le preghiere e le
speranze che qualche compagno di
classe si sia immolato e, soprattutto,
abbia voglia di condividere i propri
risultati, le proprie riflessioni,
definitivamente scomparse.
Le soluzioni, c’è poco da fare, non
sono molte. Anzi, per essere più precisi è una sola.
Farli. E per riuscirci, occorre che i ragazzi si
sappiano organizzare per bene. Dividano la grande
mole di lavoro in piccoli comparti sensati
che permettano loro di gestire l’intensa attività
intellettuale senza sfiancarsi prima ancora dell’avvio
dell’anno scolastico. Insomma, meglio
privilegiare la qualità alla quantità.
Tutto sommato, il dramma può essere contenuto.
Dopo un’estate senza orari, con bibite e gelati,
feste e mare, la scuola, con i suoi ritmi, torna
a dettare legge per quanto riguarda lo scorrere
delle giornate. Torna a essere metronomo degli
impegni di bambini e ragazzi fra i sette e i
quattordici anni. E’ bene, suggerisce la Fimp (Federazione
italiana medici pediatri), che tutti gli
scolari riprendano in maniera regolare le proprie
abitudini, non solo per quanto riguarda gli orari
di veglia e sonno, ma anche per quanto attiene
l’alimentazione. Ovviamente perché questo possa
accadere il ruolo dei genitori è assolutamente
indispensabile. Bisogna concordare con i ragazzi
un programma giornaliero di ore da dedicare
allo studio (magari al mattino, sia perché
più fresche, sia perché consentono di affrontare
il resto della giornata senza l’incubo pressante
dei compiti da fare). Nel frattempo, magari, si potrebbe
associare qualcosa di gradevole al concetto
di scuola e, se possibile, nonostante il caro-libri
pesi molto sull’economia familiare,
accontentare qualche capriccio:
per esempio lo zaino all’ultima
moda che i vostri figli desiderano
ardentemente (qualche suggerimento?
i più amati - e venduti - sono
quelli di Harry Potter e delle
Winx per i più piccoli, lo stile
"street" meno lezioso e di matrice
americana dai tredici anni in su)
oppure quaderni, diario e "necessaire"
di varia natura.
Certo, se la scuola riuscisse a essere
considerata, non come una condanna, ma
come un’esigenza formativa importante che va
al di là del nozionismo spicciolo dei compiti da
inghiottire come una medicina, forse il "dramma"
di inizio anno non esisterebbe. Un po’ com’è
successo per la lettura, che, soprattutto dai ragazzi
è percepita sempre più come un piacere se
non viene soffocata dagli obblighi di schede dettagliatissime
sulla trama, sull’articolazione
del sistema dei personaggi.
Insomma, se si lascia alla lettura
solo la bellezza dell’avventura
tra le pagine scritte e il piacere della
scoperta. Solo così, se si riesce ad
accendere la scintilla della passione
per lo studio, la voglia di approfondire,
di leggere e di impegnarsi -
anche in vacanza - diventa naturale.
Questo nonostante il diritto alla
semplice spensieratezza.
CARLA CONDORELLI (da www.lasicilia.it)