Precari della scuola: gli «emigranti» per forza - L’Andis: «La nuova procedura di nomina è più snella»
Data: Lunedì, 03 settembre 2007 ore 20:23:51 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Si parla spesso di "fuga di cervelli". Lo si fa pensando a tutti i ricercatori, agli studiosi, agli esperti di settori soprattutto scientifici che scelgono di emigrare nel vero senso del termine per poter svolgere il loro mestiere non solo in termini più remunerativi, ma anche e soprattutto per una più celere stabilizzazione lavorativa. Paesi come gli Stati Uniti, soprattutto, accolgono a braccia aperte le menti del mondo della ricerca italiana, che per motivi di varia natura non riesce a offrire prospettive di impiego a lungo termine.

Nessuno, però, parla mai della "fuga" dei precari del mondo della scuola, verso le regioni del nord Italia, in province più grandi, con un minor numero di laureati e uno maggiore di istituti. Che, in percentuale, significa una maggiore disponibilità di cattedre. Forse perché è noto che si tratta di un’"emigrazione" solo temporanea. E che nel giro di qualche anno moltissimi insegnanti mirano al rientro nella propria città. Forse perché è ormai tacitamente accettato che - anche per poter insegnare - sia necessario fare "gavetta". Come se le scuole di specializzazione abilitanti (le Sis) non fossero già questo. Non fossero già una sorta di parcheggio obbligato in attesa che le graduatorie permanenti scorrano, si alleggeriscano, si esauriscano.

Nessuno ne parla, anche perché si tratta di un’esigenza "fisiologica" della classe docente. Si sta via qualche anno per accumulare punteggio e si rientra più forti e con un migliore piazzamento nella propria graduatoria provinciale. Quest’anno, il nuovo regolamento ministeriale ha dichiarato guerra ai trasferimenti "calcolati".

In parole povere, dal prossimo anno chiunque chieda trasferimento in altra provincia lo ottiene al caro prezzo di un posizionamento in fondo alla graduatoria, senza punteggio accumulato. Insomma, si ricomincia da zero.

Questa manovra ha causato rientri in extremis che hanno provocato la congestione di graduatorie fino all’anno scorso esaurite. Chi aveva scelto di restare a Catania ha dovuto fare i conti con graduatorie stracariche e un minor numero di disponibilità di cattedre di quanto non fosse atteso.

Chi è rimasto, visto che del maxi-pensionamento annunciato non si è vista neanche l’ombra, adesso deve sperare di ottenere qualche "spezzone", quelle che sono state definite "briciole di cattedre" ancora da assegnare, oppure più in là durante l’anno scolastico nelle supplenze che verranno direttamente assegnate dai presidi. O, senza voler essere cinici e macabri (e pensare, quindi, ai decessi), augurarsi che qualcuno vinca un dottorato di ricerca, o un concorso per professore associato all’università, o, ancora, entri in maternità che, in questo clima d’instabilità, però, sono sempre di meno.

I più lungimiranti, o coloro che avevano già messo in conto un trasferimento, o che sono disposti ad attendere l’immissione in ruolo per poi chiedere trasferimento e rientrare in "patria", invece, non si sono fatti scoraggiare dalla manovra. Anzi, fra i neo abilitati degli ultimi cicli Sissis catanesi sono stati numerossissimi gli "emigranti" per forza. E per molti di loro la scelta ha funzionato. Anziché attendere i tempi biblici del Csa (l’ex Provveditorato) per le convocazioni hanno gettonato province come Roma, Milano, Torino, Ravenna, Alessandria e tante altre ancora. Il lungo viaggio alla conquista di una nomina annuale ha dato i suoi frutti e chi è partito ha trovato quello che cercava. E sperava. Già a fine luglio, avevano ottenuto l’assegnazione. Questo ha consentito loro di organizzarsi nel corso dell’estate per trovare casa (magari dividendola con qualche collega, o prendendo una stanza in una casa affittata a studenti universitari) e trasferirsi con tutti gli armamenti necessari alla sopravvivenza di un docente: il libri. Ma anche con tutti i disagi dovuti alla lontananza, affermano in molti, la scelta del trasferimento accorcia i tempi per l’immissione in ruolo. Questa, una volta ottenuta, consente di rientrare "scalando la graduatoria ad esaurimento.

Certo, per tornare a casa, la strada da percorrere sarà comunque lunga.

C. CON. (da www.lasicilia.it)

 

 

 

L’Andis: «La nuova procedura di nomina è più snella»

Un incontro organizzato dall’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) di Catania in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico ha consentito ai dirigenti scolastici della provincia di confrontarsi sulle principali problematiche che devono essere affrontate alla luce delle ultime novità che riguardano la scuola. Nessun problema sul ritardo della pubblicazione delle nuove Indicazioni Nazionali destinate ad orientare le scelte didattiche dei collegi dei docenti delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. L’autonomia riconosciuta alle scuole offre ampi spazi di flessibilità organizzativa e didattica che le scuole sapranno certamente gestire nell’approntare itinerari didattici per l’intero anno scolastico. Sarà semplice per i docenti, hanno rilevato i dirigenti scolastici, adeguare alle nuove esigenze gli strumenti didattici che vengono elaborati da un trentennio tenendo conto delle condizioni di ciascuna realtà territoriale.

E’ stato necessario approfondire il discorso sul nuovo regolamento per le supplenze, in quanto sono già in vigore le disposizioni che modificano il precedente meccanismo di individuazione dei supplenti che fatto tanto discutere negli anni precedenti. Si è detto che, applicando il nuovo regolamento sarà più facile per le scuole individuare i supplenti ed evitare sprechi di risorse e ritardi che nel recente passato hanno influito negativamente sulla garanzia del diritto allo studio e sulle possibilità occupazionale dei supplenti. «La nuova procedura - ha rilevato il presidente dell’associazione Nino Prastani, al termine dei lavori - risulta notevolmente semplificata e più praticabile. considerata la diminuzione del numero di istituzioni scolastiche che gli aspiranti supplenti hanno potuto richiedere. Per le scuole dell’infanzia e primaria esiste una procedura ancora più snella per le supplenze fino a 10 giorni, per le quali sarà consultata una graduatoria speciale nella quale sono inseriti i docenti che hanno dichiarato la disponibilità ad accettare supplenze brevi con assunzione immediata. L’applicazione delle nuove disposizioni non dovrebbe far scaturire particolari problemi, ma è ugualmente necessario un approfondimento che l’Associazione curerà a brevissimo termine e la divulgazione di precise informazioni ai supplenti che rischiano il collocamento in coda alle graduatorie a seguito della seconda rinuncia».

M. C. (da www.lasicilia.it)







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